Halloween

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Vorrei dedicare questo capitolo al mio gattino, che dopo avermi tenuto compagnia per tre anni, a causa della stupidità di alcune persone, che non possono essere definite nemmeno tali, oggi non c'è più.

Capitolo.4

Era il 30 Ottobre, e neanche a dirlo ad Hogwarts tutti erano impazziti per la festa che si sarebbe tenuta il giorno dopo per Halloween. Ma non per la festa che si sarebbe svolta in Sala Grande, come ogni anno, ma per la festa che si sarebbe tenuta dopo, all'insaputa dei professori e di nascosto, quella che da giorni ormai veniva definita "la grande festa". Alla grande festa, anche se difficile da credere, avrebbero partecipato tutte e quattro le casate . Era stata organizzata da un gruppo di ragazze Corvonero, formato da: Padma Patil, Penelope Light, Lisa Turpin e Mandy Brocklehurst. Oltre a loro c'erano anche due Tassorosso: Hannah Abbot e Susans Bones, in oltre all'organizzazione della Grande Festa, avrebbero preso parte anche qualche Grifondoro: Calì Patil, Lavanda Brown e Angelina Jhonson, infine, per quanto riguarda la casata dei Serpeverde, soltanto una persona, si era offerta di partecipare alla preparazione della festa, e questa persona era Blaise Zabini, il quale aveva ammesso che le sue feste erano senz'altro le migliori. La grande festa, per renderla ancora più spaventosa e terrificante, si sarebbe svolta all'interno della Stamberga Strillante. Gli organizzatori, dopo aver studiato vari piani, erano finalmente giunti alla conclusione, che l'unico modo per raggiungere la Stamberga era quello di arrivarci in scopa. All'inizio, avevano pensato di raggiungerla attraverso il passaggio segreto sotto il Platano Picchiatore, ma alla fine si era decisi che cosi facendo avrebbero creato solo caos. E quindi, era rimasta un'ultima opzione quella del volo. La festa in Sala Grande, sarebbe durata fino a mezzanotte, quindi, conclusa la festa ogni studente senza farsi notare dai professori si sarebbe diretto su alla Torre di Astronomia, il punto più alto di tutto il Castello. Per non farsi notare, però, soltanto quindici persone per volta, avrebbero preso il volo.

***

Intanto Hermione Granger e Ginny Weasley, avevano chiesto, o meglio, Ginny aveva supplicato la McGranitt per concedere loro un permesso e poter uscire da Hogwarts soltanto un paio d'ore cosi da raggiungere Hogsmead. La vicepreside nonostante vari tentennamenti, causati dalla preoccupazione che il male potesse essere la fuori, si era convinta, ricordando quando qualche settimana prima, si trovava nell'ufficio del preside, e questo gli aveva detto di stare tranquilla, perché sarebbe passato ancora del tempo prima che lui, sarebbe arrivato, prima che Voldemort, sarebbe tornato in vita, aveva deciso di concedere loro il permesso, a patto che prima delle 18:00 del pomeriggio, sarebbero tornate al Castello. Cosi, le ragazze, si erano trovate a passeggiare per le strette stradine di Hogsmead, erano già entrate nel Negozio di piume di Scrivenshaft, dove Hermione aveva comprato delle nuove pergamene e un nuovo calamaio, e dopo su insistenza di Ginny, si erano dirette da Zonko, la quale voleva vedere che nuovi scherzi erano stati inventati, e se questi avrebbero potuto in qualche modo fare concorrenza al negozio di suo fratello. Ora, invece, si stavano dirigendo da Stratchy&Sons, il negozio di abbigliamento per maghi, dove la rossa Weasley, sperava di poter trovare qualcosa per rinnovare il suo guardaroba. Camminavano in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Hermione, dopo che con il biondo Serpeverde, avevano origliato per caso, la conversazione avvenuta tra i professori, non riusciva a smettere di pensare ad altro.
Chi era pericolosa? Di chi poteva avere paura la professoressa McGranitt, tanto da temere per gli studenti? Che cosa stava succedendo? Cosa gli nascondeva Harry? Perché era andato da Silente già due volte, nelle ultime settimane? E ancora, perché non gli diceva niente?
Queste, erano le domande che affollavano la mente della Grifondoro. Aveva paura, ma era anche curiosa, e determinata. Voleva arrivare in fondo alla storia, cosi, aveva studiato un piano che avrebbe messo in atto la sera di Halloween, durante la festa che si sarebbe tenuta in Sala Grande. Quando sia i professori che gli alunni, sarebbero stati distratti, impegnati a festeggiare, lei si sarebbe diretta in biblioteca, alla ricerca di qualche indizio, su chi potesse essere questa persona pericolosa. Certo, non sapeva molto, quella sera aveva capito solo che una persona, più precisamente una lei, sarebbe venuta ad Hogwarts, e da quanto aveva detto Piton, sarebbe venuta per proteggere il Castello. Aveva chiesto in prestito il mantello dell'invisibilità ad Harry, lui non aveva fatto strane domande, e cosi lei non era stata costretta ad inventare stupide scuse, che di sicuro non sarebbero andate a buon fine, dal momento che non era mai stata una brava bugiarda. Oltre a questo, però, la Grifondoro pensava anche al passaggio segreto di cui aveva scoperto l'esistenza grazie a Draco Malfoy. Era convinta di conoscere tutti i passaggi segreti di Hogwarts, grazie alla mappa del malandrino, ma si sbagliava. Esisteva un altro passaggio, vicino la Sala Professori, nascosto dietro la statua del Gargoyle, e qualcosa le diceva che quel passaggio era diverso dagli altri, collegava tutte e quattro le Sale Comuni, nel centro esatto del Castello, come se in un certo senso, fosse il suo cuore. Quindi, alla lunga lista dei pensieri che le invadevano la mente, si aggiungeva anche quello di scoprire come mai questo nuovo passaggio segreto non comparisse sulla mappa del malandrino. E per finire, anche se si stava costringendo a non pensarci con tutte le sue forze, un piccolo angolino della sua mente era riservato a Draco Malfoy, a quando erano caduti, e lei gli era finita addosso, a quando lui l'aveva aiutata a scappare per non farsi scoprire fuori dalla Sala Comune, oltre l'orario consentito, e ai loro occhi che si incontravano, e in qualche strano modo si incatenavano tra di loro.
-Herm? Herm ci sei?- la risvegli dai propri pensieri Ginny Weasley, sventolandoli una mano davanti gli occhi. Come al solito, o meglio, come ormai accadeva abbastanza spesso, era caduta in quella specie di meditazione ad occhi aperti, in cui senza rendersene conto si estraniava dal resto del mondo, e i cinque sensi, che compongono in parte ogni persona: l'udito, l'olfatto, la vista, il tatto e il gusto, passavano in secondo piano. -Ginny- rispose, girandosi verso la rossa, che continuava a chiamarla. -Finalmente! Pensavo fossi morta, stavo iniziando a preoccuparmi- -Oh! Scusa Gin, non volevo farti preoccup...- iniziò la mora. -Tranquilla, non importa- la interruppe l'amica- comunque ti stavo chiedendo cosa pensi di indossare per la festa?-. -Per la festa?- ripeté Hermione Granger ancora più confusa. Dal momento che le feste sarebbero state due-iniziò a riflettere la mora-e dal momento che alla festa che si sarebbe tenuta in Sala Grande, tutti gli studenti, sarebbero andati vestiti con la divisa di Hogwarts, come aveva richiesto esplicitamente il preside per non creare troppa confusione, la festa a cui si riferiva Ginny, poteva essere soltanto una, la grande festa, quella festa a cui lei, non avrebbe mai preso parte.
-Ginny, io non parteciperò alla festa- rispose decisa.
- Hermione, tu invece, parteciperai alla festa-. Ribatté, con ancora più decisione la Weasley.
-Senti, sai con quella festa, quante regole non verranno rispettate? Insomma, io mi chiedo se c'è già la festa in Sala Grande, perché organizzarne un'altra, di nascosto, e tra l'altro alla Stamberga Strillante-. Continuò, convinta delle sue idee Hermione.
-Uno: tu sei la prima ad essere andata contro un centinaio di regole...-
-Era per una buona causa- la interruppe la Granger, con gli occhi bassi, ammettendo almeno a se stessa che forse Ginny non aveva poi tutti questi torti.
