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Malia entrò nella scuola e sorrise quando vide Calum seduto nel muretto poco più in là e subito dopo guardò la mano del ragazzo sulla sua. «Perché non facciamo uno strappo alla regola?» le chiese. «Che intendi?» domandò Malia, non capendo. «Andiamocene da qui.» proferì Calum. La ragazza rifletté un attimo e poi annuì sorridendo prendendo la mano del ragazzo accanto a lei: infatti preferiva saltare per un giorno tutte le lezione e gli insulti che le dicevano tutte le ore.

Distaccarsi dalla solita vita e dalle solite persona per conoscere meglio il ragazzo dell'autobus che sembrava l'unico che voleva parlare con lei e passare del tempo con lei, le sembrava una prospettiva migliore.

«Dove stiamo andando?» chiese Malia. «Ti porto nel mio rifugio.» rispose Calum; la ragazza aggrottò le sopracciglia per poi seguirlo.

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Salì sulla scala di legno seguita da Calum per poi sedersi accanto a lui con le gambe all' aria. «Il tuo rifugio sarebbe una casa sull' albero?» chiese Malia mentre l'altro annuì. «Dormi anche qui?» fece un'altra domanda notando che dentro la casetta c'era un letto, una scrivania e delle dispense. «A volte.» rispose. «L'hai costruita tu? -disse Malia voltandosi verso di lui- e perché questo è il tuo rifugio?» Calum guardò il paesaggio sottostante. «L'ho costruita con mio nonno quando ero bambino e da quando se ne è andato, questo è diventato il mio luogo preferito.» sospirò rivangando a quei ricordi.

«E posso sapere perché mi hai portato qui?» il ragazzo si voltò verso di lei sorridendo, felice che lei glielo abbia chiesto. «Qui ho avuto la forza e il coraggio di andare avanti e speravo potesse aiutare anche te. Vieni te la faccio vedere» si alzò, porgendo una mano alla ragazza, che accettò e la portò dentro casa.

Malia osservò la stanza incuriosita: c'era il minimo indispensabile un letto, una scrivania, dei libri, una chitarra, una radio e qualcosa da mangiare . «Amo stare seduto davanti alla finestra e guardare fuori perdendomi nei miei pensieri. Di solito venivo soprattutto quando pioveva oppure tempestava, mi piaceva sentire il fragore dei tuoni e vedere la luce dei lampi. Ci potrai venire quando vorrai.» aprì la sua mano e le lasciò le chiavi. «Calum ne sei sicuro?» chiese Malia sapendo quanto quel posto fosse importante per lui. Calum annuì abbracciandola dolcemente.


[okay lo so che in una casa sull'albero solitamente non c'è un letto ed altre cose, ma shht! usiamo la fantasia. ho aggiornato ora perchè sono tornata due giorni fa dalla Croazia, mi manca il mare limpido e tutti quei fighi (anche se tedeschi) che ti passavano davanti, lol. Non ho riletto il capitolo perchè sono una scansafatiche e sono sicura che ci sarà qualche errore. Alla prossima, bye.]

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