Carta d'imbarco alla mano, fissavo il tabellone delle partenze in attesa che uscisse il nostro gate. Davide mi si avvicinò. "Non voglio tornare a Milano" mugugnai, sempre fissando il tabellone. Davide scoppiò a ridere: "Su, su , non è così grave". Girai di scatto la testa verso di lui: "Non è così grave?! Devo parlare con Mauri, e non ho le palle per farlo!" "Ma non è detto. Anzi, sicuramente non sarà neanche a casa." "Invece c'è" "Come fai a saperlo?" "Me l'ha detto Eli e Ross sono lì da ieri" "Non me lo aspettavo, lui non frequenta così tanto casa nostra..." "Vorrà parlarci." "A questo punto ne sono convinto". Il viaggio in aereo lo passai dormicchiando sulla spalla di Davide, nonostante la tensione.
Quando arrivammo a casa Ross e Eli mi si buttarono al collo. Dio, quanto mi erano mancate! "E allora?" chiese Ross "Ci devi raccontare TUTTO per filo e per segno!" "Lui c'è?" chiesi io sottovoce. "Proprio davanti a te...". Guardai verso il divano del salotto, vidi Maurizio e mi si gelò il sangue nelle vene. Presi un respiro profondo, Davide se ne accorse e mi strinse la mano. Mauri girò lo sguardo nella mia direzione e sorrise. Ci corremmo incontro e ci abbracciamo forte. "Mi dispiace piccola, non sai quanto" "Ne vuoi parlare da qualche parte da soli?" "È per questo che sono qui". Mi prese per mano e andammo sul terrazzo. Mi sedetti sul bordo e Mauri si mise in piedi davanti a me. Dopo attimi di silenzio cominciò: "E così ora stai con Davide eh?" "Come fai a saperlo?" "Non lo so, ho tirato a indovinare. Immaginavo che lasciandolo solo quel coglione si sarebbe fatto avanti" "Piano con le parole, ti vorrei ricordare che tu non sei stato meno coglione". Si accese una sigaretta. "Già" "Mi puoi spiegare cosa cazzo ti è preso?". Rimaneva ancora in silenzio. "Allora lo vedi che non sei così diverso da Davide dopo tutto?" "Sono anche peggio. Lui non se n'è mai andato". Ero basita. Qual era il suo problema? Poi continuò. "Io...io ti amo Nic" "Aridaje...mi sa che è un po' tardi." "Lo so ma sono stato un coglione, non ho voluto dirtelo prima perchè non riuscivo ad ammetterlo neanche a me stesso...l'ho capito solo tornando a Olbia...sono una testa di cazzo...sono stato con tantissime ragazze, ma solo con te ho provato veramente qualcosa...la mattina non vedevo l'ora di alzarmi perché c'eri tu...d'un tratto non mi interessava più far soldi...non ti sei chiesta perchè sono rimasto tanto qui con voi? Non sono mai stato qua così a lungo, se non quando incidevamo i mixtape. Sono fuggito perchè avevo paura di affrontare la realtà, non volevo innamorarmi e soffrire. Sono uno stupido, ti ho persa."
Avevo gli occhi umidi. Nessuno mi aveva mai fatto una dichiarazione così. "Nic, saresti perfetta per me...". Gli cinsi la vita con le braccia e lo strinsi forte. Sapevo troppo bene cosa volesse dire essere rifiutati. Maurizio mi prese il viso tra le mani, piegò le gambe per arrivare alla mia altezza e mi guardò dritto negli occhi "Sapevo che avresti scelto lui, si vedeva da come lo guardavi." "Ma mi sento così in colpa..." riuscii a dire con tono di una che era decisamente a disagio. "E per cosa?" "È stata tutta colpa mia..." "Non dire cazzate dai". Silenzio. Mi attaccai al suo collo. "Ehi, la vuoi sapere na cosa?" Sapevo che quando si voleva confidare lo faceva per sdrammatizzare "Un giorno, prima che facessi la più grande cazzata di sempre, ero qua a casa per caso sono finito sotto, dove voi ballate. E ti ho vista, mentre ti esercitavi da sola. Ballavi una canzone di non so quale frociazzo americano, ma si vedeva che ti piaceva. In quel monento ho pensato 'Cazzo Gem, questa te la devi tenere stretta!'...ma perchè ridi?" "Perché non ci credo'!" "E fai bene...". Scoppiammo a ridere. "Sai" dissi "Magari un giorno staremo insieme..." Esitai. "Ma che cazzate sto sparando?". Rise anche lui. "Ci spero. Comunque..." si staccò da me, fece due passi indietro e allargò le braccia sorridendo "Io sto qui ad aspettarti. Se ti stufi di Davide fai un fischio" "Ma non dire cazzate. È pieno di ragazze , che aspettano solo te. E poi non credo mi stancherò facilmente di lui...". Il sorriso gli scomparve dalle labbra. "Scusa" scesi dal muretto e mi avvicinai a lui "Dovevo metterlo in chiaro." "Hai fatto bene". Sorrideva di nuovo. "Amici come prima?" proposi mentre ci incamminavamo per le scale e lui mi metteva un braccio sulla spalla. "Sesso compreso o no?" "Ma hai capito quello che ho detto?" "Massì si scherza..."
