VII - La verità

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Mi sentii diventare sempre più pallida ad ogni secondo che passava. E poi, menti fantasiose e incredibilmente limitate? Come osava? E soprattutto aveva ricominciato ad odiarmi?

Mi costrinsi a voltare la testa a sinistra, nella direzione da cui proveniva quella voce.

Non fui per niente sorpresa di vedere il re, ma la delusione che avevo provato nel momento in cui aveva parlato non era nulla paragonata allo shock dovuto alla visione che mi si presentò davanti: Leonardo non era accompagnato dall'uomo bruno o da Thenebrus, bensì dai gemelli Grayson, Josh compreso.

Evidentemente la discussione avuta alla festa non era durata molto a lungo.

Fissai con disgusto le tre figure alte di fronte a me senza proferire parola. Non volevo dar loro nessuna soddisfazione.

Poi la tensione fu smorzata da un sorriso sarcastico di Cory, indirizzato ad Hannah. "Ehi, Hannah, stanotte sei riuscita a dormire? Te lo chiedo così, per sapere, visto che hai la stessa faccia che si addice ad uno zombie".

Punta sul vivo, scattai in piedi prima che Hannah potesse rispondere. "Non è riuscita a dormire, no", sbottai. "Aver passato tutto quel tempo con te l'ha traumatizzata a tal punto che non riesce a smettere di sognare la tua faccia schifosa e si sveglia ogni notte con la stessa espressione di chi sta guardando uno scarafaggio spiaccicato sotto la suola delle scarpe".

Il volto di Cory assunse un colorito sempre più scarlatto mentre si avvicinava a grandi passi nella mia direzione, fissandomi dall'alto in basso per la sua stazza imponente. "Come osi rivolgerti a me in questo modo?".

Al diavolo la prudenza. Rotto per rotto, rompiamolo tutto.

Mi avvicinai a lui abbastanza da eliminare quel poco di distanza che ci separava. "Oso con la stessa sfacciataggine che avete avuto tu e tuo fratello nel venirci dietro come cani per tutti questi anni, quando non siete altro che degli sgradevolissimi e fastidiosissimi rifiuti di Dio".

Ormai le orecchie di Cory erano più rosse che rosa e, se avesse potuto uccidermi con lo sguardo, probabilmente a quest'ora avrebbero già organizzato il mio funerale.

La situazione precipitò quando, con la coda dell'occhio, vidi Josh muoversi istantaneamente verso di me con le stesse intenzioni del fratello scritte visibilmente nello sguardo.

Qualcuno mi salvi, per favore. O perlomeno fa' che sia una morte veloce.

Una mano misericordiosa entrò nel mio campo visivo frapponendosi tra me, Cory e Josh al tempo stesso. Respinsi l'impulso di aggrapparmi a quel braccio divino soltanto perché, due secondi dopo, il proprietario parlò e solo allora mi accorsi del calore emanato ancora una volta dal ciondolo a forma di cuore.

"Ora basta, vi siete tutti sfogati abbastanza per oggi", disse Leonardo, fermo e infastidito contemporaneamente. "Josh, Cory, aspettatemi nella sala d'ingresso. E tu", aggiunse, voltandosi verso Hannah. "vai dove vuoi, ma lasciaci soli".

I gemelli sparirono in direzione della porta della biblioteca e Hannah, raccogliendo tutte le sue cose e facendone cadere almeno la metà, si dileguò tra gli scaffali.

Ciao. Chiunque tu sia, mi hai salvato la vita una volta, no? Potresti farlo di nuovo? Te ne sarei grata per sempre.

Incrociai le braccia e fissai con un'espressione di sfida Leonardo, in attesa.

Io non avevo assolutamente nulla da dirgli e l'unica cosa che potessi fare era aspettare che lui dicesse qualcosa; e in fondo sapevo che quel qualcosa non mi sarebbe piaciuto per nulla.

Si voltò verso di me guardandomi dall'alto in basso con lo stesso sguardo furioso del cugino, il che ovviamente non mi tranquillizzò affatto e rischiò di far cedere tutta la mia arroganza.

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