Capitolo 9

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Capitolo 9

Stephy's

Dopo una lunga e stancante giornata di scuola, finalmente mi sto dirigendo verso casa, dove io e Jo ci vedremo con Charlie e Chantal. In teoria io ce l'avrei già un vestito per la festa, ma di sicuro andrà a finire che farò compere anche io, vedendo le mie amiche.

"Ci vediamo più tardi allora" mi saluta Jo arrivate al bivio in cui dobbiamo separarci.

"Non fare ritardo!" la rimprovero in anticipo. Lei mi sorride e svolta a sinistra.

Cammino da sola per cinque minuti fin quando non sento delle grida provenire dalla mia casa e sono quasi tentata di non entrare.

"Mamma non verrò bocciato! Studierò di più e riuscirò a diplomarmi!" grida mio fratello Clark. Mi viene quasi da ridere perché gli ho detto cento volte di impegnarsi di più, quindi me l'aspettavo che prima o poi uno dei miei genitori gli avrebbe dedicato una sgridata.

"Sarà meglio per te!" gli urla di rimando.

"Ciao" li saluto chiudendo la porta dietro di me.

"Ciao tesoro" risponde dolcemente mia madre.

Mi avvio in camera prima che se la prenda anche con me per qualche strano motivo. Mi lancio letteralmente di pancia sul letto lasciando la testa e le braccia penzolanti dal bordo. Quasi quasi mi addormento, sento infatti gli occhi chiudersi automaticamente, quando una voce mi fa prendere un colpo.

"É pronto!" grida mia madre dalla cucina. Mi alzo controvoglia dal letto e raggiungo la sala da pranzo.

"Che si mangia?" chiedo.

"Pizza" risponde, e per me e le mie orecchie è musica.

"L'ho ordinata perché non ho avuto il tempo di cucinare" aggiunge.

"Meglio così, almeno non rischiamo di avvelenarci di negatività" annuncia Clark avvicinandosi al tavolo.

"Clark..." lo riprendo guardandolo male, non ho voglia di sentirli litigare di nuovo.

"Non sono negativa, dico solo... prendi esempio da tua sorella! Lei va benissimo a scuola, ma non mi sembra che passi tutta la giornata sui libri!" ecco che mia madre mi mette in mezzo. Non voglio essere coinvolta, così con la scusa di andare a chiamare papà per il pranzo me la svigno. Entro nel suo ufficio, lo saluto e mi siedo sulla comoda poltrona sulla quale mi rifugiavo da bambina per evitare le sgridate di mamma.

"Ciao papà" lo saluto. Si scosta dal computer, e con la sedia si allontana dalla scrivania.

"Si mangia?" mi chiede.

"Si, pizza" rispondo.

"E allora che aspettiamo?" mio padre è goloso quasi quanto me, si potrebbe capire che io sia sua figlia già solo da questo.

"Andiamo" dico ridendo.

Andiamo in cucina e per fortuna non sento grida, infatti stanno già mangiando, in silenzio. Io e papà ci uniamo a loro, e in mezz' ora termina il nostro pranzo.

"Io devo tornare a scuola, sparecchiate voi?" chiede mamma.

"Anche io devo tornare a lavoro" annuncia papà.

"Io ora devo uscire con dei miei amici" dice Clark.

"Lo stesso vale per me, però mi aiuti lo stesso" rispondo.

"Grazie ragazzi" si alza da tavola mia madre seguita da mio padre e da mio fratello. Sapevo che sarebbe finita così.

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