Capitolo 7

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Ci vedemmo prima della festa l'1 Settembre, fu un giorno speciale per me, mentre bevevamo un thè freddo mi arrivò un messaggio da parte sua, mi chiedeva se volevo stare con lui. Lo guardai, sorrisi e abbassai lo sguardo, ero un po' imbarazzata non volevo di certo arrossire davanti a lui. Gli dissi che era troppo facile con un messaggio, che non gli avrei risposto a meno che non me lo avesse chiesto a voce.

<Vuoi sempre complicare le cose> mi disse.

<Non mi piacciono le cose semplici.> risposi, lo stavo mettendo alla prova; ero curiosa di sapere quanto teneva a me.

Mi guardò e passò qualche minuto, poi parlammo d'altro soprattutto delle nostre playlist sul cellulare, mi fece vedere la musica che ascoltava era diversa da quella che sentivo in giro ma mi piaceva. Forse mi piaceva solo perché la ascoltava lui. Ad un certo punto mi strinse un po' la mano mi guardò e disse <Ti piacerebbe essere la mia ragazza?> era tutto ciò che volevo sentire, gli diedi un bacio e gli risposi di si.

Parlammo tanto, tutti e due eravamo davvero felici, io non avevo mai tenuto così tanto a nessuno prima d'ora, per me era come se la mia vita stesse cambiando, come se da quel giorno potesse solo migliorare. Sapevo che ci sarebbero state delle difficoltà, delle litigate, ma in quel momento sapevo che eravamo noi due.

Noi due contro tutto e tutti. Avremmo superato tutto e sarebbe stato per sempre. Gli promisi che sarei rimasta con lui sempre, fino a quando lui non mi avesse chiesto di andarmene.

Adesso ero sicura: lo amavo.

Il giorno dopo alla festa di Andrea mi arrabbiai con lui per una piccolezza, doveva far gonfiare delle palline di gomma nell'acqua ma se ne dimenticò. Arrivai a casa loro e  mi sembrò una mancanza di attenzione nei miei confronti.  Non ci parlammo per un po' di ore, poi qualcuno ci disse di parlarne perché non aveva senso rovinare in quel modo la giornata.

Quando chiarimmo tutto, fu più bello di prima, sentivo di essere ancora più unita a lui. Era proprio il miglior ragazzo che poteva capitarmi. Quando Andrea mi chiese se volevo spegnere una candelina e usufruire di un suo desiderio di compleanno scossi il capo, guardai Dan e dissi <Ho tutto ciò che ho sempre desiderato.>

Con lui passai delle giornate bellissime, dei mesi fantastici. Lo vedevo tutte le mattine in tram prima di andare a scuola, lo sentivo sempre, era tutto perfetto. Ci furono delle avventure davvero pazzesche. Come quando eravamo in Prato e faceva talmente freddo che avrei voluto tornare a casa ma non avrei mai voluto lasciarlo, così alla fine a forza di scaldarmi si congelò anche lui..

O come una volta che andammo a fare un giro in centro e si mise a diluviare, ci riparammo sotto la fermata dell'autobus mentre cercavamo di capire quale fosse il momento giusto per attraversare la strada. Quando lo vedevo o lo sentivo non ero mai capace a dire: devo andare, aspettavo che fosse sempre lui a dirlo. Anche se forse lui non fu mai in grado di capirlo tenevo a lui più di ogni altra cosa al mondo, per lui avrei fatto di tutto.

Quei mesi furono i mesi più belli della mia vita, lui mi disse una cosa che ricorderò per sempre:

" I tuoi occhioni, le tue labbra, non so è una sciocchezza ma è incredibile come una cosa ti possa mancare così in fretta amore".

Con lui imparai moltissimo. Imparai a prendermi delle responsabilità, mi passò la paura di uscire di casa la sera con il buio, perché pur di vederlo lo facevo; imparai cosa significa aver paura di perdere qualcuno ma cosa più importante imparai cosa significa e cosa comporta amare così tanto qualcuno.

Un giorno passai con un'amica in prato, per caso attraversai uno dei quattro ponti. Guardai davanti a me, stavamo ridendo per qualche strana battuta, poi la vidi. Era una scritta gialla sulla colonna erano tre parole. Lasciai cadere a terra la borsa, la mia amica si voltò per accertarsi che fosse tutto a posto. Lessi ad alta voce: "ti amo Giuli" questo avevo letto ed ero ancora stordita, non riuscivo a credere a quello che vedevo, mi avvicinai e subito pensai che fosse da parte di Dan.

Gli scrissi e lui confermò era la cosa più carina e strana che avesse fatto per me, per dimostrarmi che quello che mi diceva ogni giorno adesso era scritto lì, lo potevano leggere tutti e sarebbe rimasto lì per molto tempo. Potevo leggerlo tutte le volte che passavo per di la e pensarlo, anche se ad essere sincera non mi serviva nessun aiuto per ricordarmi di lui perché lo pensavo sempre.

Era davvero il mio ragazzo, e speravo lo sarebbe rimasto per sempre. Dopo sei mesi che stavamo assieme però la paura di perderlo c'era ancora, eravamo molto giovani e io non riuscivo ad immaginarmi senza di lui. Per lui era lo stesso per cui non mi preoccupavo poi tanto.

Alcune volte litigavamo, spesso così pesantemente da voler chiudere la storia, ma tra tutte le difficoltà andavamo avanti.

Lui era diverso, speciale.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora