Capitolo 4
Stephy's Pov
Da quando c'è stata la lite con Jo, io passo più tempo con i "popolari" e lei sta sempre con i "nerd". Ho conosciuto tutti nel gruppo e ho anche legato con loro ma non mi sento completamente me stessa. Con Jo, invece, sentivo di poter fare qualsiasi cosa perché lei mi accettava così come sono, e io facevo lo stesso con lei. Mentre mi preparo per andare a scuola, dal piano di sotto mio fratello maggiore Clark mi chiama.
"Stephyyy!!!!!" grida, e io finendo di pettinarmi scendo le scale e lo raggiungo.
"Non c'è bisogno di urlare in questo modo" dico calma.
"Scusa, ho veramente bisogno che tu mi faccia un piacere" dice, e vedendo che io non rispondo continua "Il mio prof di arte ha chiesto di fare un disegno sull'inverno una settimana fa e io sto rimandando in continuazione perché non so da dove partire. Oggi è l'ultimo giorno per consegnare il compito e se non lo faccio prenderò un'insufficienza che si ripercuoterà sul mio voto di maturità. Potresti farmelo tu il disegno?" mi chiede e io non posso credere che anche questa volta si sia ridotto alla fine per fare un lavoro.
"No! Hai diciotto anni, cavolo, è ora che ti prenda le tue responsabilità. Cosa hai fatto tutta questa settimana da non poter dedicare un'ora per disegnare? Hai costruito un aereo spaziale?? E comunque ora hai tempo per farlo, cerca su internet un dipinto sull'inverno e copialo, non è difficile" sbraito contro di lui.
"Non ho per niente tempo adesso, devo ripetere ancora la lezione di storia" si difende.
Spalanco gli occhi perché non posso crederci. Cioè lui sarebbe la persona che dovrebbe sostenere un esame di maturità tra soli cinque mesi? Ma lo sa che dovrà studiare tutte le materie insieme?
"Ok... ma lo sai che farò tardi a scuola vero? Me lo firmi tu il permesso per entrare perché non voglio spiegare a mamma e a papà i tuoi comportamenti da immaturo." dico e lui annuisce correndo di sopra a ripetere storia.
Non so davvero da dove cominciare a disegnare, non sono per niente brava e per questo ho appena la sufficienza. Cerco su internet vari dipinti e finalmente ne trovo uno abbastanza facile da copiare. Dopo una mezz'oretta ho finito e chiamo mio fratello per avvisarlo che mi deve accompagnare a scuola. Intanto metto le ultime cose nello zaino e mentre lo faccio sento Clark scendere le scale di fretta e furia. Quando mi giro lo vedo pallidissimo, come se avesse visto un morto davanti a lui in camera.
"Che ti prende? Ti senti bene?" chiedo allarmata.
"In realtà no, per niente, mi sono ricordato solo adesso che c'era anche matematica da fare" dice ansioso. Quasi mi diverto a vederlo in questo stato perché lui si diverte durante il pomeriggio, o al massimo studia qualche materia, mentre io resto ore a sottolineare, ripetere e fare compiti. Ben gli sta, così impara a crescere.
"La tua matematica è diversa dalla mia quindi su questo non ti posso aiutare" lo avverto ridendo sotto i baffi.
"Trovato! Oggi sono malato e quindi resto a casa" dice riprendendo il suo colorito naturale.
"Ma non puoi! Cioè, insomma, non puoi fare filone! E poi mamma e papà si arrabbieranno di sicuro" dico, però già sapendo che lui farà comunque di testa sua.
"Ascolta, sono maggiorenne quindi posso giustificarmi da solo e poi potrei essere veramente malato quindi i prof non possono farci niente. Per quanto riguarda mamma e papà, sono fuori città per un paio di giorni quindi non lo verranno a sapere a meno che la mia adorata sorellina non decide di fare la spia, ma non credo.." dice sventolandomi dieci sterline, che prendo subito in cambio del mio silenzio. Devo dire che la sua trovata non fa una piega. Se solo la sua furbizia la usasse per studiare il pomeriggio.. sarebbe tra i migliori a scuola.
"Va bene, ma devi sempre darmi un passaggio a scuola. Ti ricordo che se ho fatto tardi è solo colpa tua. Mi hai fatto fare un disegno che poi non ti è servito a niente!" dico puntandogli un dito contro.
"Ok.." sbuffa. Ci avviamo verso il garage e saliamo in macchina velocemente. Il tragitto da casa mia fino a scuola non è molto lungo ma di solito la mattina a quest' ora c'è sempre molto traffico, come oggi. Sono le 8.45 e la campanella della seconda ora suona alle 8.55, sto letteralmente impazzendo, odio arrivare in ritardo. Una volta fuori scuola non aspetto neanche che mio fratello fermi la macchina che sto già correndo verso l' entrata. Sempre correndo, mi avvio verso la segreteria ma mi scontro con una persona.
"Scusami!" diciamo all'unisono e sto per sorriderle finché non mi accorgo che la persona davanti a me è Jo. Tipico di lei, arrivare tardi perché dorme fino all'ultimo secondo, e poi senza di me che vado a casa sua per svegliarla...
Non sappiamo come comportarci, dopo anni di amicizia non riusciamo a dire neanche un 'ciao'. Sinceramente mi manca tantissimo la mia migliore amica, facevamo tutto insieme ed era molto più divertente. So che ho sbagliato, non dovevo decidere per lei ma non pensavo la prendesse così male. Le voglio un mondo di bene e l'unica cosa che vorrei fare adesso è abbracciarla ma non lo faccio perché non so se lei è ancora arrabbiata con me. Intanto Jo, in evidente imbarazzo, tira le maniche del suo maglione e se continua così lo buca. Per fortuna la campanella suona, e dopo che la bidella ci ha dato il permesso, ci dirigiamo verso le classi. Camminiamo una accanto all'altra ma senza proferire parola perché nessuna delle due sa cosa dire. La gente intorno a noi sembra fissarci ma all'inizio non ci dò peso, finché non vedo alcuni ragazzi che addirittura ci indicano. Guardo Jo, nel tentativo di vedere se se n'è accorta anche lei ma continua a fissare un punto davanti a lei come quasi non sapesse che ci sono delle persone attorno.
É in una specie di stato di trans e evidentemente è sovrappensiero ma più che altro mi sembra turbata. Decido di parlarle, non so con quale coraggio, ma la situazione sta peggiorando sempre di più, cala persino il silenzio quando passiamo noi e tutti i ragazzi si girano bisbigliando tra loro. La prendo per una mano e la porto nel bagno delle femmine per parlarle in privato. Sono estremamente agitata e non so se mi insulterà o farà un'altra sceneggiata ma almeno ci provo.
"Hai.. hai notato che tutti quanti ci fissano?" chiedo sperando che mi risponda alla domanda.
"Si, e so anche perché" mi dice guardandomi con i suoi occhi di ghiaccio senza far trasparire alcuna emozione. Non so cosa pensare o fare, da una parte sono contenta perché finalmente mi ha parlato, ma dall'altra.. cosa possiamo aver mai fatto per essere conosciute da quasi tutta la scuola?
"P-perche?" balbetto. Ho paura della risposta ma spero non sia qualcosa che ci rovini la reputazione.
Jo si avvicina a me e non so davvero cosa stia per fare ma tutti i miei dubbi spariscono quando due braccia calde mi avvolgono. Mi ha abbracciato! Significa che non è più arrabbiata con me! Tiro un sospiro di sollievo finchè non mi dice : "lo vuoi veramente sapere?"
"Si ovvio!" dico, non sopporto più questa situazione, mi dà sui nervi.
"Ok..." risponde, e prende il suo telefono dalla tasca dei jeans e si collega al sito della scuola. Quando me lo porge, leggo l'articolo e spalanco gli occhi. Non è possibile, è un incubo.
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Popolari all'improvviso
Teen FictionStephy(16) e Jo(15) sono migliori amiche dalle medie. Sono le classiche ragazze non calcolate dal resto della scuola. Un giorno, però, qualcosa le porta ad essere le più popolari, in senso negativo. La situazione si complica, quando sul sito della s...