Cap. 22: Influenza.

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Elena's Pov
è mezzogiorno,  e Lorenzo ancora non torna. Nel frattempo, io sono stata tutto il tempo a letto. Sento freddo, ho i brividi e scotto. Sicuramente avrò la febbre.  Speriamo non tanto alta, però. Cerco di alzarmi per prendere il termometro,  ma per quanto sono debole, mi tremano le gambe. Mi rimetto a letto, sperando che Lorenzo torni presto.
***
Mi ero appisolata, quando una voce mi risveglia:' Elenaaa sono a casa!' Rispondo:' sono in camera! non mi sento bene! Credo di avere la febbre!' Sento i suoi passi venire verso la camera, ed eccolo che entra. Si avvicina a me e sussurra:' Cavolo, non sei messa bene!' Non ho proprio forze per rispondere, così mi poggia
una mano sulla fronte, e corre a prendere il termometro. Appena torna, me lo porge e mi raccomanda:' ele,  credo che tu abbia una brutta febbre alta. Provatela, io vado a cucinare una minestra. Poi chiamo il mio medico e..' lo blocco, e gli prendo la mano. Gli sussurro:' grazie.' Lui sorride:' è il mio dovere curare la mia Elena. o sbaglio?' Sorrido debolmente, e lo lascio andare. Mi misuro la febbre, e per poco non mi viene un colpo. 39.2! Dio. Devo andare a chiamare Lorenzo. Tento di urlare, ma ora mi se n'è andata anche la voce.  Fantastico! Mi alzo a fatica, con il termometro in mano, quando arriva Lorenzo. Lui mi rimette subito a letto e controlla il termometro. non l'ho mai visto così serio e deciso, quando dice:' ele, ora vado in farmacia a comprarti una medicina che ti faccia scendere la febbre. Intanto ti ho preparato questa minestra.' Dato che sono senza voce, prendo il telefono e digito frettolosamente un messaggio. Poi glielo mostro:' Sono senza voce!' Lui scuote la testa, poi mi accarezza, dicendo:' ma come hai preso questa influenza? Mi dispiace, forse è colpa mia che sono scappato e tu..' Lo blocco e digito:' non preoccuparti. io ti amo, e non  posso stare senza te.' Mi dà un bacio sulla fronte, mi dice che va in farmacia, e che torna subito. Poi sento i suoi passi allontanarsi, il rumore della porta che si chiude, e le chiavi tintinnare. sono sola.
***
Qualche ora dopo, sento la sua voce:' ele, eccomi!' Io sono corsa in bagno, ho rimesso. Davvero, non sono mai stata così male. Mentre il mio stomaco dà libero sfogo alla sua creatività, facendomi rimettere arcobaleni colorati, Lorenzo viene in bagno. Non dice nulla, mi aiuta soltanto. Mi tiene i capelli, mi aiuta a pulirmi e mi dà anche una sua maglia per cambiarmi. Poi mi rimette a letto, e si siede accanto a me. Indica il pacchetto con lo stemma della farmacia, e prende i vari medicinali, spiegando:' allora. Questo è per la gola, serve a curare le corde vocali. Questo invece è per fa scendere la febbre,  e dato che la farmacista era molto previdente, mi ha dato anche una medicina per il vomito. Ora, comincia con il prendere questa pasticca, per la febbre.' Obbidisco e dopo le varie medicine,  mi sento un po'meglio. Lorenzo poi dice:' domattina doveva venire, ehm, mio figlio.. il bambino è sopravvissuto.' resto silenziosa, poi dice:' ovviamente non lo faccio venire! tu sei stanca, sei debole e non voglio che il bambino si ammali.' Sussurro, con il poco di voce che mi è tornata:' Vedo che hai risolto.  bene.' lui annuisce e dico,  piano:' allora dovresti andare a vivere con Giorgia.' Lui urla:' no! ma mai nella vita! io non amo lei, amo te. E quelle poche volte che vedrò Giorgia sarà per il bambino.' Mi volto verso di lui, e annuisco. Lui sussurra:' domani non faccio venire Giulio.  Stai male. E sarà una giornata dedicata solo a noi due.' Con voce flebile, dico:' però promettimi che uno di questi giorni,  lo passerai con tuo figlio.' Lui sussurra:' Sì. Lo farò. E ci sarai anche tu.'

Scusa se ti amo. ||FavijDove le storie prendono vita. Scoprilo ora