Cinque anni dopo...
Finalmente sono arrivata. Fare il viaggio da Londra fino a Milano è stato molto stancante.
Prendo le valigie e vado verso l'uscita.
Mamma mia! Sembra così strano sentire l'italiano. In questi anni ho sentito parlare solo l'inglese, a parte in questi mesi in cui ho sentito mia sorella nella nostra lingua.Mi guardo intorno per cercare chi mi sta aspettando. Mi soffermo su un cartellone che ha attirato la mia attenzione.
Zia Debbi
Vedo questa scritta, contornata da cuoricini e fioricini.
Sorrido raggiante, vedendo che dietro quel cartellone spuntano la mia meravigliosa nipotina di sei anni. Accanto a lei c'è mia sorella Noemi. Bionda e occhi azzurri come me, è simpatica e dolce. L'ho sempre adorata. È la seconda volta che la rivedo in questi cinque anni. La prima è stata un mese fa.La mia nipotina, Carlotta, è bionda, ma ha gli occhi verdi. Questo lo ha preso dal nonno, mio padre.
Mi avvicino sempre di più a loro.
Appena mi vede, Carlotta corre verso di me:" Zia"
Anche se ci siamo viste solo una volta, abbiamo subito legato.
" Piccola" , dico prendendola in braccio e la abbraccio.
" Mi sei mancata tanto zia"
" Anche tu tesoro"
Guardo mia sorella che ci sta raggiungendo sorridente.
" Posso abbracciare anche io la mia sorellina? " , chiede
"Ma certo"
Faccio scendere Carlotta e abbraccio Noemi.
Credevo di averla persa per sempre e invece dopo tante ricerche finalmente due mesi l'ho trovata e dopo un mese ci siamo viste. È molto cambiata da quando abitava con i nostri genitori. Adesso ha una bambina meravigliosa, un marito che la ama e che lei ama. È felice, come me, almeno cerco di esserlo.
Andiamo in macchina.
Guardo le strade e sento ritrovare il legame che ho con la mia terra. Anche se Milano non è Roma, è sempre l'Italia. Il Paese da cui sono andata via cinque anni fa.
L'Italia ha sempre rappresentato i miei genitori, le mie amiche e Massimo. In questi anni ho sempre pensato a lui. Non so come è diventato adesso.
Adesso mi sono realizzata . Dopo aver lavorato per mantenermi gli studi, finalmente faccio il lavoro che mi piace. Ho fatto un pò di esperienza in una testata giornalistica, ma visto che grazie a un investigatore sono riuscita a trovare a mia sorella, ho pensato di fare un colloquio in un giornale qui a Milano.
Arriviamo a casa. Prendo la valigia e andiamo dentro.
Vado nella "mia" camera, accanto a quella di Carlotta.
Mentre disfo i bagagli, sento il rumore della porta.
Vado di là in salotto, dove è appena entrato mio cognato.
È alto. Capelli e occhi castani, è molto simpatico.
" Renato" , dico andando ad abbracciarlo
"Cognata" , dice sorridendo
"Papà, adesso andiamo a mangiare che la zia ha fame" , dice Carlotta prendendo la mano del padre.
" Uhm, secondo me, sei tu che hai fame, piccola furbetta" , dice Renato cominciando a farle il solletico
Lei ridacchia e si dimena.
Se non saprei la verità, non si capirebbe affatto che non è sua figlia. Si vede che Renato ama sua moglie e sua figlia più della sua stessa vita.
Dopo mangiato, continuo a disfare i bagagli, quando vedo spuntare un sacchettino di stoffa. Lo apro e faccio scivolare una collana,anzi la collana, che ha per ciondolo un anello di diamanti.
Una collana che rappresenta la notte più bella della mia vita.
Non ho mai saputo chi fosse quel pirata. La mattina dopo, mi sono svegliata nella stanza di hotel, in cui abbiamo fatto l'amore. Lui non c'era più, ma ho visto che tra le lenzuola c'era questa collana.
Quella notte ho fatto l'amore per la prima volta. È stato diverso dalle altre volte in cui ho fatto solo stesso. So che non dimenticherò mai il sapore dei suoi baci, la sensazione al tocco delle sue mani e l'emozione che abbiamo provato. È stata così intensa, che non ho potuto provarla solo io.Questo ciondolo è stato come un porta fortuna al colloquio al giornale inglese. Anche domani lo porterò con me.
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Dopo aver passato un'ora in mezzo al traffico, arrivo al mio ristorante.
Già mio, finalmente, da circa sei mesi.
Franco è stato un padre per me in questi anni. Mi ha aiutato a pagare la scuola di cucina e quando non pensavo di farcela mi ha sostenuto sempre.
Saluto i camerieri e gli aiuto cuoco.
Vado nello spogliatoio per andarmi a cambiare, ma mentre suona il mio cellulare.
Mamma.Adesso che abito a Milano sto sempre in pensiero visto che lei è voluta restare a Roma, perché non vuole lasciare la casa che ha condiviso con mio padre.
Fino a quando non gli darò nipotini, dice che non c'è bisogno che sta qui sempre. Non credo che questo avverrà a breve, visto che in questo momento non ho una fidanzata. In questi anni ho avuto alcune storie, ma non sono Debora Aldovrandi. Già ,dopo tutti questi anni penso ancora a lei."Mamma, ciao, come va? "
" Bene, tesoro, sei a lavoro? "
" Sì, sono arrivato adesso, tu cosa fai? "
" Sto guardando un pò di tv, poco fa è venuta a trovarmi, la signora Flavia, la vicina e mi ha detto che suo figlio si sposa"
" Bello" ,dico poco entusiasta
So benissimo dove vuole arrivare!" Già e tu Massimo hai dato il mio anello a qualcuno? "
Bella domanda, se me lo ricordassi dove è. Cioè lo ricordo dove magari l'ho perso, ma non sono sicuro. Poi sono passati cinque anni. Anche se ci sto male che non l'ho con me, visto che era un regalo dei miei. Mia madre non sa niente, non ho voluto darle questo dolore
" No, mamma non ho trovato la donna giusta"
" Uhm, sei ancora giovane, hai ventitré anni, quindi pazienta ancora un pò"
" Ok, mamma, adesso ti devo lasciare"
" Ok, un bacio, tesoro"Il giorno dopo, esco dal palazzo in cui abito e sto per raggiungere la macchina quando qualcosa attira la mia attenzione.
Dio mio, è un sogno?
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Vivere o sopravvivere?
Teen FictionDue ragazzi. Due passati diversi. Due presenti diversi. Avranno lo stesso futuro? Riusciranno a vivere finalmente? Questa è la storia di Debora e Massimo. La copertina è stata realizzata da @Lux_Lomos_Nox