Intorno a me, il nulla.
Non so dove mi trovo. Il prato sembra infinito. Sono seduta su di una panchina, cosa ci fa una panchina in mezzo al nulla?
Inizio ad agitarmi. Mi alzo, non voglio stare qui, non mi piace.
Forse è meglio camminare.
Oh, ecco un sentiero. Porterà sicuramente da qualche parte, meglio seguirlo.
Non finisce più, ma dove sto andando? Sono stanca, i piedi cominciano a dolermi.Sento all'improvviso una presenza minacciosa. Mi guardo intorno, ma non vedo nessuno.
Eppure so che si nasconde.
Come un macigno sul petto, l'ansia mi divora. Non prevedo niente di buono, la Cosa mi raggiungerà, mi prenderà.Un ramo si spezza.
Corri Juliet, corri il più veloce che puoi.
Le mie gambe diventano di marmo, ogni passo è sempre più pesante, non riesco ad andare avanti.
Il terrore mi attanaglia.La Cosa è sempre più vicina, non mi volto indietro ma lo so, lo so che è dietro di me.
Juliet, ce la puoi fare, non mollare, vai avanti!
No, non posso. Le forze mi abbandonano.
Un muro dinnanzi a me. Non c'era un attimo fa, ne sono sicura.Sono in trappola.
Mi giro. È la fine.
Le mie labbra si schiudono, voglio urlare, ma le mie grida muoiono in gola, non raggiungono l'esterno.
Ci riprovo. Urlo con tutte le mie forze, ma ciò che ne esce è un gemito quasi impercettibile.
Disperazione. Non c'è nessuno che possa vedermi, nessuno che mi senta perché non posso emettere un suono.
Nessuno può salvarmi. È finita.
Chiudo gli occhi.Il buio.
Poi, la luce.
Di nuovo la panchina.
Sono confusa. Ma stavolta, non sono sola. Al mio fianco siede Lui.
Lo guardo, non capisco, cosa ci fa Lui qui? Ricambia il mio sguardo, ma non proferisce parola.
Dimmi perché sei qui, parlami, ti prego. Basta silenzio.
Temo che non mi voglia parlare, che mi odi, che mi giri le spalle, di nuovo.
Ma perché è vicino a me, su questa panchina? Perché siamo soli, io e Lui, e intorno solo questo prato sconfinato?
Chi ci ha portati qui?
Come abbiamo fatto ad arrivare?I suoi occhi tremano, per un istante.
Ha paura anche lui. Istintivamente, gli prendo la mano, temendo un suo rifiuto. Lui è sorpreso, ma non mi respinge.
La sua mano è tiepida, è morbida e forte. Ci fissiamo a lungo, in silenzio.
Senza rendermene conto, inizio ad accarezzargli il dorso della mano con il pollice, dolcemente, delicatamente.
Rimaniamo così, a lungo, e finalmente riusciamo a comunicare con lo sguardo.Sono qui, per te.
Non ti lascerò andare, ti proteggerò.
La Cosa non potrà più ferirti, sei al sicuro con me.
Lui non è cambiato, il suo aspetto corrisponde all'immagine che avevo impressa nel cuore, che a presente si sta sciogliendo.
Non voglio ascoltarlo, non mi fido, non posso.Continuo ad accarezzargli la mano, la mente vagante in altri mondi. Sento la sua incertezza sotto la corazza che porta, vuole proteggermi ma sono io a dover proteggere Lui.
Come sempre. Ma io lo farò, mi prenderò cura di te.
I nostri occhi si dicono quello che le parole non avrebbero mai potuto descrivere.
L'Amore è rimasto intatto,
il Tempo non l'ha scalfito.Capisco che siamo sempre noi, nulla è cambiato.
Sono serena, fiduciosa.
Con Lui, posso affrontare tutto.
Con il suo Amore, tutto andrà nel verso giusto.Smetto di accarezzargli la mano, la stringo. Mi avvicino a Lui, ora posso sentire il suo respiro, il battito del suo cuore.
Ti amo, sussurro, ti amo. Ora che ti ho ritrovato, non ti lascerò più andare.
Le mie labbra sfiorano le sue, si uniscono in un bacio di infinita dolcezza, le mani si intrecciano racchiudendo promesse di un futuro pieno di speranze.Le sue labbra sanno di miele, non me le ricordavo così. Il mio cuore batte freneticamente, ancora non ci credo, Lui è qui, è venuto a salvarmi dall'abisso in cui la Cosa mi stava trascinando.
Poi, il nulla.
Aprii gli occhi e mi guardai intorno confusa. Sospirai, avvilita.
Un altro sogno.
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Non mi vedrai cadere.
RomanceOtto anni. Per ben otto anni, ossia fino all'inizio dell'età adulta, Juliet amò la stessa persona con tutta sé stessa. Ma l'amore, si sa, a volte non basta. Lo si può volere con tutte le forze, ma se non è scritto nel destino, ci sarà sempre qualco...