Capitolo 6

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Sono passati otto giorni da quando Marco mi ha picchiato proprio davanti Debora e abbiamo parlato di me.
Ci siamo incontrati tre volte a casa mia,  ma non abbiamo mai riaperto quel discorso.
Marco e Riccardo mi hanno infastidito, come al solito, qualche parola, qualche spintone.
"Quindi, ragazzi,  preparatevi bene per l'interrogazione di italiano della prossima settimana", dice la professoressa
Suona la campanella e tutti escono subito.
Esco anche io e cerco di raggiungere subito la fermata dell'autobus,  quando mi sento chiamare : " Massimo"
Mi giro e vedo venire verso di me Debora.
Mi salta addosso e mi abbraccia.
Dio mio, mi sa che sono ancora nel mondo dei sogni!
La abbraccio anche io.
Si forse è vera!

Mi bacia la guancia.
"Grazie ", dice scendendo da me
"Per cosa? , chiedo confuso
" Ho preso 8 all'interrogazione di matematica,  non era mai successo in questi cinque anni e tutto grazie a te" , dice raggiante
" Oh,  beh,  sono contento che sia andata bene, quindi forse ho un futuro come professore" , dico sorridendo
" Già,  che ne dici di festeggiare? "
" Eh?"
" Hai qualche impegno stasera? "
" Beh, sì,  devo lavorare stasera,  perché? "
" Uhm,  a che ora finisci? "
" Verso l'una, penso"
" Allora,  verrò prima al ristorante a mangiare e poi appena finisci andremo insieme in un posto"
" Cosa? A quell'ora? E poi perché con me?"
" Beh, perché...insomma...tu sei mio amico e poi che fa? Per una notte, ti divertirai, dai ci stai?"
" Non lo so"
" Dai, per una notte voglio che tu vivi" , dice andandosene
Cosa è successo? Mi sembra di essere scaraventato in un sogno. Mi ha definito amico. Sembra strano avere un amico, anzi un'amica.

Oggi, essendo sabato al ristorante, ci sono molte più persone.
Ancora non ho visto Debora,  ma non sono sicuro che verrà. Magari ha cambiato idea e forse me l'ha detto solo per gentilezza. Sto tagliando le patate quando entra Giovanni,  uno dei camerieri. Ha un anno in più di me, infatti frequenta l'università. Lavora qui da solo un mese e non siamo entrati in confidenza, anche perché lui lavora solo il sabato e la domenica.
" Massimo,  c'è una ragazza in sala,  mi ha detto di dirti solo che è qui"
" Ah ok, grazie"
" È la tua ragazza? È molto carina" , dice con un sorrisetto
" No,  non è la mia ragazza" dico risentito.
Franco gli da i piatti da servire e se ne va.
Franco mi guarda come se volesse dire qualcosa.
" Ok,  parla"
" È la ragazza dell'altra volta? Come si chiamava? "
" Debora,  si è lei"
" E allora che ci fai ancora qui?"
" Che vuoi dire? ", chiedo confuso
" Oddio santo,  quella ragazza è venuta qui per te e tu neanche la vai a salutare"
" Non è venuta per me,  cioè sì, ma anche per il cibo, dopo dobbiamo andare in un posto che conosce lei "
" Ah bene,  allora sei proprio cretino? Non la puoi certo conquistare se stai qui"
" Cosa? Ma chi ha detto che la voglio conquistare? " , chiedo un pò imbarazzato
" La tua faccia, appena hai capito che lei era qui, sei diventato un pesce lesso, "
" Beh,  forse,  insomma è una bella ragazza"
" Lo so che ti piace davvero, quindi vai lì fuori e fatti valere" , risponde sorridendo
" Uhm "
Ma che dovrei fare? Insomma certo che mi piace, ma non credo che riuscirò mai a conquistarla,  visto che mi vede appena come un amico.
Vado in sala e la vedo in fondo,  al tavolo diciotto.
Prima che arrivi da lei,  alza lo sguardo e mi vede.
Sorride.
" Ciao Massimo"
"Ciao Debora, allora hai già ordinato? "
" No,  veramente, tu cosa mi consigli? "
" Oh,  beh,  che dici se ti affidi a me?"
" Che vuoi dire? " , chiede confusa
" Vedrai"
Ritorno in cucina e comincio a prendere gli ingredienti che mi servono.
" Massimo,  come è andata? Che stai facendo? " , chiede Franco confuso
"Ti dispiace,  se cucino io il menù di Debora? Voglio farle una sorpresa"
" Certo, sono sicura che rimarrà contenta visto quanto sei bravo"
"Grazie a te"
Verso le undici porto il dolce a Debora.
Aspetto che assaggi.
" Buonissimo,  come tutto del resto"
" Ah bene" , rispondo imbarazzato
Lei sgrana gli occhi.
"Sei stato tu a cucinare tutto? "
" Sì"
" Ma sei bravissimo" , dice sorridendo
" Grazie "
" Sono sicura che un giorno diventerai famoso"
"Non credo, proprio"
" Beh, io sono sicura di sì"
" Io dovrei andare adesso, non lo so per quando ce la faccio"
" Va bene,  ti aspetto qua"
"Ok"
Raggiungo la cucina.
" Allora cosa ti ha detto? ", chiede Franco
"Ha detto che gli è piaciuto tutto" dico sorridendo
" Hai visto, che ti avevo detto? Adesso,  levati quel grembiule, lo posi, vai a prendere quella bella donzella ed esci con lei"
" Cosa? Ma dobbiamo pulire ancora"
"Per stasera, faccio a meno di te, quindi vai immediatamente"
" Va bene "
Dopo dieci minuti vado da Debora.
" Ehi, Debora,  possiamo andare"
" Oh,  meglio,  andiamo"
Entriamo nella sua macchina e parte.
È molto strano questo per me, ma mi sento eccitato.

Arriviamo davanti una casa. È molto buio e non si vede molto.
"Ma dove siamo?" , chiedo
" Ora vedrai"
C'è un piccolo cancelletto e Debora lo scavalca.
" Ma che stai facendo? È proprietà privata"
" Non ti preoccupare,  non c'è nessuno, dai"
Rassegnato,  scavalco anche io.
Andiamo nel retro della casa,  dove c'è un piccolo fiume.
Vedo Debora togliersi la maglietta e restare in reggiseno.
Poi arrotola i jeans.
Oh,  mio dio! È stupenda.
Viene verso di me e dice:"Spogliati pure tu, ci facciamo un bel bagno"
" Ehm,  ma tu sei sicura,  che possiamo? ", chiedo perplesso
"Non importa, stasera si vive,  quindi spogliati"
Mi tolgo la maglietta, i pantaloni, le scarpe.
Mi sento fissato e alzo lo sguardo, vedendo Debora che mi sta guardando intensamente.
Nota che me ne sono accorto e distoglie lo sguardo.
" Uhm,  bene,  andiamo, dai"
Ci buttiamo in acqua. È tiepida.
Dopo dieci minuti, usciamo e ci sediamo sul prato.
" Ma di chi è questa casa? "
" Uhm,  nessuno, non lo so"
Dopo qualche minuto di silenzio,  Debora chiede:" Perché hai detto che anche io sopravvivo e non vivo? "

Vivere o sopravvivere?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora