Sensazioni dimenticate

Una storia semplice

Sono e saranno sempre troppo poche le parole per descrivere i fatti che sto per raccontare, il mio dolore, non può più essere espresso, è una cosa che ho dentro,tanto facile da capire quanto da ascoltare, la sola difficoltà è superare, sì, andare avanti è una cosa che riteniamo facile fino a quando non capiamo che siamo nella medesima situazione; io, solo, sono un punto nell'infinito, l'unica chiazza nera su un foglio bianco, e se fosse questo quel foglio bianco, chi mai potrebbe dire che non dico la verità, o almeno ciò che penso: agisco da indifferente nella semplicità delle cose che riesco a fare solo perché nessuno sa realmente chi sono, cosa faccio, e soprattutto perché... Cambio, sono in continuo mutamento eppure nessuno se ne accorge, i tratti fisici rimangono quelli che sono, ma cambio dentro... Perché nessuno se ne accorge? Eppure lo mostro, lo mostro sempre, è una costante, sei tu!... Tu mi fai cambiare, non lo riesco più a negare, tendo ad assomigliare a ciò che ti piace anche se mi fa schifo, cambio me stesso solo perché non riesco più ad esserlo senza te... Senza te, parola temuta da tutti, eppure adesso suona alquanto familiare... Prima era solo te... Quel senza ha cancellato ogni piccola forma di amore che ho mostrato nei tuoi riguardi, ma non pensare che quell'amore sia svanito, c'è, è nell'aria, c'è stato e tu non l'hai sentito o forse non ti importava... Utilizzo questo imperfetto perché è l'unico verbo che mi assomiglia, è un verbo incerto, che dura nel tempo, eppure dà l'impressione di essere finito. Non è tanto quella frase che hai detto che ha fatto svanire nel nulla ciò che ho sempre pensato... Sono stati i tuoi occhi, gli occhi nei quali mi sono sempre perso, nei quali vedevo la tua anima, la mia. Io lo ricorderò, fa parte di me, come lo facevi tu, come avrei voluto che lo facessi ancora... Eppure non è stato l'amore, ma tu, ad uccidere quella parte di me che non voleva cambiare.

Nicolò Galasso