•7°Capitolo•

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Lo psicologo decise che per quella seduta bastava così e di non sforzare ulteriormente la bambina a parlare,nonchè essa non aveva intenzione di contribuire piu di tanto,avrebbe cercato di comunicare con lei nel prossimo incontro.
In macchina Laura si addormenta con la testa appoggiata al finestrino.
"Non gli sto molto simpatico a quanto pare.." rompe il silenzio Alessandro mentre guida "è ancora scossa per il padre..dalle tempo" lo rassicura Sara adagiandogli una mano sulla sua e guardandolo dolcemente,Alessandro si tranquillizza al tocco.
Poi all'improvviso,il cielo inizia ad oscurarsi.
Alessandro suona il clacson insistentemente.
Una figura comparsa in mezzo alla strada.
"cazzo fai? Idiota,spostati!" gli urla Alessandro frenando di colpo per non prenderlo in pieno,riesce a fermare l'auto a qualche metro di distanza.
Sara presa alla sprovvista va in avanti ma viene bloccata dalla cintura di sicurezza.Alessandro sbatte contro il manubrio e l'air bag si libera ma non in tempo per impedire la botta presa da esso in piena fronte,il sangue inizia a colargli giù per il viso ma non se ne cura,esce dall'auto infuriato con quell'uomo.
Sara fissa la figura terrorizzata non riusciva a muovere un solo muscolo a quella vista mostruosa che aveva davanti.
Era completamente bloccata dalla paura.
Quell'uomo era..David.L'avrebbe riconosciuto anche a chilometri di distanza.
Non era possibile.
"Lui è morto!" pensa ad alta voce incredula.
Laura in tanto si era svegliata sul colpo urtando al sedile anteriore.
Aveva notato la presenza del padre,aveva il terrore che le si leggeva negli occhi mentre lo fissava "vi avevo avvertiti " disse la bambina con aria di rimprovero mentre iniziava a tremare leggermente.
"Alee torna qui" gli ordina urlandogli Sara,Alessandro non accennava ad indietreggiare ,la ingnorò e continuò ad andare verso David, ancora infuriato.
Fin quando non arrivò vicino abbastanza da notare il suo aspetto sovrumano e si bloccò intimorito,la sua rabbia svanì a quella vista e al suo posto si fece spazio la paura di qualcosa di cui non sapeva identificare.
David,non sembrava più lui.
Aveva occhi neri come la pece accompagnati da profonde occhiaie.Era pallido.Di aspetto scheletrico,indossava i vestiti di quando Sara lo trovò impiccato ma erano strappati e luridi.
Ma la cosa che più inquietava,era il suo sorriso squartato che lasciava intravedere la dentatura.
Dal buco dove sarebbe dovuto esserci il naso usciva del sangue che si andava ad unire a quello che già aveva sulle guancie e sulla bocca.
Era così terribilmente spaventoso.
Sara apre la sportella dell'auto ed inizia a vomitare acido.Le bruciava lo stomaco ma non riusciva a smettere.
Possente,David si avvicinava ad Alessandro "calma amico,hai bisogno di andare in ospedale" disse Alessandro alzando le mani in segno di resa.
"Mia!" sbraita David,con possesso nella sua voce "posso darti tutto ciò che ho" Alessandro inizia ad uscire dalle tasce tutto ciò che esse contenevano gettandole a terra a quel mostro con la speranza che lo lasciasse in pace.
Con uno scatto David compare a pochi centimetri dall'auto,dove sedeva Sara,che aveva smesso da poco di vomitare ma aveva lo stomaco a fuoco e le mani su di esso per il dolore.
La fissa con brama ridendo di gusto.

La persecuzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora