Ritorno

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Passai la notte avvinghiata a Justin.

Dopo la telefonata di Logan mi ero gasata talmente tanto che non volevo ritornare a dormire. E in più c'era la tempesta che comunque faceva la sua parte.

Ero un mix di felicità e terrore, e Justin, avendolo notato, mi tenne stretta a sé sperando che mi addormentassi e che lui potesse ritornare alla sua lettura.

Ma per sfortuna non fu così.

Fino alle tre del mattino l'avevo torturato con le mie paranoie e le mie solite stronzate.

-E se la casetta verrà colpita da un fulmine? É fatta in maggior parte di legno, bruceremo vivi!- gli dissi agitata.

Lui sbuffó per la millesima volta e mi avvolse la vita con il braccio.

-Non accadrà, Elisabeth. Ora torna a dormire- borbottó immergendo il suo viso nell'incavo del mio collo.

-E cosa faró una volta a palazzo? Ti ricordo che hai ancora l'orda di troie-cameriere al tuo servizio. Devi cambiare stile di vita e magari licenziarle tutte e mettere gente più... ecco... professionale. Dei maggiordomi! O delle cameriere che vadano oltre i cinquant'anni! Più é avanzata l'età, più esperienza c'é- proposi giocherellando con una sua ciocca di capelli.

Per un istante alzó il capo per guardarmi. Un'occhiataccia che diceva tutto.

-Ma certo, trasformiamo il palazzo residenziale di Bieber in un posto per pensionati. Magari al posto delle scale mettiamo le rampe per le cameriere con la sedia a rotelle, e per i maggiordomi prepariamo le classiche divise da pinguino- mi assecondó.

-Esatto!-

-No- taglió corto prima di ritornare con il viso sul mio collo. Quindi mi stava prendendo per il culo...

-Ma almeno non sembrerà un bordello- sputai acida.

Voló un sospiro sulla mia pelle, solleticandola leggermente.

-Ne riparleremo quando saremo lì. Nel frattempo goditi questo breve periodo di pace- disse in tono calmo. Strano, mi aspettavo una sclerata degna del conte Bieber, e invece mi aveva risposto con tutta la tranquillità del mondo.

Ma si sentiva dalla voce che era stanco, quindi decisi di porre fine alle mie lamentele e mi accocolai a lui, godendomi quel momento.

Aveva ragione, chissà cosa sarebbe accaduto una volta tornati alla vita di corte.

Chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal calore che emanava il corpo di Justin.

Justin's point of view

Elisabeth mi tenne sveglio per quasi tutta la notte. Solo verso le tre del mattino riuscì a stare zitta e ad addormetarsi.

Era davvero bella mentre dormiva.

Avevo passato le notti con molte donne, e nessuna di esse era riuscita a colpirmi come Elisabeth che, per di più, non aveva avuto nemmeno un rapporto con il sottoscritto.

Lei appariva così fragile ai miei occhi, che avevo paura di distruggerla con una sola carezza.

É sempre stata cocciuta, irresponsabile, impulsiva e chi ne ha più ne metta. Peró le rose hanno spine per un motivo: difesa.

Elisabeth usava quel carattere che avrebbe mandato chiunque in manicomio (compreso me), solo per difendersi.

Ne aveva passate talmente tante che le veniva difficile fidarsi di qualcuno. Ma io ero riuscito a smuoverla, a farle cambiare pensiero sul mondo.

Io che sono sempre stato il primo a cadere nel pessimismo.

Lei era riuscita a cambiarmi, come io ero riuscito a cambiarla.

My Master ||Justin Bieber||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora