Capitolo 3

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Sicuramente questa sera non pensavo proprio di passarla così.
Oggi, dopo essere ritornata da scuola mia madre mi ha avvertito che stasera saremo andata a una cena di lavoro con mio padre. Ovviamente mi hanno costretto a vestirmi in modo "appropriato", come dicono loro e io per non sentirli ancora parlare, anzi urlare, ho accettato.
Mia madre mi ha comprato una gonna beige che arriva al ginocchio e una camicetta bianca abbottonata fino al collo e sopra una giacca abbinata alla gonna.
Se mi vedessero le mie amiche sicuramente non mi riconoscebbero!

Questa cena, come avevo già immaginato è una noia mortale. Mio padre, con i suoi colleghi non fanno che parlare delle sue catene di negozi di scarpe e dei prossimi investimenti.
L'unico vantaggio è stato mangiare in questo ristorante. Non sono mai venuta qui, ma è stato tutto buono il cibo.
Sto aspettando ancora il dolce, quando sento la voce di mia madre rimproverare il cameriere che si è fermato davanti il nostro tavolo.
 
Il cameriere si imbarazza e viene a portarmi il piatto.
Avvicinandosi vedo che ha un colore degli occhi molto forte, che illumina il viso. Sembrano diamanti che brillano quegli occhi verdi con sfumature grigiastre. Ha dei riccioli neri che coprono quasi tutta la fronte.
Mi sembra di aver visto questo ragazzo, ma non mi ricordo in che occasione.
Il giorno dopo, arrivo a scuola e dopo aver parlato un pò con le mie amiche, io e Laura stiamo andando verso la nostra classe quando mi sento chiamare:"Aldovrandi" .
Mi giro in quella direzione e vedo la professoressa di matematica venire verso di me.
" Buon giorno, professoressa"
" Buon giorno, Aldovrandi, allora penso di aver trovato una soluzione ai tuoi problemi nella mia materia, magari ti farebbero bene delle ripetizioni, questo ragazzo è bravissimo ed è disponibile, che dici? "
Ragazzo. Non so se studieremo alla fine, ma magari ci proviamo.
"E chi sarebbe questo ragazzo?"
" Massimo Primi della 5^B"
" Non lo conosco, comunque per me va bene"
" Va benissimo, allora a domani, Aldovrandi"
" Arrivederci"
Raggiungo Laura che mi aspetta vicino la porta della classe e le racconto tutto, ma anche lei mi dice che non conosce questo Primi.
Più tardi, appena suona la campanella della ricreazione, vado subito in 5^B, in modo da trovare questo Primi.
Raggiungo la classe e vedo Sara uscire.
" Debby, stavo venendo al bar, che ci fai qua? " , chiede confusa
" Scendo tra cinque minuti, adesso devo parlare con un tuo compagno"
" Uhm e chi dovrebbe sostituire adesso Marco? "
" Beh, per quello ci sto lavorando, comunque la prof di matematica mi ha consigliato di fare ripetizioni con un tuo compagno, si chiama Primi"
" Oddio" , dice sgranando gli occhi
"Perché? "
" Beh, perché non è sicuramente quel tipo di ragazzo, a cui sei abituata tu"
" Perché come è? "
" Lo vedrai, ci vediamo dopo" , dice con un sorrisetto
Se ne va e non mi da il tempo di chiedere dove è o di presentarmelo.
Entro nella classe, ma non c'è nessuno tranne un ragazzo, che sta mangiando un panino, da solo al suo banco.
Alza lo sguardo, dopo aver sentito i miei passi.
Ma questo è il cameriere del ristorante di ieri sera. Ecco perché mi sembrava di averlo già visto.
Lui sgrana gli occhi.
Mi avvicino a lui.
" Ehm... ciao...sono Debora"
Debora Aldovrandi, ma che cavolo ti sta succedendo? Non sei mai stata timida con i ragazzi. Boh, forse saranno quegli occhi, che sembra mi stanno trapassando l'anima.
" Mi puoi dire dove posso trovare Massimo Primi? "
" Beh...sono io"

Ah benissimo!!!

"Ah e quindi saresti disponibile per quelle lezioni di matematica? "
Lui mi guarda come se mi fossero spuntate tre teste.
" Ma sei sicura? "
" Sì, certo"
"Ah...ehm...bene, allora come ci organizziamo? "
" Uhm, per adesso a casa mia ci sono dei lavori, quindi possiamo fare a casa tua? "
" Sì, va bene, che dici verso le due e mezza?"
" Va bene, allora mi puoi scrivere l'indirizzo? "
Scrive l'indirizzo su un foglietto e me lo porge.
" Bene, allora a dopo", dico
"Ok, a dopo"
Esco dalla classe e vado verso le scale per scendere al bar, ma vengo circondata da due braccia.
" Debby, oggi non ci siamo visti, mi sei mancata " , dice Marco girandomi verso di lui
"Già, comunque devo andare" , dico dimenandomi dalla sua stretta
"No, aspetta, che dici di andare in bagno a divertirci un pò", dice baciandomi il collo
"No, adesso no, un'altra volta"
" Allora, che dici se ci vediamo più tardi, dopo scuola?"
" No, dopo scuola, ho un impegno con le ragazze" , dico liberandomi
Mamma mia, che tortura! Appena rompe ancora, gliene dirò quattro.


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