-Bene, anche la festa è per una buona causa, e questa causa si chiama: divertimento. Due, è vero c'è già la festa in Sala Grande, ma non so se te ne sei accorta, ma tutte le feste organizzate dai professori, sono tutte feste vecchio stille, e tu amica mia, hai bisogno di qualcosa un pochino più moderno, hai bisogno di scatenarti, di vivere-. Concluse, e senza darle il tempo di rispondere, l'afferrò per un braccio e la trascino all'interno del negozio Stratchy&Sons, come sempre in vetrina c'erano esposti diversi capi, l'interno del negozio, era abbastanza tranquillo e silenzioso. Vicino l'entrata, al bancone, c'era un uomo grasso e basso, gli occhi marroni, erano nascosti da un paio di occhiali, molto diversi da quelli che era solito portare il bambino sopravvissuto, e anche da quelli a forma di mezzaluna che portava Silente, erano rettangolari e spessi, il viso era incorniciato dai capelli corti e bianchi, segno evidente dell'età ormai avanzata. L'uomo, notando le due ragazze, che si guardavano intorno con l'aria confusa, gli andò incontro.
-Salve giovani donzelle!- le salutò
- io sono il Signor Stratchy, forse voi non mi conoscerete, di solito non sono io ad occuparmi del negozio, ma mia moglie- disse l'anziano uomo, con voce dolce e paterna, come un nonno si rivolgerebbe ai propri nipoti. -Salve- ricambiò il saluto Hermione, sorridendo. La stessa cosa fece Ginny.
-Spero che sua moglie stia bene, mi sembra strano non vederla in giro per il negozio- disse Hermione, intanto che la rossa accanto a lei annuiva. Di solito, quelle poche volte in cui Hermione era entrata in quel negozio, la Signora Stratchy, si era sempre occupata di lei.
-Tranquille! Sta molto bene, ma a causa di un imprevisto , è dovuta andare a controllare le stoffe di alcuni abiti, e sarà di rientro tra qualche giorno- rispose il Signor Stratchy, ricambiando il sorriso delle due ragazze.
- posso aiutarvi?- chiese.
-Si, grazie!-rispose Ginny- stiamo cercando degli abiti per me- disse indicandosi con una mano-e un vestito per Halloween per la mia amica- e indicò Hermione con l'altra mano.
- Oh, certo! Venite, seguitemi, credo di avere proprio quello che fa per voi- rispose l'anziano, iniziando a camminare.
-Ginny, ti ho già detto che non parteciperò alla festa-si lamentò Hermione.
-Ohhh, invece tu verrai e sarai la più bella-rispose la rossa, convinta. -Ma perché insisti tanto con questa storia della festa?-domandò Hermione.
-Perché voglio che tu mi faccia compagnia, e voglio che per una volta, tu, dimostri a gli altri quello che sei veramente e non quello che gli altri credono tu sia-. Disse Ginny. In realtà, qualche pomeriggio prima, l'unica sorella Weasley, intanto che si trovava in uno dei tanti bagni femminili della scuola, aveva sentito parlare Lavanda male di Hermione, dicendo cose tipo "come ha fatto Ron a stare con una come lei", o "sta sempre china su quei libri, che gli si sta formando la gobba". In verità, Hermione Granger, era una ragazza molto bella, ma era una bellezza naturale, acqua e sapone, l'unica pecca, era che la Grifondoro non sapeva valorizzare la propria bellezza, e cosi questa, passava in secondo piano. Non che Lavanda fosse chissà quanto bella, con i capelli castano chiaro e gli occhi azzurri, non era magrissima ma neanche grassissima, era carina, ma non si poteva permettere di parlare male delle altre quando neanche lei era questa grande bellezza. Quindi Ginny, voleva dimostrare che anche Hermione, se solo si sarebbe presa un po' più cura di sé, sarebbe potuta apparire come una ragazza bella e studiosa, e non soltanto come una secchiona, che non fa altro che passare le ore sui libri.
-Cosa ve ne pare di questo?- chiese il Signor Stratchy, mostrando un vestito che arrivava fin sotto al ginocchio, rosa antico, e il cui corpetto era rivestito da piccoli diamantini, anche essi rosa. Era un vestito molto bello, e Hermione, la quale ormai, si era arresa dal cercare di convincere l'amica a non farla partecipare alla festa, lo avrebbe anche provato, cosi, anche solo per vedere come le stava, ma Ginny, sembrava essere decisa ad avere il meglio, e cosi, chiese al vecchio mago se c'era qualcosa di un po' più appariscente, e magari di un altro colore. L'anziano Signore, mostrò alle due ragazze vari abiti, corti, lunghi, medi... ma nessuno di questi sembrava adatto per l'occasione, alla fine, quando ormai anche Ginny stava per perdere le speranze dal trovare l'abito perfetto, il Signor Stratchy fece vedere loro un vestito lungo fino ai piedi, dal colore difficile da distinguere, anche se a prima vista poteva sembrare color ghiaccio, la gonna, ampia ma non troppo, era formata da piccoli svolazzi di tulle, dalle varie tonalità, il corpetto chiaro, invece era ricoperto da piccoli diamantini, come a formare delle piccole onde, le maniche a giro erano completamente trasparenti, e se visto da lontano, poteva sembrare che queste non ci fossero proprio.
-E' stupendo...-mormorò Hermione, rimasta senza fiato ad osservare il vestito.
-E' perfetto- confermò Ginny, girandosi verso l'amica-forza vallo a provare- le disse prendendo il vestito, che il signor Stratchy teneva ancora tra le mani, per poi porgerlo all'amica.
-No, cosa...io non posso, quello?- rispose confusa la mora, senza prendere il vestito.
-Si, questo, non abbiamo tutta la giornata, muoviti- disse Ginny, spingendo l'amica dentro il camerino, intanto il Signor Stratchy, le guardava divertito. -Herm, quanto ci metti?!- si lamentò Ginny, camminando su e giù, davanti il camerino dove più di venti minuti prima era entrata l'amica. Intanto Hermione, che era già da un bel pezzo che aveva indossato il vestito, se ne stava davanti allo specchio ad ammirare quella meraviglia di tulle e diamanti. All'inizio, non voleva misurarlo, perché pensava che un abito cosi bello, addosso a lei sarebbe soltanto apparso più brutto, ma ora, mentre osservava il suo riflesso, doveva ammettere il contrario. Non era il vestito ad apparire più brutto, ma era lei, ad apparire più bella, i diamantini del corpetto, le mettevano in risalto il viso, portandole più luce, il colore del tulle, le faceva da contrasto con gli occhi dorati. L'abito in sé, le dava un'aria più elegante e raffinata, ma allo stesso tempo, la distingueva dagli altri, e gli svolazzi del tulle rendevano ancora l'idea di quello che lei era. Libera. O almeno, libera era quello che lei voleva apparire al resto del mondo. Ma dentro di sé, si sentiva prigioniera. Prigioniera, in un mondo che fin da piccola l'aveva sempre criticata. Sia nel mondo babbano, perché appariva strana e diversa rispetto le altre. Sia nel mondo magico, dove a causa del suo sangue, nessuno, l'avrebbe mai definita una vera strega. E lei, si sentiva cosi, si sentiva come fosse il centro di qualcosa, si sentiva sempre gli occhi degli altri, dei purosangue, arroganti come Malfoy, puntati addosso, si sentiva come se fosse una qualche forma di intrattenimento. E alla fine, dopo anni e anni a sentirselo dire, si sentiva SPORCA. Ma se sporca, significa essere fieri di quello che si è, allora lei era ORGOGLIOSA, di esserlo. E non le importava se sul braccio aveva un incisione con scritto "mezzosangue". Perché lettera dopo lettera, mentre quella parola veniva incisa, lei aveva versato lacrime e sangue, aveva urlato, aveva provato un dolore, che mai in vita sua sperava di riprovare, e quel dolore, era la prova del suo orgoglio, era la prova del suo essere...
-Herm?!?- la richiamò Ginny, distogliendola dai suoi pensieri. -Ho fatto, ho fatto- rispose, e subito dopo uscì dal camerino. Quando dopo mezz'ora, Hermione uscì dal camerino, sia Ginny che il Signor Stratchy, rimasero a bocca aperta. La Grifondoro, non era mai parsa più bella come in quel momento, era incantevole, meravigliosa, il suo viso sembrava brillare di luce nuova, e tutto questo grazie a quello splendido vestito, che addosso a lei, sembrava ancora più meraviglioso. -Sembri...- iniziò Ginny, ma si blocco, non sapendo bene cosa dire. -Una ninfa- concluse per lei il Signor Stratchy, anche lui deliziato dalla bellezza che quell'abito donava alla ragazza.
-Una ninfa- ripeté Ginny, mentre l'ombra di un idea iniziava a farsi spazio nella sua testa-ma certo, tu ti vestirai da ninfa-

Ogni scommessa, ha le sue conseguenzeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora