IX

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13/12/2015 [14:49]

«Louis William Tomlinson, sei dannatamente sicuro di ciò che stai per fare? Davvero?» continuò imperterrito Liam, guardandolo con quei sue grandi occhioni da cucciolo. Louis tossí piano, per poi annuire. Sí, stava per andare da uno sconosciuto - che in più era anche un fottutissimo bullo - perché era convinto quello fosse Edward.
L'Edward con cui messaggiava e per cui aveva una cotta. Una dannatissima e grandissima cotta. Ma dettagli, suvvia. Quel ragazzo era impegnato e Louis lo sapeva bene, ma comunque poteva riuscire a rimanergli amico, il castano ne era certo. Valeva la pena sapere che non sarebbero mai stati una coppia, se ciò significava avere al suo fianco una persona fantastica tanto quanto lui.

Quindi sì, era dannatamente sicuro di ciò che stava facendo e del motivo per cui lo stava facendo, per questo quando vide Hagstins uscire dalla porta della palestra se ne fregò di Liam o del resto degli studenti che camminava per la scuola e si avvicinò al ragazzo biondo, appena uscito dagli spogliatoi.

«Oi» borbottò timidamente, facendo voltare il ragazzo con gli occhi color ghiaccio. Non male, eh.
Louis zittí la sua mente che non faceva altro che commentare la bellezza di Edward, e gli sorrise. Con sorpresa vide Hagstins fare lo stesso, come se lo avesse riconosciuto.
«Tomlinson» lo salutò e, hey, aspettate, come conosceva il suo nome? «Come va la vita?» chiese, interessato.
«Uhm» mormorò, le guance più rosse più gli occhi ghiaccio lo fissavano come se sapessero tutti i suoi segreti. «Uhm, bene. Sí.»
«Mi fa piacere, un bel ragazzo come te non può ovviamente passarsela male. No?»
«Mhmh» rispose il castano, osservando il pavimento. Certo, dietro un telefono era più sicuro di sè, insomma, sembrava più forte. Ma lí si sentiva completamente alla mercé di quel ragazzo che lo stava giudicando. Louis ne era sicuro.
«Tu come stai?» provò, mormorando imbarazzato perché, dio, non si sentiva per niente e proprio agio. Il sorrisetto che aveva Edward, soprattutto, lo metteva in soggezione.
«Bene» borbottò spicciolo, facendo un passo verso Louis, il quale era davvero, davvero tentato di indietreggiare. Restò fermo. «Soprattutto da quando sei arrivato tu.»
Il castano sorrise, mordendosi le labbra perché, okay, magari tra di loro non c'era tanto feeling quanto per telefono, ma.
«Che ne dici,» chiese l'altro, distogliendolo dai suoi pensieri. Il tono, però, non era esattamente quello di una domanda «che ne dici di passare a casa mia, bambolina?»
Bambo- cosa? Louis strabuzzò gli occhi, deglutendo a vuoto. Che cosa stava esattamente succedendo? Dove stava andando a parare Edward?
Voltò la testa, cercando un qualsiasi aiuto, ma Liam se n'era andato e gli studenti erano tutti sulla strada di casa. Porca puttana, aveva un cattivissimo presentimento.
«Allora, bambola?» continuò Hagstins e no, no, nonononono, dov'era il suo Edward?
«Uhm, penso, no. Ahm, come- intendo... il tuo- um» si fermò per prendere un respiro profondo, mentre indietreggiava verso l'armadietto per sfuggire al tocco di Hagstins che continuava imperterrito ad avvicinarsi a lui. Le spalle del ragazzo castano toccarono il muro, ed in meno di un secondo le labbra di Edward stavano sfiorando le sue.
Il cellulare di Louis suonò, ma lui era evidentemente occupato in altro.
«Sanno tutti che sei gay, Tomlinson. E un piccolo uccellino mi ha detto che ti piace prenderlo in culo. Spero di essere stato chiaro: noi ora andiamo a casa mia e tu fai la brava puttanella che sei, intesi?»

***

13/11/2015 [14:56]

Fu questione di un secondo.
In così poco tempo capí che aveva fatto un errore madornale di calcoli, che si era completamente sbagliato perché quello non era il ragazzo per cui aveva una cotta, il ragazzo a cui si era avvicinato nell'ultimo mese ed il ragazzo che si era rivelato una delle persone migliori che avesse mai conosciuto. C'era stata solo un'altra persona più importante di Edward nella sua vita, ovvero il suo vecchio migliore amico. E proprio lui, nello stesso attimo in cui Louis realizzava di essere fottuto, era uscito dagli spogliatoi e stava guardando la scena a dir poco sconcertato. Le labbra di Hagstins erano poggiate sulla mascella dell'altro, probabilmente cercando di marchiarlo, e lo avrebbe fatto, se Harry non fosse corso - letteralmente corso - verso di lui e lo avesse spinto contro gli armadietti vicini.

«Cosa stai cercando di fare, pezzo di merda?» soffiò con una voce a dir poco gelida e roca. Cosa ci faceva lui lí? Da quando faceva parte del team? L'ultima volta che aveva controllato, Harry Styles era una schiappa in tutti gli sport escluso il golf. Sbuffò, meritandosi un'occhiataccia dal riccio che lo fulminò con uno sguardo. Non era il momento di pensare a quanto sapeva di Harry o no.
«Parla» borbottò il riccio, gli occhi freddi come se non stesse provando alcun sentimento.
«Ho detto» riprese il riccio, mentre Edward fissava spaventato la sua faccia senza nemmeno fiatare «ripeti quello che hai fottutamente detto al mio ragazzo».

Gli occhi di Louis si spalancarono, la sua espressione da spaventata diventò sorpresa perché, dio, lo aveva chiamato il suo ragazzo, e magari il castano avrebbe dovuto dirgli che no, cosa gli saltava in mente di dire? Ma restò semplicemente a guardare Harry dire ad Hagstins di andarsene dopo avergli dato un pugno. Aveva paura di lui, di ciò che poteva fare, e di ciò che poteva dirgli, Louis era confuso.
«Stai bene?» sussurrò il riccio, girandosi verso di lui, ma questa volta nella sua voce non c'era tutto l'odio e il disprezzo che Louis avrebbe immaginato. Sembrava sinceramente preoccupato.
«S-sí» esalò, cercando di riprendersi e di respirare. Dentro e fuori Lou, dentro e fuori. Il respiro, ovvio.
«Che ti ha fatto?» continuò il riccio, avvicinandosi a lui. Louis non indietreggiò, questa volta. Rimase dov'era, e lasciò che Harry lo raggiungesse.
«Nu-nulla- io...» balbettò, le labbra tremolanti mentre fissava il suo migliore amico negli occhi. Ex migliore amico. Che aveva detto di essere il suo fidanzato. Harry serrò la mascella, per poi avvicinarsi piano al volto dell'altro. Poggiò una mano sul suo mento per osservare meglio il punto su cui Hagstins aveva poggiato le labbra.
«Okay, non c'è nessun segno.» Sospirò, il fiato fin troppo vicina all'orecchio di Louis.
«Hai...» parlò Louis, leggermente più sicuro di sé. «Hai detto a- ad Hagstins che eravamo fidanzati ma non...»
Il corpo di Harry tremò leggermente, ma poi riprese sicurezza in se stesso e «Um, era- um, per farlo andar via, ecco.»
Il riccio si morse le labbra, facendo pochi passi indietro. «Devo- devo andare, Lou, se quello stronzo cerca di toccarti ancora dimmelo.» disse, mentre continuava ad allontanarsi. Era come se tutto d'un tratto qualcosa lo avesse... scottato.

Louis lo guardò andare via, ancora una volta. Ed Harry andò via senza una spiegazione, ancora una volta.

Grazie per essere arrivati qui, è uno dei capitoli di cui sono più insicura perché è veramente importante per la storia ma non so se vi ha o no soddisfatti.
Se volete fatemi sapere cosa ne pensate, sarebbe apprezzatissimo.
V.

The Unknown Guy. ~ l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora