7.

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"Ciao mamma." dissi
"Ciao Trish, come stai?" mi chiese la donna mora seduta su una sedia a dondolo nella sua camera completamente imbottita.
"Sono Cheryl." risposi
Non potevo credere che non si ricordasse il mio nome.
"Non ho una figlia con questo nome." alzò gli occhi dal polso che si tormentava di continuo "Avanti Trish, smettila con questo scherzo!" continuò poi
"Mamma io non sono Trish.." risposi con voce spezzata dalle lacrime che stavano per scendere.
Lei mi sorrise poi vidi il polso tingersi di rosso così come la sua camicia da notte bianca con i fiorellini.
Vidi mia madre sorridermi per poi chinare la testa in avanti.

[...]

"Ciao papà!" esordii entrando nella stanza per gli incontri in carcere.
"Ciao Pikachu.." rispose lui sorridendomi
"Ce ne stiamo andando papà.." sussurrai "In Germania. Siamo stati adottati da una famiglia di Monaco." continuai
"Mi dispiace non poter più vedere la mia Pikachu.."
"Smettila di chiamarmi Pikachu.." sorrisi
"Mi mancherete.." disse
"Anche se sei stato uno stronzo mi mancherai anche tu." risposi
Bussarono alla porta ed entrò una guardia carceraria in compagnia di un uomo ben vestito, tipo un magistrato.
"Signor Schmid, la sentenza del tribunale è arrivata. Sarà sottoposto all'iniezione letale tra un mese esatto."

"No!" urlai alzandomi e mettendomi seduta sul letto
"Ehi piccola, che hai?" chiese Robert che si era svegliato per il mio urlo disumano.
Ero completamente bagnata di sudore, accesi la luce e guardai la sveglia che stava sul comodino.
Erano le tre di notte ed erano esattamente tre mesi che non facevo quel sogno.
Iniziai a grattarmi il polso sinistro, gesto che facevo sempre nei momenti  di nervosismo.
"Cheryl, che hai?" chiese ancora Robert con la voce impastata dal sonno.
"Niente, tranquillo. Ho fatto solo un brutto sogno." risposi rimettendomi stesa al suo fianco
"Vuoi un bicchiere d'acqua?" chiese poi
"Magari, grazie."
Lui mi sorrise e mi dette un bacio per poi alzarsi dal letto e andare a prendere l'acqua.
Accesi il cellulare e trovai dei messaggi.
Iniziai a leggerli e per lo più erano di mia sorella.

Da: Trish💞
Mi manchi.

Da: Trish💞
Torna presto.

Da: Trish💞
So che non è il momento ma devo dirti una cosa.
Mi sono messa con Mario ma questo lo sapevi già, avevo bisogno di scriverti e questa era la scusa per farlo.

Da: Trish💞
Sono le due e mezza e non riesco a dormire (la mia insonnia colpisce ancora, yee), sei sveglia?
Io ti penso, sorellona.

Da: Trish💞
Mancano due minuti alle tre, Seth russa e io sto guardando la TV.
Scrivimi, ti prego.

A: Trish💞
Manchi anche tu.
Mi sono svegliata adesso perché ho avuto i miei soliti incubi.
Sono contenta per te e Mario anche se già lo sapevo.

Da: Trish💞
Torni?

A: Trish💞
No, non adesso almeno.
Mi dispiace.

Da: Trish💞
Ma che ti abbiamo fatto di male? Non ce lo meritiamo io e Seth.
Dove sei?

A: Trish💞
Sono al sicuro, non preoccuparti.
Ora torno a dormire, buonanotte.

Appoggiai il cellulare al comodino proprio quando Robert si sedette vicino a me e mi porse il bicchiere con l'acqua.
"Non è che ci hai messo qualche veleno per liberarti di me..?" chiesi prima di bere
Lui rise.
"Non voglio liberarmi di te." sorrise
Bevvi l'acqua.
"Grazie Rob." dissi guardandolo
Lui mi abbracciò e mi lasciò un bacio tra i capelli.
Tornò dalla sua parte del letto e si sedette appoggiando la schiena alla spalliera del letto.
"Allora? Ti va di parlarmi di questi incubi?" chiese
Lo guardai e abbassai lo sguardo mentre lui mi prese la mano.
"Non ti giudicherò in nessun modo." disse
"Beh. Ti ho detto la situazione dei miei genitori..i miei incubi sono su di loro. Sogno di andare a trovare mia madre in ospedale è che lei non mi riconosca e che essendo schizofrenica inizi grattarsi istericamente il polso fino a che non scopro che in mano ha un pezzo di vetro. Vedo che la sua camicia da notte a fiorellini inizia a sporcarsi di sangue e che lei muore tra le mie braccia poi di colpo vedo mio padre nelle stanze in cui si incontrano i detenuti e gli dico che verrò in Germania. Lui inizia a dirmi cose dolci poi entra una guardia giurata che mi comunica che sarà sottoposto all'iniezione letale. Poi mi sveglio di soprassalto." dissi singhiozzando "In poche parole sogno le mie paure."
Sentii Robert sospirare e abbracciarmi.
"Non preoccuparti. Sono solo sogni." disse "Tutti abbiamo degli incubi. Anche io li ho." continuò
Alzai gli occhi e lo guardai in modo interrogativo.
"Sì. Io spesso sogno che un infortunio possa interrompere la mia carriera e ho sognato anche che tu te ne andassi da me. Ho sognato che mi dicevi che stavi per andartene in America perché non volevo più vedermi in giro." abbassò lo sguardo "Tutti sogniamo le nostre paure."
Appoggiai la testa alla sua spalla.
"Torniamo a dormire?" chiese
Annuii e mi stesi sul letto.
Lui spense la luce e si stese a fianco a me abbracciandomi di nuovo.
"Se vuoi ti sussurro parole dolci per farti addormentare senza il rischio di incubi.." disse
Risi.
"Beh, vediamo fino a dove ti spingi.." risposi
Mi girai verso di lui e gli diedi un bacio.
"Allora..posso dirti che ci sarò sempre per te, che ti proteggerò da qualsiasi cosa." disse
"Mmmh, va bene dai." sussurrai ridendo
Mi baciò di nuovo e ci addormentammo poco dopo.

[...]

Mi svegliai di soprassalto sentendo dei rumori.
Tastai il letto e vidi che Robert non c'era.
"Rob, dove sei?" chiesi
"Ma buongiorno bella addormentata!" disse avvicinandosi e dandomi un bacio
"Addormentata sicuro, sul bella avrei qualcosa da ridire.."
"Oh ma smettila, sei bellissima." disse con una tale normalità che mi fece rabbrividire.
Nessuno mi aveva mai detto che ero ero bellissima, a parte mio padre.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?" chiese poi vedendo che lo guardavo stranamente
"No, assolutamente no. Tranquillo."
Lo abbracciai e gli diedi un bacio.
"Vieni a fare colazione con me?" chiese
Annuii e mi alzai dal letto infilando i pantaloni della tuta e la sua felpa del Bayern Monaco.
Andai in cucina insieme a lui e trovai due cornetti alla Nutella è un cappuccino già pronto.
"Mi stai viziando." dissi addentando il cornetto
"Ogni tanto posso portarti la colazione, sei la mia ragazza!" disse
Ancora non ci avevo fatto l'abitudine a sentirmi dire che ero la sua ragazza e ogni volta mi veniva un colpo ma a me piaceva morire di quei colpi.

Ci siamo fatti male ma ci veniva bene || Robert LewandowskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora