15.

743 53 13
                                    

TRE MESI DOPO.

Mi svegliai e scansai il braccio di Robert che mi circondava il bacino così da potermi alzare.
Lo avrei lasciato dormire vista l'ora in cui era rientrato dalla trasferta estera di Champions League, guarda caso proprio a Barcellona.
Avevano perso 3-0 e io avevo seguito la partita dal primo all'ultimo minuto, a mio discapito l'avevo seguita dal divano di casa visto che il lavoretto come web designer del Bayern non mi aveva consentito di seguire il mio ragazzo in Spagna.
Mi alzai dal letto e infilai direttamente un paio di leggins e una maglietta a maniche corte.
Presi dall'armadio un coprispalle abbinato e andai in cucina.
Accesi la televisione con il volume basso e preparai il caffè prima di andare al lavoro.
Mentre la caffettiera si scaldava andai in bagno e mi truccai.
La giornalista continuava a parlare ma non le davo molta importanza fino a quando non fecero il servizio sul Bayern Monaco.
Tornai in cucina proprio quando cominciò quel servizio.
"I ragazzi del Bayern cadono al Camp Nou sotto i colpi di Messi e Neymar. Tornano a casa sconfitti ma in attesa di una semifinale di ritorno alquanto emozionante all'Allianz Arena.
Intanto però, dopo la partita i ragazzi hanno avuto modo di svagarsi e divertirsi come Robert Lewandowski che è stato visto all'aeroporto con la sua ex ragazza Ana. Mentre la sua fidanzata americana se ne sta a Monaco ad aspettare che rientri a casa, lui viene avvistato all'aeroporto con l'ex ragazza. Che ci sia sotto qualcosa?"
Mi cadde il cucchiaino con cui avevo girato il caffè con un tintinnio che li avrebbe sicuramente svegliato.
Rimasi immobile per qualche minuto poi raccolsi il cucchiaino e asciugai le gocce di caffè con un pezzo di carta.
Lavai la tazzina e spensi la televisione.
Andai a prendere la borsa in camera e vidi Robert dormire.
Non lo svegliai e uscii di casa.
Chiamai la sede del Bayern dicendo che non sarei andata al lavoro.
Presi il vecchio pacchetto di sigarette e ne accesi una all'istante.
Partii con la mia macchina e guidai per almeno mezz'ora senza una meta precisa mentre i miei occhi piangevano.
Ogni tanto cercavo di asciugarmi le lacrime ma invano.
Cambiavo marce freneticamente e avevo il piede di piombo sull'acceleratore che se mi avesse fermato la polizia sarei stata da ritiro della patente.
Parcheggiai vicino ad un parco e scesi dalla macchina.
Camminai in mezzo al cinguettio degli uccellini e mi sedetti in una panchina vicina ad un laghetto all'interno del parco.
Accesi un'altra sigaretta e presi il cellulare.
Guardai su internet cercando di trovare delle notizie più precise.
Era passata più di un'ora da quando lo avevo saputo e ancora non riuscivo a realizzare il momento in cui avevo visto Robert avvicinarsi ad Ana e baciarla, come faceva con me tutti i giorni.
Vidi di nuovo la loro foto, insieme.
Chiusi Google Chrome e lanciai il telefono in mezzo all'erba crollando in un pianto isterico con ancora la sigaretta in mano che si consumava senza che io avessi fatto nemmeno un tiro.
Ormai mi ero abituata a non fumare quasi più, ero riuscita a smettere per quella promessa fatta a Trisha che si era rivelata pressoché inutile.
Sentii il cellulare squillare così mi alzai dalla panchina e vidi il numero di Mario.
Mi schiarii la voce per non far capire che stavo piangendo.
"Ehi cognato!" esordii
"Cheryl! Non fare finta di non piangere perché non ti credo nemmeno se mi paghi." sentenziò
"Ma io non sto facendo finta. Sto bene." risposi
"E allora perché hai raccolto il telefono da terra e sei crollata in un pianto isterico?" chiese
Alzai gli occhi e lo vidi a poca distanza da me che mi guardava con occhi dolci.
Si mise seduto a fianco a me e mi abbracciò mentre io stavo avevo ancora la testa fra le mani.
"Non è colpa sua."
"Non mi sembra che abbia cercato di scansarla." dissi mostrandogli la foto
"Non ne ha avuto il tempo." rispose lui difendendo l'amico
"Stai dalla mia parte o dalla sua?" chiesi retoricamente
"Da nessuna delle due." rispose lui "Dico solo che dovresti parlare con lui e sentire che ha da dirti." disse mettendosi più comodo sulla panchina.
Mi accesi un'altra sigaretta che sicuramente non avrei fumato, come quella prima e quella prima ancora.
Avrei voluto sparire dalla faccia della Terra o non essere mai esistita.
"Trisha lo sa?" chiesi
"Voleva già andare a picchiarlo." rispose lui accennando uno splendido sorriso
"Dille di stare tranquilla e che me la vedo io." dissi
Mi alzai dalla panchina e andai in un bar a prendere un panino, decisi che avrei fatto come se fossi stata al lavoro, dove mi credeva Robert.
Tornai in quel parco e mi rimisi seduta nella panchina dove stavo prima.
Staccai il cellulare e infilai le auricolari mettendo la riproduzione casuale che come al solito fece partire la musica più adatta a quel momento, quella musica che mi deprimeva ogni volta che l'ascoltavo.
Mi alzai dopo un'ora e mezza, quando il mio turno doveva essere finito.
Accesi il cellulare che iniziò a vibrare all'impazzata mostrando almeno un centinaio di messaggi ricevuti.

Da: Rob💘
Ehi piccola, quando torni a casa non mi trovi. Sono da Thomas a giocare a FIFA.
Ci vediamo stasera💕
Ti amo.💘

Bloccai il cellulare e tornai a casa tranquillamente così da posticipare ancora una volta la chiacchierata che avrei dovuto fare con Robert.
Aprii la porta e mi buttai all'istante sotto la doccia.
Non avevo pianto per tutto il pomeriggio ma quando fui lì, non potei fare a meno che liberare le lacrime.

[...]

"Ti devo parlare." dissi fredda quando lo vidi mettersi tranquillo sul divano per guardare un film insieme come tutte le sere
"È successo qualcosa?" chiese
"Direi di sì."
Sbloccai il cellulare e andai a prendere quella foto che avevo salvata in galleria.
"Hai qualcosa da dirmi?" chiesi dopo averlo fatto rimanere di ghiaccio
"Io..non è colpa mia. Lei mi ha baciato e lei mi ha trattenuto prima di salire sull'aereo." disse avvicinandosi a me "Sei tu l'unica che amo. Cheryl, io ti amo sul serio." continuò
Mi accarezzò la guancia e attacco le sue labbra alle mie mentre le lacrime si facevano strada lungo il mio viso.
Non ricambiai il bacio.
"Ho deciso di partire." dissi sottovoce "Ho già preparato le valigie." conclusi
"Non puoi lasciarmi così." disse
"Ho l'aereo domani pomeriggio. Mi dispiace." dissi
Mi alzai dal divano e andai in camera.
Guardai il mio armadio vuoto e le valigie pronte accanto al letto.
Mi sedetti con le spalle al muro portando le ginocchia al petto e piansi, piansi tutte le lacrime che avevo rimaste in corpo fino a che non mi distesi sul letto e mi addormentai.

Ci siamo fatti male ma ci veniva bene || Robert LewandowskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora