Punizione

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Andai a sedermi su una sedia al centro della stanza, che prima di allora non c'era.

Rimasi in silenzio ad osservare quel ragazzo che sembrava tranquillo. Troppo tranquillo.

Era seduto su un divano accanto alla finestra, intento a leggere un libro.

Mi ignorava completamente, come se non fossi mai entrata in quella stanza.

All'improvviso si aprì la porta attirando la mia attenzione e anche quella del conte.

Vidi entrare Debra e subito dopo di lei, Aveline?
-Signor Bieber, come richiesto vi ho portato anche lei- disse Debra con tono sommesso. Mi voltai verso di lui confusa.

Non riuscivo a capire perchè avesse chiamato anche quella.

-Ti ringrazio Debra. Adesso puoi andare- rispose con un mezzo sorriso che già incuteva paura.

Debra annuì e uscì dalla stanza richiudendo la porta dietro di sé.

Posai il mio sguardo su Aveline che sembrava terrorizzata. Riuscivo a vedere il movimento irregolare del suo petto, e i suoi occhi erano bassi, come se non avesse il coraggio di guardarlo.

Il suo naso era ancora sporco di sangue e leggermente gonfio alla radice. Forse avevo esagerato... Nah!

Distolsi gli occhi da miss coraggio e li posai sul conte, che si alzò dal divano e ci venne in contro. Io non avevo paura di lui.

-Allora... ho sentito che qualcuno ha creato dei problemi nella grande sala- iniziò a girare intorno ad Aveline.

-Dov'è finita l'educazione?- chiese fermandosi a pochi centimetri dal volto di quella soggetta.

Aveline tremava e non ne capivo il motivo; non c'era nulla di cui aver paura.

-Esigo che tu mi risponda quando ti chiedo una cosa- disse alzando di poco il tono della voce.

Stranamente si stavano comportando come se io, in quel preciso momento, non esistessi. La ragazza deglutì rumorosamente, e senza proferire una parola, alzò la mano e mi indicò.

Il conte per la prima volta mi guardò.
-Capisco- disse continuando a guardarmi.

Non so quanto durò, ma abbastanza da mettermi a disagio.

-Va bene Aveline, adesso puoi andare- aggiunse.

Cosa? Lei sì ed io no?
La stronza si diresse verso la porta e l'aprì, ma esitò per un momento.

-Non è cambiato nulla, vero? Non mi odi, vero?- chiese con voce rotta. Che cosa intendeva dire con quelle parole?
Vidi il conte andarle in contro e, come se nulla fosse, iniziò a baciarla con foga.

Riuscivo a vedere le loro lingue attorcigliarsi. Che scena disgustosa.

-Pronto? Ci sono anch'io qui- esclamai cercando di attirare la loro attenzione. Quelle cose potevano farle anche in privato, o almeno non di fronte a me, perchè sentivo il vomito salirmi in gola.

Alle mie parole smisero di baciarsi.

-Certo che non è cambiato nulla, e no, non ti odio- le sussurrò lui continuando ad ignorarmi, ovviamente.

Aveline sorrise e se ne andò. Nulla. Non le aveva detto nulla riguardo a quello che era successo nella sala. Che merda.

Il conte chiuse la porta e venne verso di me con un sorriso inquietante dipinto sul volto.

-Elisabeth, cosa mi combini? Nemmeno un giorno e già ti metti nei guai?- disse divertito. Ignorarlo. Bisognava ignorarlo e basta, come aveva fatto lui mentre "baciava" quella cretina.

My Master ||Justin Bieber||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora