Fuga

3.2K 164 12
                                    

Aprii di poco gli occhi. Era buio e mi trovavo su un letto. Sentii qualcuno accanto a me e un senso di ansia mi travolse. Chi era?

Ero spaventata e ancora troppo stordita, ma qualcosa nella mia testa era cambiato. Cercai di approfondire i ricordi e, come un lampo a ciel sereno, tornò tutto a galla.

Il ragazzo che passava tutte le serate con me, quel ragazzo che si faceva chiamare semplicemente J e che indossava abiti all'apparenza normali era...

-Justin- mormorai impercettibilmente appena mi resi conto di tutto.

-Elisabeth!- una voce fin troppo famigliare provenne dalla figura accanto a me. Era lui. Lo sentii alzarsi velocemente dal letto e dirigersi verso la porta dove premette l'interruttore della luce, dando più luminosità alla stanza. Riuscii a vederlo meglio e ad accertarmi che fosse stato davvero lui a parlare. Il suo volto era pieno di sorpresa e felicità. Da quanto tempo non lo vedevo così...

-Justin... Ricordo tutto- dissi con un filo di voce. Mi sembrava ancora incredibile quello che stava accadendo, ma la prima cosa che mi venne da dire fu quella. Non sapevo se piangere o ridere, perché in realtà non c'era nulla di esilarante nel mio passato, se non che ero stata per tutto il tempo sotto l'effetto di droghe e alcol. La cosa peggiore però, era il fatto che credevo di essere innamorata di Damien, mentre invece, mi aveva soltanto usata per tutto quel tempo. Mi sentivo uno schifo.

-Cosa... di preciso?- chiese d'un tratto Justin, avvicinandosi lentamente a me e scrutandomi con i suoi occhi caramellati. Portai una mano alla tempia e feci un piccolo sospiro prima di rispondere.

-Tutto- dissi per poi crollare completamente tra le lacrime. Non sapevo per quale motivo ma qualcosa in me si era rotto. Mi sentivo debole e strana e le lacrime assieme al dolore erano l'unica cosa che riuscivo a tirare fuori.

-Perché piangi?- domandò Justin sedendosi accanto a me. Le lacrime coprivano la mia visuale ma riuscivo a sentire la preoccupazione nelle sue parole.

-Ho fatto cose troppo brutte! Ho ucciso delle persone e mi sono fidata di un perfetto sconosciuto, bevendo da lui liquidi che contenevano chissà cosa!- quasi gridai quelle parole. Avevo paura della reazione di Justin, dato che ero sembrata sfacciata e aggressiva nel rispondergli. Non m'importava più nulla, avrebbe fatto bene a punirmi.

Ma avvenne tutto il contrario. Le sue mani grandi e rassicuranti si appoggiarono sulle mie spalle. Smisi improvvisamente di piangere e tirai su con il naso. Il suo sguardo era incastrato nel mio.

-Non è stata colpa tua, Elisabeth- disse con un tono fermo e tranquillo. Le sue parole risuonarono nella mia testa per un po', fino a farmi capire davvero quello che stava cercando di dirmi.

-Sì invece... Che cosa ho fatto?- sussurrai guardando in basso evitando i suoi occhi penetranti. Lo sentii sospirare. Forse stava perdendo la pazienza.

-Ascoltami. Tu non eri in te, ti trovavi sotto l'effetto di stupefacenti e altro. Damien ti ha drogata e tu non riuscivi a ragionare- mi spiegò lentamente prendendomi per il mento, così da far incontrare nuovamente i nostri sguardi. Deglutii annuendo di poco.

Forse aveva ragione, non avrei dovuto pensare più al passato. Damien mi aveva drogata e quello che avevo fatto non era per colpa mia. Ma qualcosa continuava a turbarmi.

Un sorriso a trentadue denti apparve sul volto di Justin, scaturendo in me soltanto confusione.

-E poi ti lamenti di quello? Ci sono stati momenti più gravi... Come per esempio: quando mi hai dato uno schiaffo perché ti volevo portare via da una lite che avevi iniziato con una ragazza sulla pista da ballo- disse ridendo fra sé e sé. Iniziai anch'io ad emettere una risatina imbarazzata.

My Master ||Justin Bieber||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora