Capitolo 5

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Continuai a sentirlo ma litigavamo spesso, non era come all'inizio. Qualche giorno dopo uscii a pranzo con Andrea e poi andammo a casa sua a vedere un film. Dan era lì in camera sua, non si fece vedere per un po', poi venne almeno tre o quattro volte da noi chiedendo a suo fratello di alcuni oggetti che non trovava. Avevamo litigato, forse per questo non chiese di restare con noi a vedere il film. Nel pomeriggio andammo a scuola per vedere i risultati dell'anno scolastico, guardai il mio, ero felice. La mamma di Andrea mi chiese com'era andata, guardò, poi mi diede un abbraccio e mi disse <Che brava!> La ringraziai per la giornata, salutai tutti i miei compagni e dopo poco me ne andai.

Gli esami finirono. Dan aveva assistito al mio, io però non avevo assistito al suo. Rimasi fuori con sua mamma quella volta; lei era un po' in ansia così le dissi che sarebbe andato tutto bene e che Dan era un ragazzo intelligente. Mi chiese come mai ero lì fuori anziché con lui, le sorrisi e le dissi < Non siamo in buoni rapporti in questo periodo, ma c'è la sua ragazza a sostenerlo.>

<A lui avrebbe fatto piacere averti lì> fissò il vuoto qualche secondo, poi aggiunse <tiene molto a te>.

La guardai, rimasi in silenzio non avevo scuse quella volta, avevo sbagliato e basta. Alla fine per mascherare la tristezza accennai un sorriso e dissi <Andrà bene, sono sicura.>

Lo vidi un'altra volta, quando andammo al centro commerciale per fare un giro. Parlammo soprattutto io e Andrea, lui rimase tutto il tempo in silenzio, non capivo cosa stesse succedendo.
Quando poi andammo ad aspettare l'autobus Dan disse di voler andare a piedi e se ne andò, senza neanche salutare. Non sapevo cosa pensare, rimasi una seconda volta senza parole. Con Andrea lo nascosi però, feci finta di niente.

Quel pomeriggio mi chiamò, gli risposi. Mi chiese perché lo avevo lasciato quella volta, io non volevo rispondere, non volevo dire che non mi fidavo di lui e che forse mi ero fatta solo un sacco di paranoie che in realtà non servivano. La verità è che avevo paura di non essere quella che cercava,  quindi cercavo di prendere tempo pur di non far finire tutto. Gli dissi che non lo ricordavo e che era passato troppo tempo. Poi chiusi la chiamata salutandolo in fretta.

Passarono anche le due settimane in cui lui stette in Inghilterra mi scrisse solo un giorno mentre era via, ma sembrava diverso dalle altre volte, più distaccato, così iniziai a pensare che gli importasse ciò che pensavano i suoi amici e che certo non si sarebbe rovinato così la reputazione. Gli scrissi una lettera in quei giorni, mi sembrava un modo per comunicare con lui, visto che lo pensavo tutto il giorno ma non avevo coraggio di scrivergli. Non gliela diedi mai.

Caro Dan,
Domani torni dall'Inghilterra e io sono felicissima. Perché? Si hai ragione non c'è un perché... Tanto quando torni mica ci vediamo. Missà proprio che non ti importi molto di me.
Non ne sono sicura, in realtà sto cercando di convincermi del fatto che sia così, ma da come stanno le cose sembra tutto il contrario. Tu continui a dirmi che ti interesso e io? Niente solo perché non mi fido di te...
È colpa mia, non di certo tua.
Sono proprio cattiva diciamocelo, sono cinque mesi che va avanti questa cosa, e quando ti stancherai di me e non vorrai più aspettarmi? Forse sto sbagliando. Solo perché sei timido e magari non vieni lì a parlarmi per il fatto che ci tieni non vuol dire che io debba comportarmi così.
Tu stai pure male per me non ci posso credere. In questo periodo sto imparando cosa significa stare male per una persona, anche se è tutta colpa mia perché se fosse per te adesso saresti qui con me da mesi.
Quando la settimana scorsa mi hai detto che non aveva senso parlare con me perché ti prendo solo in giro, non avevi del tutto ragione, ma che penso solo ai miei interessi è vero. Di una cosa sono certa però, come io tengo a te tu tieni a me, come amica ragazza o quello che sia.
Non so neanche perché scrivo queste cose tanto non ti darò mai questa lettera, forse solo perché mi serve lamentarmi con qualcuno del fatto che ho paura che non mi pensi, quando io ti penso tutto il giorno. A balzi ti amo a balzi ti odio, sono sentimenti opposti ma si sa: gli opposti si attraggono. Che sia lo stesso anche per noi?
Mi manchi cucciolo, mi manchi tanto e non sai quanto adesso vorrei averti qui con me.

Baci caste.

Quando tornò però non mi scrisse così cercai un paio di scuse per scrivergli io, alla fine gli chiesi se era in bici vicino al cinema, ma non fu la prima scusa che mi venne in mente, in realtà ne avevo scritte un elenco ma nessuna mi sembrava abbastanza plausibile. Scelsi quella e in meno di un minuto ricevetti una tua risposta, fredda però. Forse stavi provando a staccarti da me. Da li riprendemmo a scriverci.

La paura di perderti crebbe così tanto che capii di dover fare qualcosa per non lasciarti andare.

Era già quasi finito anche il mese di Luglio.

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