capitolo 1

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A volte capita a tutti di stare li fermi a fissare qualcosa o qualcuno e riflettere. É questo che sta capitando a me. Ammiro le persone che passeggiano per strada, gli anziani giù in piazza che come ogni giorno, puntualmente alle due portano un tavolino e una sedia ciascuno e giocano con le carte. Sembrano spensierati, felici, incuranti dei problemi che abbliggono le loro vite. Ed è così che vorrei sentirmi anche io. Vorrei annullare tutto, tutti i miei mille problemi, le mie ansie, tutta quella tristezza che mi perseguita.I miei pensieri sono interrotti dalle urla di un anziano, mio nonno, che felice come non mai esulta per aver batutto i suoi "giovani" amici. E istintivamente rido. Mio nonno, Giorgio è il suo nome, si accorge di me che lo sto spiando dall'alto dal balcone di casa nostra e sorride. So cosa sta pensando, é felice di vedermi sorridere. Ultimamente non mi capita spesso, non che prima lo facessi molto di più. Sono sempre stata una ragazza molto introversa, taciturna, timida Che difficilmente si apre con gli altri.
E proprio mentre saluto con un cenno di mano il mio amato nonnino scorgo due occhi che mi fissano. QUEGLI OCCHI. Due occhi profondi, allegri, scuri ma in cui vedo il mare. Di chi sono questi occhi vi chiederete... sono di lui, Ignazio Boschetto. Si proprio lui. Uno dei tre artisti de IL VOLO. e vi chiederete come mai un artista di quel livello abita accanto a me... sinceramente non lo so nemmeno io. So solo che si é trasferito qui da un mesetto e che non esce mai, se non sul suo terrazzo. É un ragazzo misterioso ma che ogni volta che incontra il mio sguardo sorride.e puntualmente io vado in estasi. Sono affascinata da lui, dalla sua voce che nelle ore più profonde della notte accompagna il mio sonno. Lui e la sua voce sono la colonna portante della mia vita, la mia ancora.
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Passano le ore , sono le 9 di sera e io e mio nonno abbiamo appena finito di mangiare. Accompagno nonno a letto e dopo mi reco im cucina per riordinare la cucina e sciacquare quei pochi piatti utilizzati per cenare. Ad un tratto sento il campanello suonare. Rimango per un secondo immobile, spaesata pensando a chi possa essere a quest ora. Non appena alzato il citofono sento la sua voce.
I- SALVE SCUSI SE LA INTERROMPO MA PORTEBBE FARMI SALIRE? HO DIMENTICATO LE CHIAVI IN CASA E L UNICO MODO PER RIENTRARE È PASSARE DAL SUO BALCONE
Rimango imbambolata per attimi lunghi secoli, incredula del fatto chs ignazio boschetto abbai appena citofonato a casa mia e che voglia salire. Mi sveglio da quello stato di trance non appena odo la sua voce allarmata
I- si sente bene signorina, scusi nemmeno mi conosce ma davvero non saprei come fare
G- no si figuri salga pure, ora la apro, 5 piano , la aspetto sulla porta
I- grazie mille
Mi reco alla porta e aspetto il suo arrivo. Non ci credo. Iganzio sta venendo a casa mia

Note delo autrice
Salve a tutti, scusate per l'attesa ma ho avuto problemi di famiglia e non ho potuto scrivere un capitolo decente, non che questo lo sia. Sono Giada e questa é la mia prima storia, quindi non so come io sciva e sono aperta a nuovi suggerimenti e anche a critiche. Lo so il capitolo é breve, ma prometto che se esso raggiunge 30 visualizzazioni e 3 commenti stasera ne posto un altro, altrimenti uno al giorno.
Quindi mi raccomando commentate in molti e non dimenticate di schiacciare sulla stellina. Ah questo é solo un capitolo di passaggio, al prossimo inizia la storia.
Un bacio a tutte.

inseparabili, ma separatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora