Grazie per ciò che mi hai donato

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Sono in treno, sto andando a "trovare" mio zio, abita a Milano dunque quando torna nelle vicinanze della costa adriatica lo inseguo come un cagnolino. Mi sono sempre sentito fortemente attaccato a lui, da quando sono piccolo, suvvia penso che tutti noi abbiamo una persona che ci sia stata vicina per un po' di tempo, alla quale ci siamo affezionati, forse non tanto per l'affetto che ci dà, ma per come ci ha sempre trattato, quel comportamento che vorresti avere anche tu un giorno, ma a modo tuo, quella consapevolezza di intraprendere questo lungo viaggio che chiamiamo vita, con quella leggerezza che hai visto solo in quella persona. La voglia di assomigliare anche solo per un minimo a lui è enorme, forse perché mi ha sempre fatto sentire bene, sentire a casa senza un padre né una madre nelle vicinanze. Digressione che sono tenuto a fare quasi inneggiandolo, dopotutto glielo devo, mi ha sempre trattato e accolto come un figlio. Accanto a me oggi c'è una famiglia di persone che stanno litigando a causa della figlia maggiore che sbadatamente ha lasciato la gabbia del coniglio aperta,  il quale ha gentilmente ringraziato la padroncina scagazzando per tutta casa, queste sono le storie che mi piace ascoltare quando sono in treno, il paesaggio marittimo e le colline non mi bastano più, la musica è oramai diventata troppo ripetitiva essendomi fissato sempre con la stessa playlist, ogni volta che salgo sul treno per recarmi qui mi sembra sempre di vedere lo stesso film. Il treno stranamente sbuffa o meglio fischia, sento nell'aria la felicità di tornare bambino pur rimanendo quello che si definisce oramai un uomo di 1,81 per 82 chili, il mare si fa più lontano e la stazione d'arrivo è ormai sotto i miei occhi... Chissà cosa imparerò questa volta per i miei futuri nipoti.

                                             Nicoló Galasso

Sensazioni dimenticateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora