Capitolo 2

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Arrivò anche Peter in ospedale e risalimmo tutti e tre in sala d'attesa. Ancora non si sapeva nulla, com'era possibile? Erano ore che i medici stavano lì dentro senza farci sapere notizie. Avevo un brutto presentimento ma subito lo scacciai via dalla mia testa. Non doveva succedere nulla, poche ore e ci avrebbero detto che Emma stava bene. Pochi giorni e l'avrei stretta di nuovo tra le mie braccia, non l'avrei più lasciata andare. Questa era la mia unica certezza in questo momento.
Loro due erano lì, Chloè continuava insistentemente a piangere sulla spalla di Peter, che anche lui era abbastanza teso per tutta la situazione. Ma io? Io non ci riuscivo. Non riuscivo ad esternare quello che stavo provando dentro; rabbia, malinconia, tristezza. Dio solo sa cosa mi stava frullando in testa in questo momento. Un miscuglio di sentimenti che mi facevano sentire una merda. Non sapere sue notizie mi faceva male, e non passava minuto che non fissassi quella maledetta porta. Prima o poi sarebbe dovuto uscire qualcuno da lì dentro, se ci avessero impiegato ancora molto sarei potuto impazzire, era garantito.

- 'Pronto?' Rispose Chloè al telefono singhiozzando.

- 'Si Nadia, siamo qui. Al 3*piano.' Riattaccò e si sporse per un attimo a guardarmi.

- 'Tutto ok?' Le chiesi semplicemente, anche se non era una domanda appropriata in questo momento, ma non sapevo cosa altro dirle.

- 'No, ma un po' mi sto calmando. Peter ha detto che il medico che la sta operando è bravo, quindi non ci dovrebbero essere complicazioni.' Deglutì. 'Lo spero.'

- 'Si, dai cerchiamo di ragionare e tranquillizzarci un po'.' In realtà ero il primo a non rispettare le mie parole, non ero affatto calmo; figuriamoci se mi fossi messo a ragionare.

- 'Amico, è uno dei migliori dottori di tutta Miami.' Mi parlò Peter, cercando di confortarmi.

- 'Lo spero, lo spero davvero.' Sospirai, distogliendo lo sguardo dai due e continuando a fissare la porta. Non c'è la facevo più.

Mi alzai dal mio posto e mi avvicinai alla segretaria della struttura. Era ancora seduta lì al pc, probabilmente indaffarata con il suo lavoro.

- 'Mi scusi...di nuovo. Ha notizie per caso di Emma? Quella ragazza che stanno operando?' Le chiesi disperato.

- 'No...guardi, lo so che è difficile. I medici stanno facendo del loro meglio, come hanno sempre fatto. Ma io come vede sono qui, esattamente come lei e non so cosa stia succedendo lì dentro. Cerchi solo di calmarsi e distrarsi.' Mi rispose in tono professionale, cercando di essere più gentile possibile. Ma come facevo a distrarmi? Non era una cosa nettamente vicina alla realtà.

- 'Ci proverò. Grazie.' Mentì, sarebbe stato inutile provarci, ancora più assurdo riuscirci. Quando si parlava di Emma non ero mai stato capace a distrarmi dal pensiero di lei, di quel sorriso. Da tutto. Era umanamente irrealizzabile.

Tornai a posto, visto che era l'unica cosa da fare qui dentro. Aspettare. Lunghe ed interminabili ore a pregare.

- 'Nadia!' Gli andò in contro Chloè, ricordavo questa donna, ma non avevo presente dove l'avessi potuta vedere.
Le due parlarono un po' e poi si avvicinarono a noi.

- 'Questo è il ragazzo di Emma.' Mi indicò la bionda.

- 'Ciao sono Nadia, la segretaria. Ricordi?' Mi alzai e mi strinse la mano.

- 'Si...si, certo. Matt.' Mi risedetti. In realtà non avevo la più pallida idea di chi fosse, l'avevo vista solo pochissime volte e la ricordavo diversa.

- 'Chi altro sta venendo dell'azienda?' Le parlò Chloè.

- 'Gli ho detto agli altri di venire dopo caso mai. Non sarebbe giusto creare troppa confusione non credi?'

- 'Hai ragione Nadia.' Le rispose e poi si avvicinò verso di me.

- 'Matt?' Mi chiamò.

- 'Si Chloè?'

- 'Ricordi la domestica di Emma?' La guardai con un'espressione stranita. 'So tutto, so che la conosci. Dovrei chiamarla a quest'ora della notte o sarebbe meglio domani?' Era nel panico più totale, non di certo sul chiamare o meno Maria. Cercava in ogni modo di non pensarci, sennò piangeva.

- 'Non la conosco in realtà, ci ho parlato 10 minuti scarsi Chloè.' Ero leggermente seccato, ma non diedi a vedere molto. 'Forse sarebbe meglio aspettare che faccia giorno.' Le consigliai, ritenendo fosse la cosa più giusta da fare.

- 'Si, già. Potrebbe prenderle un collasso se la svegliassi con questa notizia.' Guardò in basso e poi si allontanò. Andando da Peter e Nadia già seduti.

Volevano tutti bene ad Emma, lo potevo notare dei volti preoccupati che avevano, dalle espressioni tristi. Non li biasimavo, chi non avrebbe amato quel faccino dolce? E poi aveva una solarità ed un'energia così positiva che sarebbe stata capace di riscaldare un'intera stanza solo sorridendo. Era perfetta, nelle sue imperfezioni. E mi mancava, mi mancava terribilmente. Ma quell'insopportabile porta grigia, fatta di alluminio, non voleva saperne di essere aperta.

[COMPLETATO](SEQUEL) Conflitti d'amore - "Niente è come sembra".Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora