Capitolo 24

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Quella notte mi ci volle poco ad addormentarmi, ma molto di più a cercare di riprendere sonno durante gli svariati risvegli notturni. Mi ero decisa a mettere una pietra sopra sull'accaduto di quella sera, Matt aveva i suoi motivi per portare rancore per l'accaduto ma non parlarmene peggiorava solo le cose. L'unica soluzione possibile era rilassarmi tra le sue braccia confortarti che oramai erano diventata "casa" per me. Affrontare il viaggio era un'altro paio di maniche però. Dopo esserci svegliati quella mattina, avevamo fatto colazione ed eravamo letteralmente scappati in aeroporto per il check-in.
'Se non fosse stato per me avremmo perso il volo.' Dissi sorridendo a Matt mentre allacciavamo le cinture di sicurezza.
'Allora non sbaglio quando dico che sei la mia salvezza cara.'
- 'Non hai mai detto che sono la tua salvezza in realtà.'
- 'Lo sei diventata dal primo momento in cui sei entrata a far parte della mia vita.' Mi baciò la fronte con dolcezza. Ci scambiammo un occhiata carica di passione e amore dopo di che l'aereo fece il suo decollo.
Dopo esattamente tre ore e venticinque minuti il volo si concluse, non con pochi timori. Per un attimo pensai di stare per morire tanto erano forti le turbolenze, e tanto forte è sempre stata la mia paranoia. Amica di lunga data praticamente.
- 'Benvenuta a New York!' Esclamò entusiasta Matt.
L'aeroporto JFK era immenso, anzi forse definirlo tale era anche offensivo. Ero eccitatissima all'idea di conoscere quella città meravigliosa e se un posto di transito come un'aeroporto era così bello, il resto doveva essere memorabile.
- 'Signor Fox, sarei lieta di averla come guida in questa espansiva città.' Ci scambiammo uno sguardo d'intesa.
- 'Mmh...dovrei pensarci su. Mi dia un po' di tempo per prendere in considerazione la sua proposta.' Calarsi nel ruolo di uomo potente era proprio perfetto per lui.
- 'Non si faccia implorare. Mi conceda questa grazia.'
- 'Non sono mica un Santo signorina, cosa crede?!' Si mostrò falsamente offeso.
- 'Potrebbe avere qualche ringraziamento "speciale" signore. Sia clemente con questa povera turista spaesata.'
- 'Qualcosa nel modo in cui ha detto speciale mi ha fatto incuriosire. Affare fatto!' Mi porse la mano che prontamente strinsi e poi entrambi scoppiamo a ridere.
- 'Amore credo che il viaggio ci abbia stancato, stiamo delirando!'
Adoravo quell'uomo. 'Hai ragione vecchietto.' Lo stuzzicai. 'Forse dovremmo andare. Per quanto sia bello qui, non vedo l'ora di vedere tutto il resto.'
Non appena prese le valigie - e da specificare era che la mia era enorme. C'era tutto il mio armadio lì dentro e per fortuna non c'erano stati imprevisti di smarrimento o altro genere. Avrei dato di matto, - ad aspettarci c'era un uomo baffuto con alle spalle una splendida limousine nera. Teneva tra le mani un cartoncino bianco con su scritto "Mr Fox".
- 'Non ti fai mancare niente.' Guardai di traverso Matt mentre si era preso la briga di portare anche la mia valigia, lasciandomi solo con un leggerissimo trolley.
- 'Per te solo il meglio.'
Il buffo signore con il cartoncino bianco ci vide e si avvicinò in fretta e furia aiutandoci con i bagagli. - Salve Miss, lei è la famosa Emma?' Guardai confusa Matt. 'Si, sono io.' Sorrisi all'uomo.
- 'Il signor Fox ha parlato molto di lei con i suoi familiari. Piacere di conoscerla. Sono Eduardo, lo chauffeur di famiglia.'
- 'Ah davvero?!' Rivolsi quella domanda guardando in modo interrogativo Mr Fox. 'Piacere mio, e mi chiami Emma.'
- 'Diciamo che ho anticipato qualcosina.' Rise quest'ultimo.
Se c'era una cosa che iniziavo a non gradire era il traffico. Miami era trafficata e anche parecchio, ma nulla in confronto alla bolgia della Grande Mela. Guardando dal finestrino tutto si susseguiva in una miriade di luci e colori. Enormi tabloid erano praticamente ad ogni angolo e le persone pullulavano tutte le strade. Tutti così impegnati a portare avanti le loro vite, lavorative e non. Alle nove del mattino correvano come impazziti, che nel loro gergo voleva dire "camminare veloce". Io a malapena mi capacitavo di quello che stava per accadere. Dopo due ore imbottigliati nel traffico, dove anche un po' per fortuna ero riuscita ad ammirare il panorama, arrivammo a casa di Matt che era leggermente fuori dal centro. Ed anche qui non la si poteva minimamente definire casa, solo uno stupido senza conoscenze linguistiche direbbe che quella era una semplice casa. Assomigliava più che altro ad un'immensa reggia. Paradossale anche solo il fatto che a Matt piacesse la mia villa, che paragonata a questa era una catapecchia tanto per intenderci.
Dei cancelli si aprirono e la macchina percosse un paio di metri, girando intorno al giardino della proprietà, bellissimo anche quello. Molto raffinato.
- 'Che ne pensi?' Mi chiese Matt prendendomi per mano.
- 'Che ne penso?! Vorrai scherzare forse! È fantastica Matt, stai in un castello praticamente.'
Rise con un po' di angoscia. 'Diciamo che a mia madre piacciono gli ambienti spaziosi.'
- 'E ho solo visto il giardino, non immagino dentro come sia.'
- 'Questo è solo il giardino d'entrata. Quello vero e proprio è dietro casa, da qui non puoi vederlo ma ti ci porterò.'
- 'Non ci posso credere! Hai per caso qualche parco divertimenti anche? Magari allo stile di Ricky Rich.' Mi misi a ridere ma l'espressione di Matt non negava quello che avevo appena ipotizzato. Mi portai una mano alla bocca.
Scoppiò a ridere fortissimo e si portò la mano alle labbra per baciarmela. 'Ci eri cascata.' Disse fiero. 'Dai scendiamo, sono tutti ansiosi di conoscerti.' Oh no!
- 'Aspetta un'attimo Matt. Vorrei prendere un po' d'aria prima di entrare dentro casa.'
- 'Non ti senti bene?'
- 'Non è questo, sai quelle due ore dentro la macchina mi hanno uccisa.' Non la davo a bere a nessuno, anche se era forse una delle bugie che più si avvicinavano al vero motivo.
- 'Paura Emma?' Disse beffardo.
Alzai un sopracciglio. 'E di cosa esattamente? Illuminami.' Fece il giro e dell'auto e mi aprì la portiera porgendomi la mano. 'Hanno aspettato per tutta la vita, quindi cinque minuti in più che saranno mai!'
Mi aiutò a scendere dalla limo ed Eduardo ci informò che ci avrebbe lasciato soli.
- 'Non è che sia proprio paura...' Dissi improvvisamente dopo un po' di silenzio. '...non ho mica due anni. È solo che temo di non essere all'altezza delle aspettative. Insomma anche io provengo da una famiglia adagiata, ma non reggo il confronto con il tuo stile di vita.' Mi girai per indicare l'immensa dimora Fox. 'Forse vorrebbero ben altro per il loro figlio. Una donna con più responsabilità alle spalle, non me diciamo.'
Matt mi scoccò un'occhiata carica di furia. Gli occhi stretti e ridotti a due fessure. Dove il verde smeraldo che li contraddistingueva era maturato fino a diventare quasi nero.
- 'Sai, che tu possa anche solo pensare una simile cazzata, mi fai infuriare come una bestia! In primis sono io che scelgo con chi voglio stare, non di certo i miei genitori o chi per loro. Tutto questo...' Si girò e indicò anche lui la reggia. '...non è reale. I soldi non sono reali Emma, e contrariamente al pensiero comune non fanno la felicità. Sembrerà assurdo: con i soldi si compra praticamente anche l'aria che respiriamo, ma fidati di me...ho vissuto nell'oro praticamente da sempre. Non so cosa significhi non avere una bella macchina ogni qual volta che striscio la mia carta di credito, ma non ero felice. Non lo ero per niente. Con i soldi compri tutte le porcherie che più appagano il tuo ego, e per quanto mi riguarda ho speso soldi per ogni singola cosa che si possa comprare; quindi tutto praticamente! Eppure erano solo stronzate, una macchina a settimana non ti rende realmente felice.' Mi prese la mani che mi stavano tremando nel sentire quelle parole. 'L'amore vero rende felici e sopratutto liberi. Io con te sono libero.'
- 'Scusami...non volevo insinuare quello che pensi.' Balbettai un po'. 'Ti conosco Matt, so come sei realmente dietro la facciata di potente uomo d'affari.'
- 'Allora ti prego, non dire mai più una cosa simile. Sei all'altezza di ogni cosa, e ogni aspettativa su di te non è mai quella giusta, poi si finisce sempre a superare la migliore delle ipotesi sul tuo conto. Ti adoreranno i miei, ne sono convinto.'
Non volevo continuare a farlo uscire pazzo con tutti questi piagnistei ma dovevo finire di esprimere le mie preoccupazioni sennò mi avrebbero mangiata viva: 'e se non fosse così? Se ti sbagliassi e non gli piacessi affatto?'
- 'Se ti conosco bene come credo, la risposta alla tua domanda inespressa è no. Non mi farei mai condizionare da qualcuno, nemmeno fossero i miei genitori. Tu per me sei perfetta, sei la persona che cerco da una vita e ora che ti ho trovata sarei solo uno stupido imbecille a lasciarti sfuggire.' Eccome se mi conosceva...era incredibile come riuscisse a leggermi dentro. Solo lui ci riusciva così bene.
Mi fiondai su di lui per abbracciarlo e per poco non cademmo su quel prato tanto curato. 'Ti amo.' Gli sussurrai ad un orecchio.

[COMPLETATO](SEQUEL) Conflitti d'amore - "Niente è come sembra".Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora