Darkness.

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Non la sentivo la sua presenza accanto a me in quel momento, lo ignoravo. Per me, in quel momento, era come se non esistesse.
Passammo secondi, minuti in silenzio a vedere le vite delle altre persone continuare mentre le nostre sembravano cessate in quel lasso di tempo.
Mi stavo concentrando sul rumore che faceva il silenzio, perché si, noi ci ostiniamo a chiamarlo silenzio, ma il silenzio implica la non presenza di alcun rumore, ma solo un morto, chiuso in una stanza vuota e isolata dal resto del mondo, può sentire il silenzio. Perché un corpo vivo, implicitamente, produce rumore. I battiti del cuore, il respiro o un tic che prendeva le dita o i piedi facendoli sbattere su una qualsiasi superficie, creavano rumore.

In quel giorno d'inverno i rumori che si sentivano in quel piccolo silenzio erano pochi, pochissimi. I rami più piccoli degli alberi si spezzavanp per il peso della neve, i bambini ridevano per le strade giocando con la neve creando sculture e facendo battaglie, i pneumatici scivolano sull'asfalto della strada principale poco lontana da quella panchina, poi c'era un dannato rumore, costante, odioso. Luke stava battendo il tallone sullo strato di neve che ricopriva gli autobloccanti del viale. Era snervante, ripetitivo e non riuscivo a concertrarmi sul nulla che mi circondava.

-Basta, smettila.- gli ordinai stringendo di più le ginocchia al petto continuando a guardare dritto davanti a me.

-Smettere di far cosa?- domandò come se fosse ovvio. Probabilmente non si era neanche reso conto del suo piccolo tic.

-Il piede.- mi limita facendo un cenno con la testa verso il basso.

Non ottenni nessuna risposta, non la pretendevo, ma in cambio il suo piede cessò di muoversi.

C'era ancora qualcosa, però, in quella giornata che mi disturbava, qualcosa che mi faceva accapponare la pelle e, ne ero sicura, non era il freddo, non ci badavo neanche io, al freddo, mi ci ero abituata.
Era qualcosa di diverso, sembrava che mi stesse opprimendo, sembrava che ci fosse qualcosa talmente tanto infelice che riuscisse ad emanare tutta la sua tristezza, rabbia, repulsione, amarezza, rassegnazione.
Mi venne spontaneo da chiedermi se quel qualcosa non fosse proprio il ragazzo che mi stava seduto accanto. Forse era davvero Luke ad emanare tutta quell'infelicità. Mi girai e scorsi una parte dei suoi occhi. Me lo sentivo che i suoi era più azzurri rispetto a come erano quel giorno, io lo sapevo. Sembravano essere coperti da un velo, composto proprio dalle sensazioni che sentivo, un miscuglio di sensazioni che davano origine a quella che, a me, sembrava infelicità pura e questo miscuglio di emozioni li faceva sembrare più vuoti, più atoni, più grigi. Grigi come il cielo che copriva le nostre teste.

A quel pensiero alzai la testa verso il cielo concentrandomi sul colore delle nuvole che lo ricoprivano interamente senza lasciar intravedere neanche uno scorcio di azzurro. Un tipico cielo invernale. Le nuvole erano quelle cariche di neve, che ti immaginavi che se, anche solo una di esse, fosse scoppiata avrebbe sommerso tutto di uno strato bianco di soffice neve. Ma nonostante la neve fosse bianca, limpida, perfetta quelle nuvole non lo erano, erano sporche, ma non erano neanche di quel grigio delle nuvole delle tempeste, erano semplicemente una via di mezzo, erano state private del loro bianco puro, ma non erano neanche state contaminate a tal punto da essere grigie scuro. Erano semplicemente uniche, a metà strada tra il sereno e il mal tempo. E in quel momento mi venne da pensare che Luke, potesse essere proprio come quelle nuvole, incompreso.

-Ma tu, sei sempre così silenziosa?- disse rompendo il flusso dei pensieri nella mia mente. Spostai lo sguardo su di lui per vederlo prendere il telefono nella tasca posteriore dei suoi jeans e portare la sua attenzione su di esso e -Stavo pensando.- risposi semplicemente scrollando le spalle. Presi una ciocca di capelli e inizia a passare le dita tra essa. -Sei triste, non è vero? Forse pure arrabbiato.- mi uscì spontaneo.

Blurred || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora