Copertura

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Erano venuti per me. La mia ansia iniziò a salire rapidamente. Ero condannata.

-Mantieni la calma Elisabeth- mi avvertì Justin facendomi segno di rimanere nella stanza. Feci come mi disse. Aspettai lì in silenzio, pregando che non fossero le guardie venute a prendermi per riportarmi in carcere e scegliere la mia condanna.

Ero agitata, piena di domande da porre innanzitutto a me stessa.

Peró non sapevo darmi alcuna risposta. Perché avevo ucciso la mia famiglia? Anche sotto gli effetti di strani stupefacenti avrei dovuto sapermi controllare.

Eppure li ho uccisi, senza pietà.

Le immagini dell'assassinio che commisi mi scorrevano senza interruzione nella mente.

Mi portai le mani tra i capelli e mi distesi sul letto in posizione fetale. Ero distrutta. Nessuno poteva aiutarmi in quel momento e Justin aveva già fatto abbastanza per un'assassina come me. Non potevo distruggere la sua vita trascinandolo nella mia, che era più che misera.

All'improvviso si sentirono dei passi pesanti oltre la porta. Erano venuti a prendermi!

In fondo me lo meritavo...

Mi rialzai dal letto e mi misi in piedi, guardai attentamente la porta.

Se erano venuti a prendermi tanto valeva affrontare la situazione a testa alta.

-Prego Lilith, entra pure- sentii la voce dolce e pacata di Justin prima che la porta venisse aperta.

Lilith? Chi cazzo era?

Presto lo capii. Una signora più o meno di mezz'età fece la sua entrata nella stanza, con un sorriso a trentadue denti stampato sulle labbra.

Aveva i capelli color cioccolato raccolti in un'elegante acconciatura a forma di fiore, i suoi occhi azzurri come il cielo mi scrutavano con curiosità e i tratti del suo viso si addolcirono.

-Tu devi essere Elisabeth- sussurró con emozione. E questa cosa voleva da me?

Annuii senza spiccicare una parola. La donna sorrise ancora di più e stese le sue braccia verso di me. All'inizio non capii e mandai qualche occhiata confusa a Justin che, anche lui, a sua volta mi sorrise.

Allora potevo fidarmi! Feci qualche passo verso la donna e mi lasciai avvolgere in un abbraccio dolce e profumato.
Non la conoscevo, non sapevo chi fosse, ma trasmetteva sicurezza e amore... cose che purtroppo mi erano mancate per troppo tempo.

-Elisabeth, lei é la duchessa Lilith. Ci aiuterà con la copertura- disse Justin interrompendo il momento.

Ci staccammo l'una dall'altra.

Li guardai confusa.

-Io vi aiuterò non solo con la copertura, ma anche con le difese. Ho i migliori avvocati del paese a mia completa disposizione ed in questo modo potrai ritornare libera. Ma ci vorrà del tempo mia cara, per questo dovrai rimanere nascosta qui per un determinato periodo- aggiunse la duchessa.

-Davvero?- chiesi incredula. Entrambi annuirono, e in quell'istante mi sentii al settimo cielo. Non solo Justin credeva in me, ma anche la duchessa.

Avrei voluto piangere, saltare per aria, gridare, ridere... ma non credo che sarebbe stato molto appropriato visto che c'era un'immagine molto importante nella camera.

-É...é fantastico, grazie di cuore- sussurrai imbarazzata.

-Non c'è di che- rispose la duchessa.

-Bene, ora che tutto sembra più o meno risolto, propongo una rilassante chiacchierata intorno ad un bandito tavolo da té- disse Justin riferendosi soprattutto alla duchessa.

My Master ||Justin Bieber||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora