Capitolo 9

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Domenica per la maggior parte delle persone significa riposo, io invece deve lavorare al ristorante.
Questi giorni sono stati pesanti. Ci dovrei essere abituato, dato che prima di conoscere veramente Debora, era così la mia vita,  dopo sembrava che le giornate fossero più leggere. Non vedevo l'ora di vederla.
E adesso è tutto diverso. È cambiato tutto da quel bacio. Mi ha cominciato ad evitare e quando finalmente ho avuto la possibilità di parlarle, è stata fredda. L'unica possibilità di avere un'amica è svanita. A me sarebbe piaciuto essere qualcosa essere di più,  anche se non credo che questo fosse contemplabile, ma mi sarei accontentato di essere solo un amico. 

" Massimo,  Massimo " , mi chiama Franco
"Sì? "
" Mi spieghi cosa hai? Sono giorni che stai tra l'incazzato e il depresso"
" Non è nulla"
" Non credo proprio? C'entra Debora? Non mi è raccontato più niente di quella sera"
" Ci siamo divertiti,  abbiamo parlato di cose importanti e poi ci siamo baciati, però pensavo che per lei non andavo bene,  di non essere all'altezza, così le ho detto che è stato un errore"
Lui sgrana gli occhi e chiede : " Ragazzo mio, ma cosa ti è saltato in testa? Tu sei sicuro che ti avrebbe detto questo? Magari non ti avrebbe detto questo, aspettava che tu le dicessi qualcosa di romantico per colpirla, sei tu l'uomo "
" Beh, tanto non cambia nulla, mi evita e quando le parlo mi guarda come se volesse l'ora di allontanarsi da me "
" Tu non sai cosa può fare il destino "
* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * Siamo già a fine maggio, precisamente il giorno della festa in maschera. Queste settimane le ho passate a studiare e stare con le mie amiche. Se devo essere sincera, mi è mancato molto Massimo, ma evidentemente per lui non ero così importante. Mi sarebbe piaciuto averlo accanto anche solo come amico.

Ritornando a oggi, io e le mie amiche,abbiamo deciso di vestirci tutte di fate, ma ognuna con colori diversi.  Il colore che ho scelto è l'azzurro. Erika il fucsia, Sara il verde acqua e Laura il viola.

Laura ferma la macchina nel parcheggio della scuola e prima di scendere mettiamo le maschere, per non farci riconoscere. Camminiamo per raggiungere la palestra. Stasera ho una sensazione strana come se dovesse succedere qualcosa. Questa si accentua ancora di più quando entriamo.Ci sono già un sacco di persone : alcune ballano in pista e altre sono all'angolo bar.
" Ragazze, che dite di prendere qualcosa da bere? ", chiede Erika
Accettiamo tutte e andiamo al bar. Dopo circa dieci minuti, mi comincio a sentire fissata, guardo verso la porta, dove c'è un ragazzo vestito da pirata. Non so chi sia.
" Debby, dai andiamo a ballare "
" Ok".
Dopo qualche minuto, arriva un ballo latino americano. Mi giro per andare al bar, ma vengo bloccata da una mano che mi fa girare. È il ragazzo che mi fissava. Ha uno sguardo che mette i brividi, non di paura, ma di una strana sensazione. Ci mettiamo a ballare.
" Chi sei? " ,chiedo
" Non importa "
" Beh,  a me importa, voglio sapere con chi ballo"
" Per stasera, sono solo un pirata "
" Uhm, va bene pirata"
" E allora tu sarai la mia fata "

Con quei suoi occhi mi porta in una dimensione non ancora esplorata. 
Questa notte la ricorderò per tutta la mia vita.

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