IV - Ira improvvisa

4.6K 300 50
                                    

No, no, no, no. Mi rifiutavo di credere che fosse una semplice coincidenza.

Possibile che dovessi trovarmelo nello stesso posto nello stesso momento ogni santa volta da quando avevo incrociato il suo sguardo? E perché il cuore non smetteva di bruciarmi?

Non mi girai di proposito, nonostante questo potesse essere considerato come un atto di indubbia maleducazione e arroganza verso il re.

Chi se ne frega, pensai semplicemente. Basta che il bruciore al petto finisca!

"Psss! Elenoire! Girati!".

Ignorai la vocina impotente di Hannah alla mia destra e restai a fissare il piatto ormai vuoto davanti a me. Non dovevo girarmi, altrimenti sarei stata di nuovo male e il ciondolino sarebbe esploso: lo sapevo. O meglio, lo sospettavo...

"Oh, non vi preoccupate", disse il re alle mie spalle, nella voce un sorriso sarcastico e arrogante. "Non mi aspetto che tutti mi riconoscano con facilità come loro re, visto che...".

"... hai passato tutta la tua vita chiuso in un castello senza mai farti vedere fregandotene altamente di quello che succedeva nel regno", finii per lui senza riuscire a controllarmi.
Un silenzio agghiacciante seguì le mie parole e mi resi conto che probabilmente tutti i clienti della locanda avevano seguito il discorso.

Risuonarono nella stanza dei passi lenti e decisi e con profondo terrore vidi il re fare il giro del tavolo per potermi venire davanti e guardarmi in faccia. Nell'individuare il suo sorriso spavaldo, arrogante e maledettamente perfetto sentii un odio montarmi dentro con una velocità straordinaria, mentre il ciondolo a forma di cuore continuava ad ardere senza pietà sul mio povero petto mandandomi fuori di testa e, con essa, la prudenza.

Il re, di tutta risposta, non smise di sorridere. I suoi occhi color smeraldo, però, lampeggiarono come se volessero darmi una specie di avvertimento a non andare oltre: ma l'impulso di ferire quel ragazzo dalla faccia da schiaffi fu più grande di tutto il resto.

"Sua Maestà non sarà lieto di sapere che il suo sguardo non avrà alcun effetto su di me, come invece capita a tutte le ragazze su cui Sua Maestà posa i suoi occhi". Poi sorrisi.

Il mio cambio di tono improvviso lo lasciò un attimo senza parole, ma non ci mise molto a ricomporsi e a ricambiare il sorriso. "Vi assicuro, Vostra Grazia, che non ne avevo alcuna intenzione". Distolse gli occhi dai miei e si rivolse al gemello alla mia sinistra che era rimasto lì per tutto il tempo senza proferire parola. Mi ero quasi dimenticata di lui, suo fratello e Hannah, presa com'ero a tentare di dominare l'improvviso odio per il re.

"Josh, ho notato i tuoi comportamenti... mmm, spinti verso la signorina Wild", gli disse senza smettere di sorridere. "Hai intenzione di accompagnarla alla mia festa di domani?".

Mentre con una parte della mente registravo il nome del gemello numero uno, che fino a quel momento era rimasto anonimo, Josh sorrise a sua volta e si voltò verso di me. "Che ne dite? Verrete alla festa del re insieme a me?".

Sotto gli occhi di tutta la locanda mi fu impossibile rifiutare, considerato che lo sguardo di Leonardo continuava ad essere rivolto a Josh, permettendomi di pensare con chiarezza.

Ma era proprio quello che volevo. "Certo". Sorrisi, lanciando un'occhiataccia al re: lo vidi ridacchiare senza scomporsi troppo, come se la scena fosse incredibilmente divertente, ma le circostanze gli impedissero di dar sfogo al suo entusiasmo.

La mano di Josh riprese la mia, posata ancora sul tavolo, e la strinse delicatamente: ogni parte del suo volto sprizzava un'immensa felicità e iniziai a sentirmi un po' in colpa; l'avevo volontariamente illuso e stavo cominciando a pentirmene...

Eyes of ShadowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora