Rientro a casa questa volta un po più tardi del solito, mi andava di camminare, chiarirmi le idee, ed ho ripensato a tutto quello che è successo, da Cole che adesso è in coma in ospedale, a Nate che mi è vicino, ma che vuole aiutarmi e questo implica che dovrei parlargli ma non so se sono ancora pronta a farlo. So solo che dovrò dire a mia mamma di Cole, in fondo lei l'ha conosciuto.
Una volta è passato a prendermi sotto casa con la sua macchina per portarmi a cena fuori e mia madre gli aprì la porta quella sera perché stavo finendo di prepararmi, volevo essere perfetta, e per non farlo aspettare alla porta ha insistito per farlo entrare, lo voleva conoscere e lui che voleva sembrare un bravo ragazzo non ha esitato ad entrare.La sera quando sono rientrata, mia madre mi aspettava seduta nel soggiorno con un libro in mano, lo ricordo ancora il titolo di quel libro'come un uragano di Nicholas Sparks'. Mi chiese come era andata la serata e io gli raccontai di quanto ero felice, lui era stato adorabile, un perfetto gentiluomo, mi aveva portato fuori a cena, in un posto lontano mezz'ora di macchina, il tragitto fu tranquillo ma quando arrivammo al ristorante mi sembrava di vivere una favola. Il ristorante era italiano e si chiamava Pomodoro ed anche se i prezzi erano costosi lui mi disse che potevo prendere tutto quello che volevo. Per tutta la serata sembravamo una di quelle coppiette super sdolcinate che a me prima solo a guardarle mi facevano venire i conati di vomito. Quando finimmo di cenare al ristorante andammo a fare una passeggiata, ci facemmo un sacco di risate e prima di riaccompagnarmi a casa mi baciò e quando successe ricordo alla perfezione le farfalle svolazzare nello stomaco. Pensavo di essere riuscita a conquistare un ragazzo fantastico, ed era per me la cosa più bella del mondo. Ma a mia mamma dopo avergli raccontato tutto quello che era successo mi disse di fare attenzione che sembrava troppo perfetto per essere vero e io le dissi che invece era solo lei troppo premurosa e che avrebbe dovuto lasciarmi vivere la mia vita in pace, ripensandoci lei aveva ragione.
"Abigail sei tu tesoro ?" Mi chiese mia mamma, poco dopo aver varcato la soglia di casa.
"Sì ...ma..ma che stai facendo?" Le chiedo quando sbuca dalla porta della cucina con un grembiule addosso, che purtoppo non è riuscito a riparare il viso da una strana roba bianca, scendo più giù a guardarla e vedo che ha un mestolo nella mano destra e un pacco di farina in quella di sinistra, ecco cos'era quella roba bianca...
"Oh tesoro vieni " mi dice camminando per entrare in cucina.
Quando raggiungo l'entrata posso iniziare a sentire un fantastico odore che mi fa brontolare lo stomaco, ma la mia espressione di beatitudine viene subito sostituita con una di stupore, tutta la cucina è un macello, e per sporcarla tutta c'è ne vuole dato quanto è grande.
Farina sparsa da pertutto, tovaglioli sporchi appoggiati sul piano d'appoggio, macchie rosse che minacciano di incrostarsi sulla parete di fronte ai fornelli, un completo disastro.
"Mamma mi spieghi cosa è successo ? Sembra sia passato l'uragano Katrina in cucina" le dico senza nascondere l'immenso sorriso che ho sulle labbra.
"Oh tesoro me lo dicevi che bastava provare a cucinare una pizza per farti sorridere così" mi dice mia mamma avvicinandosi verso di me e accarezzandomi la guancia.
"È stata una giornata molto piena mamma, ma anche molto meglio delle altre devo ammettere" le dico anche se con un po di difficoltà.
"Ti va di parlarne?" Mi chiede con uno sguardo supplichevole e per questa volta decido di cedere ed annuisco con il capo, e quando lo faccio mi accorgo che un sospiro di sollievo esce dalla sua bocca.
"Va bene tesoro sediamoci qui d'accordo?" e mi indica gli sgabelli color cioccolato di fronte alla penisola dove ci sediamo la mattina per fare colazione.
Quando mi siedo lei si pulisce con un panno il viso sporco ed aspetta che io inizi a parlare e il suo sguardo pieno di speranze mi riempie il cuore, quindi decido che almeno quello che è successo a Cole posso raccontarglielo, prendo un respiro profondo e parto con il mio racconto.
"Ieri sera, per telefono io e Cole abbiamo litigato...perché c'era qui a casa Nate" un 'Oh' esce dalla bocca di mia mamma, ma non mi fa domande quindi decido di proseguire.
"Ha detto che sarebbe venuto qui, per ..per sistemare la situazione con Nate. Dopo quelle parole io ho detto a Nate che se ne sarebbe dovuto andare perché non volevo che si facesse male, ma lui ha insistito per rimanere, ed è restato qui fino a quando la mattina mi sono svegliata, e l'ho visto addormentato. L'ho svegliato e poi il resto non è importante fino a quando non ho ricevuto una chiamata sul telefono...era dal numero di Cole... ho risposto alla telefonata aspettandomi di sentire la sua voce, ma mi sbagliavo quella che ha risposto al telefono era la voce di un dottore, del dottor Murphy del Sant Morris Ospital, e mi dice che Cole stanotte ha avuto un incidente ed ora è in coma." Mia mamma che fino ad ora aveva ascoltato il mio discorso guardandomi diritta negli occhi con uno sguardo severo, nel sentirmi pronunciare quelle parole distoglie lo sguardo dal mio e la sua espressione si addolcisce, anche se non di molto ma quel poco che mi è bastato a capirlo.
"Nate ed io siamo andati in ospedale e il dottor Murphy mi ha detto che i genitori, dopo aver saputo della notizia del figlio hanno detto che non volevano avere nulla a che fare con lui." Prendo una pausa aspettando un commento da parte di mia mamma ma non ne ricevo nessuno così decido di continuare.
"Però la polizia tramite i contatti del telefono di Cole sono riusciti a rintracciare il numero dello zio che si è presentato subito in ospedale, dicendo che si sarebbe preso cura lui di suo nipote." Decido di concludere il mio discorso, non sapendo che altro dire, ho raccontato questa storia come una persona che non ha vissuto questi momenti in prima persona ma come una perfetta sconosciuta, senza far trapelare nessuna emozione, né dalla mia voce né dalla mia espressione.
Così come mia mamma non si è scomposta più di molto nel sentire quello che volevo dirle, ma poi per fortuna decide di rompere questo silenzio.
"Abigail..." prende una pausa e fa un lungo sospiro, poi continua.
"Sono veramente contenta che tu abbia deciso di parlare un pò con me, ma non so cosa dirti, a me quel ragazzo non è mai piaciuto, di certo non posso dirti che non sia dispiaciuta per quello che gli è successo e per l'immaturitá dei genitori, sarebbero semplicemente le parole di una persona egoista ed ipocrita che io non sono, però Abigail tutto quello che tu mi hai raccontato adesso, non c'entra nulla con il motivo per il quale prima stavi sorridendo, mi hai detto che questa è stata una giornata molto impegnativa, ma comunque meglio delle altre, quindi tesoro, non posso fare a meno di arrivare ad una conclusione, che tutta la tua tristezza ed angoscia derivava da un' unica persona, è quella persona adesso è su un letto d'ospedale" mi dice guardandomi negli occhi velati di lacrime.
"Oh mamma" le vado addosso stringendola forte a me, quanto mi è mancato sentire le sue braccia stringere forte contro di me, che emanano una calore confortevole e protettivo che solo una mamma può dare, mi è mancato sentire il profumo di agrumi dei suoi capelli mi è mancato comportarmi come una ragazza di diciassette anni che ha bisogno della sua mamma, anche se lei non sa tutto quello che è successo, immagino che non arrivi a pensare a tutto quello che mi ha fatto, non ho nessuna intenzione di interrompere questo meraviglioso momento, con delle notizie spregevoli che la farebbero andare fuori di testa.
Rimaniamo così che sembra una eternità fino a quando sentiamo la porta di casa aprirsi.
"Tesoro sono a casa" è la voce di mio padre che pian piano si fa più vicina.
Quando entra in cucina la sua espressione è impagabile, come me anche lui è rimasto sconvolto dal macello che c'è qui dentro.
"Ma che diavolo è successo qua dentro?" Domanda e il suo sguardo che fino a poco fa vagava per la cucina si posa su noi due e subito si addolcisce.
"Perché...perché state piangendo ?" Dice venendoci in contro, ma io lo precedo e lo stringo forte a me e gli dico "perché è tutto finito papà" vedo la sua espressione confusa ma penso che non gli importi, dato che mi stringe a se ancora più forte.
"Ehm..scusate ma si può sapere che cavolo è successo qua dentro?" Tutti e tre di scatto ci giriamo e vediamo una Eva con un pigiama rosa fiori tutta assonnata.
Alla vista di quei meravigliosi capelli tutti aggrovigliati scoppiamo tutti e tre a ridere.
"Ma cosa avete da ridere?" Sbraita Eva
"Oh tesoro nulla, vuoi unirti a noi a pulire? La pizza è nel forno tra poco è cotta" dice mamma
"Cara cosa ti fa credere che ti daremo una mano a pulire?" Le dice in tono scherzoso mio padre.
"Caro vuoi mangiare?" Le domanda con finta voce dolce la mamma
"Certo che voglio mangiare, che domande ho una fame da lupi " risponde papà
"Beh allora prendi questa e inizia a pulire, se no per te niente cena" le dice mia mamma mentre gli passa una pezza gialla.
Io non resisto e scoppio a ridere e lo stesso fa Eva e poco dopo dato che non riesce più a resistere inizia anche mamma a ridere, mentre papà ci guarda con uno sguardo di disapprovazione borbottando fra sé e sé frasi incomprensibili.
Dopo esserci messi tutti e quattro a pulire il macello che c'era in cucina ci sediamo a tavola a mangiare la pizza che è davvero squisita.
"Mamma io sono molto stanca vado a dormire" dico
"Oh certo tesoro vai" mi dice alzandosi in piedi e baciandomi la tempia, quanto mi è mancato tutto questo.
Quando mi metto sotto le coperte il primo pensiero che mi viene in mente è lui e quindi decido di scrivergli un messaggio.'GRAZIE PER OGGI NATE, BUONANOTTE :)'
Vorrei tanto avere la forza per aspettare una sua risposta ma crollo in un sonno profondo, sognando dei magnifici occhi color oceano.
Scusate la lunghissima attesa ma non avevo molte idee, comunque mi sono messa di impegno per fare questo capitolo più lungo del solito, che riguarda una riconciliazione di Abigail con la famiglia, adesso sembra che le cose possano andare per il meglio, ma chi può dirlo non tutte le cose sono rose e fiori ;)
Detto questo vi prego fatemi sapere se vi sta piacendo la storia.
XOXO
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Ti prego salvami!
RandomAbigail è una ragazza di 17 anni, chiusa in se stessa e si porta dentro se da troppo tempo un segreto, e nessuno riesce a scoprire la verità. Solo una persona a lei cara forse ci riuscirà, Nate.