Davide scese giù dal balcone con un salto e mi fece cenno di seguirlo in casa. Nel salone c'erano la madre di Davide e Marta che parlavano e si interruppero quando entrammo; Marta si buttò al collo di Davide e lui la prese per i fianchi per allontanarla. Spaventata lei lo lasciò, sbarrò i suoi enormi occhi azzurri, lasciò cadere le braccia lungo il corpo e chiese: "Che succede?" Chiese confusa. "Lo sai benissimo, non fare così" disse serio. "Ma...io..." Titubò. "Possiamo parlarne da un'altra parte?" continuò Davide stizzito. "Certo" acconsentì Marta.
Io rimasi immobile, attonita, durante tutta la scena. Quando i due se ne andarono li seguii con lo sguardo e poi mi sedetti sul divano, fissando il pavimento con gli occhi spalancati. Stavo analizzando mentalmente la scena quando la madre di Davide, che nel frattempo si era messa a cucinare, si accorse del mio sbigottimento e disse:"Fossi in te io andrei a origliare" "Cosa?" chiesi sorpresa. "Ma si dai che non desideri altro. Tu sei innamorata di Davide" "No, si sbaglia..." "Si vede da come lo guardi. E poi ti si illuminano gli occhi mentre sei con lui" "Ma perchè lo stimo, e perché siamo molto amici..." "No no" disse scuotendo la testa "Le riconosco io queste cose". Ci fu un momento di silenzio, poi lei continuò "Comunque per lui è lo stesso" "Dice?" chiesi sorpresa. Il cuore cominciava a battermi forte. "Eh si mi pare proprio di si...o non ti avrebbe portata qui". Mi sorrise dolcemente. "Dai, vai a vedere cosa combinano. Se scendi le scale del balcone e vai a destra c'è uno spiazzo con una tettoia. Sono lì, li vedo da qua" e con un cenno della testa indicò la finestra di fronte a lei. "Allora vado" dissi io "Grazie davvero". Sorrise di nuovo:"Mi stai simpatica. Perciò mi raccomando" Disse facendomi un occhiolino. "Farò del mio meglio" e corsi giù per le scale.
E così ero innamorata di Davide. Dovevo aspettarmelo che prima o poi sarebbe accaduto. Il bello era che lo aveva capito un'estranea in una settimana e non io in un mese. Complimenti Nicole, sveglia come sempre.
Quando arrivai in fondo alle scale sentii Marta parlare e per non farmi vedere non girai l'angolo che portava allo spiazzo. "Quindi alla fine non vuoi tornare con me per quella?" "QUELLA ha un nome" "Ma chi se ne importa!" "E comunque sì Marta, aver incontrato lei mi ha cambiato tutto, con te non andava e lo sai." "Ma possiamo sistemare tutto" "Marta come faccio a dirtelo? Non voglio più sistemare le cose perchè NON - SONO - PIÙ - INNAMORATO - DI -TE" "Allora la cosa è ben di versa" "Eh già" "Ma perchè? Posso chiedertelo?" "Ho saputo che mi tradivi" "Ma non è ver-" "Lascia stare, non negare, ne sono sicuro". Ci fu un momento di silenzio. "Chi te l'ha detto?" disse infine lei. "Non è importante" "Non so cosa mi sia preso..." "Già" "Quindi non si aggiusta più nulla ora?" "No." "Dovevo immaginarlo quando sei venuto qui in vacanza e non mi sei neanche venuto a salutare..." "Mi dispiace". Poi silenzio. Credo si fossero abbracciati. Lei singhiozzava. "Vabbè ora vado" disse tirando su col naso e li sentii avvicinarsi alla scala. Merda! Non ce l'avrei fatta a tornare in casa senza che mi scoprissero! Così salii i gradini tre alla volta con il cuore in gola e arrivai ad appoggiarmi alla ringhiera del balcone appena in tempo per fargli capire che non mi ero mai mossa da lì. Quando arrivarono mi girai verso di loro; Marta mi squadrò dall'alto in basso, mi fece un cenno di saluto e con un mezzo sorriso disse "Piacere di averti conosciuta". Ricambiai il sorriso ma non dissi nulla. Poi guardai Davide accompagnarla alla porta, correre al piano di sopra e lo sentii sbattere la porta della sua camera. Rimasi immobile per cinque minuti, senza sapere cosa fare, poi salii anche io. Fortunatamente la madre di Davide non mi chiese nulla, perchè non avrei avuto il coraggio di aprire bocca.
Quando la cena fu pronta, Davide non scese a mangiare. Sua madre insistette un po', ma lui non aveva fame; mi lasciò quindi da sola con i suoi, nel più perfetto silenzio, rotto solo ogni tanto da un "Mi passi il sale?". L'avrei ammazzato.
Dopo la cena tornai in camera mia e stetti per lungo tempo a pensare a cosa avrei dovuto fare. Ero seduta sul letto che guardavo fisso la parte di fronte a me. Poi mi decisi: quella sera mi sarei dichiarata. Gli avrei detto che ero innamorata di lui. In effetti, lo ero sempre stata, da quando lo avevo incontrato: lo ero quando diventammo amici, quando ero a letto con Mauri, quando facevo le sei di mattina in centro, quando suonavo con lui, quando ci distaccammo. Ma non me ne ero mai resa conto. Lo avrei fatto quella sera sul balcone, era deciso, tanto non saremmo usciti. Fanculo alla timidezza o l'orgoglio, tanto sapevo di piacergli, perchè non tentare?
Mentre rimuginavo qualcuno bussò alla porta: "Si?" dissi. Entrò Davide: "Ce la fai a prepararti in in 10 minuti? Cambio di programma. Stasera si va in un locale in un lido qui vicino...ti va?" "Sisi non c'è problema" "Ok, ci vediamo sotto allora". Fece per uscire ma lo bloccai: "Davide" "Si?" "Tutto bene?". Passarono alcuni secondi. "Certo, non ti preoccupare". Mi fece il suo solito mezzo sorriso e uscii chiudendo la porta dietro di lui. Pensai che forse non era il caso di dichiararmi proprio quella sera, lui era troppo sottosopra e si vedeva. E poi ci sarebbe stato casino nel locale...Forse era meglio rimandare a domani.
