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Recupero i bagagli dopo essere scesa dall'aereo con Leigh. In poco tempo attraversiamo la folla e ci ritroviamo fuori dall'aeroporto.
Siamo a Dublino! Mi guardo intorno e respiro a pieni polmoni. Non posso credere di essere qui.
«eccoci qua» dice Leigh e mi guarda sorridendo.
«e ora che si fa?» chiedo.
«beh...cerchiamo un taxi?» chiede lei e io annuisco.
Questo è stato il momento in cui ho pensato che sicuramente vedo troppi film. Chiamare un taxi non è di certo facilissimo. Al contrario delle modelle dei film che, su tacchi a spillo, corrono lungo il marciapiede e con un fischio riescono a chiamare un taxi, io stavo per essere investita e stavo cadendo a terra nonostante indossassi le scarpe da ginnastica. E inoltre non sono riuscita a catturare l'attenzione di nessun taxi. Finalmente però un tassista ci nota e riusciamo a salire su uno di questi cosi.
Quando ci chiede dove vogliamo andare, guardo un attimo Leigh confusa. Dove dobbiamo andare?!
Per fortuna parla lei e dice «può dirmi dove si trova un bed & breakfast vicino, per favore?»
Lui ci spiega che ce ne sono alcuni e poi  ci porta a quello più vicino, non possiamo spendere cinquanta euro per un viaggio in taxi.
Quando scendiamo chiedo alla mia amica «ma non dovevamo prenotare?»
«ma no, non stiamo andando mica in un prestigioso hotel a cinque stelle »
Annuisco anche se non sono molto d'accordo e poi la seguo  all'interno dell'edificio.
«salve, vorrei   prenotare una camera per due per...una settimana per ora» dice. La signora inizia a scrivere al computer e poi ci porge la chiave della camera numero 57.
Saliamo al secondo piano e troviamo la stanza. Entriamo e ci guardiamo intorno: niente male. Due letti singoli, un tavolo e il bagno. L'essenziale.
«svuotiamo ora le valigie?» chiedo.
«mh si dai, poi andiamo a mangiare che sto morendo di fame.» dice Leigh.
Annuisco e apro la valigia. Non vedo l'ora di vederlo, sono al settimo cielo. Sono anche un po' nervosa in realtà. Decido di dedicare l'attenzione alla valigia che sto svuotando. Metto i vestiti nell'armadio e nella cassettiera e poi quando ho fatto, vado in bagno per darmi una sistemata. Pettino i capelli mossi e mi trucco un po'. Leigh come sempre è perfetta, con i capelli ricci e la carnagione scura. È davvero una bella ragazza.
«andiamo a pranzo?» chiede lei e io annuisco. Prendiamo entrambi le nostre borse dove infiliamo soldi e telefono. Usciamo dalla stanza e diamo la chiave alla donna della reception.
Usciamo e chiediamo informazioni ai passanti. Ci indicano una paninoteca non molto costosa ma di buona qualità e noi ci dirigiamo lì.
Prendiamo un panino a testa e lo divoriamo subito. Avevo davvero fame e me ne sono accorta solo ora.
«quando andiamo a trovarlo?» chiedo rimanendo sul vago. La mia amica però mi ha capita al volo e quindi dice «anche oggi pomeriggio.» risponde.
«ah pensavo che prima volevi fare qualcos'altro...» dico e lei risponde dicendo «no, siamo qui per te e per vederlo, quindi. Perché intanto non gli mandi un messaggio e gli dici che sei qua?»
Annuisco e prendo il telefono.

J-Sono a Dublino xx

Lui risponde dopo cinque o dieci minuti dicendo

L-già sei qua?!

J-Si...

Faccio leggere a Leigh e lei scuote la testa dicendo «non si aspettava questo imminente arrivo a quanto pare. Non è un buon segno.»
«magari invece è un buon segno, magari è solo agitato di vedermi...»
Cerco di convincere anche me stessa ma non so se riesco nel mio intento.
Lei scuote la testa in segno negativo e io finisco la mia bevanda in silenzio.
Dopo di che facciamo un giro per la città e tra una chiacchiera e l'altra decidiamo di sederci a un parco.
Quando si fanno le cinque, decidiamo di andare a cercare la casa di Lucas. Chiediamo ai passanti se quella via è vicina e loro ci dicono che sono due chilometri verso destra. Decidiamo di chiamare un taxi e diciamo di portarci lì.
Durante il viaggio sono molto tesa, ho un brutto presentimento.
Quando arriviamo scendiamo. Siamo molto lontani dal centro della città, qui ci sono solo poche casette distanti l'una dall'altra e non c'è quasi nessuno nei dintorni.
«dovrebbe essere quella...» dice Leigh indicando una casa con il numero civico che cerchiamo scritto con un pennarello nero.
Annuisco e prendo l'iniziativa di dirigermi verso l'abitazione. Ho il cuore a mille: c'è la possibilità di trovare o un impostore o la persona che amo.
Quando ci avviciniamo, bussiamo alla porta e nessuno viene ad aprirci. Il campanello è un po' scolorito, quindi non si legge il nome di chi ci vive.
«e se troviamo uno stupratore?» chiedo un po' in ansia.
«stai tranquilla» dice Leigh e cammina verso il retro della casa. La seguo. C'è un giardinetto incolto e una veranda. C'è una porta per uscire sul retro aperta, c'è solo una zanzariera chiusa. Proprio per questo riusciamo a sentire delle risate all'interno della casa compagnate da musica alta.
Sono risate di ragazze, anche se non capisco bene quante sono.
«che si fa?» chiede Leigh.
«non so...mi pare brutto entrare da qui, proviamo a bussare di nuovo alla porta principale» propongo e così torniamo dove eravamo prima.
Continuiamo a bussare e a suonare al campanello e dopo un po' qualcuno apre. Questo "qualcuno" non è affatto un ragazzo biondino che c'era nelle foto di Facebook, ma è una ragazza mora, con i capelli lunghi, un tatuaggio strano sul braccio e dei vestiti dark.
«ehm...ciao, stavo cercando un certo Lucas...» dico e lei all'inizio ha un'espressione confusa.
«io sono Jesy. Non ho capito bene, chi stai cercando?» chiede lei.
«mh ...Lucas» dico. Lei alza un sopracciglio e poi si illumina.
«Ah si, Lucas» dice facendo le virgolette sul nome "Lucas".
«te lo chiamo» dice e va dentro lasciando la porta aperta.
Guardo Leigh che storce la bocca. So che la situazione le puzza parecchio e in realtà neanche io so più cosa pensare.
Dopo un po' torna e si sposta da una parte.
«eccoti Lucas» dice ridendo e io rimango a bocca aperta. Cosa vuol dire questo?!

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