Capitolo 1

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Ora sono qui, in questa piccola stazione di Holmes Chapel.
Intorno a me ci sono persone di ogni genere, chi in giacca e cravatta con un piccolo trolley, che si avvia verso il suo treno, con il telefono attaccato all'orecchio, che forse ora sarà rosso per le troppe ore che lo tiene lì appoggiato. Persone invece molto più povere, con solo stracci addosso e una busta come "valigia", che saluta sua moglie e la sua bambina dalle treccine bionde.
E poi ci siamo noi. Io e lui. A camminare verso il treno numero '14', che parte tra 10:00 minuti, almeno questo è quello che dice il tabellone con segnate tutte le partenze. Il nostro...o meglio, il suo treno è diretto per Londra.
Raggiunto quest'ultimo, il mio migliore amico si gira verso di me, con un velo di tristezza che gli sfiora il volto.
"Allora sei pronto?" gli chiedo.
"Non lo so, e se mi buttano fuori? E se per loro non vado bene? E se dimentico le parole?" dice tutto d'un fiato.
"Hei, calma" appoggio la mia piccola mano sulla sua guancia rosea.
"Andrà tutto alla grande, sei il migliore. Starò a guardarti tutte le settimane" gli dico per fargli coraggio.
"Mi mancherai" mi sorride, prendendomi entrambe le mani.
"Anche tu" gli ricambio il sorriso debolmente.
X-factor è sempre stato il suo sogno, voglio che lo realizzi, anche se questo programma televisivo si ruberà parte del mio cuore. La nostra è sempre stata una di quelle amicizie che pensi che a novant'anni starete ancora a litigare per i popcorn mentre guardate Big Bang Theory. Una di quelle che niente e nessuno riuscirà a distruggere. Ma non siamo più i bambini di una volta, che pensano a cosa fare da grandi. Ormai lo siamo diventati, siamo cresciuti, e dobbiamo fare delle scelte, anche se significa perdere qualcosa o qualcuno. Lui diventerà un cantante, io andrò al college. E se il destino vorrà, un giorno ci rincontreremo.
Harry si gira quando sua madre lo chiama. Il treno è arrivato. È il momento di andare. Il ragazzo dai ricci color cioccolato si rigira verso di me e mi da uno dei suoi abbracci che mi mancheranno tanto, forse anche troppo.
"Ti voglio bene Zoe" sussurra nel mio orecchio.
"Ti voglio bene Harry" dico con voce piccola. Sciolgo l'abbraccio, per poi vederlo salire su quel treno, che pian piano, si allontana dalla stazione. Da me.

*fine flashback*

"Esprimi un desiderio"

Ed ecco la mia mente torna a lui, all'unica persona che desidero più di qualunque altra cosa al mondo. Mi manca, mi manca davvero tanto.
E pensare che sono passati quasi quattro anni da quando è partito e sento ancora quel vuoto dentro di me che nessuno riuscirà a colmare se non lui.
Io voglio solo lui. Nient'altro. Nessun'altro.

Riapro gli occhi e soffio sulle candeline a forma di 19, lasciando una scia di fumo che si perde nell'aria.

Poi due mani mi coprono gli occhi. Sussulto per lo spavento, il mio battito accelera. Non ho la più pallida idea di chi possa essere, ma una parte di me ci sta sperando con tutta se stessa, spera sul serio che sia lui. Forse mi sto illudendo troppo ma io lo sento. Io mi sento completa.

Mi giro, costringendo la persona a scoprirmi gli occhi, e giuro di aver sentito gli angeli cantare.
Due occhi verde smeraldo si incastrano nei miei, stupidi in confronto a tanta bellezza, un sorriso splendente di gioia si apre sul suo bellissimo viso, l'angolo sinistro della bocca leggermente più in su, due fossette ai lati delle sue labbra rosee si fanno avanti, i ricci, diminuiti dall'ultima volta, ricoprono il suo capo. È lui. È Harry.
Se tutto questo è solo un sogno, vi prego, vi scongiuro, non svegliatemi.

Rimaniamo un poi a guardarci e il silenzio piomba tra di noi, un silenzio che dice molto di più di semplici parole.
Poi decido di distruggere quella straziante distanza tra noi e mi getto tra le sue braccia, con le quali mi circonda completamente. Affondo la testa nel suo petto, chiudendo gli occhi per sentire a pieno ogni singolo battito dei nostri cuori infrenabili.

Il mondo si è fermato. Siamo solo io e lui. E potrei rimanere cosi, tra le sue braccia, per tutta la vita.

Sento gli occhi inumidirsi e decido di chiederli per evitare un'allagamento.
Una sua grande mano mi accarezza la testa per calmare il mio pianto, mentre con l'altra mi tiene stretta a lui, dato che sono alzata da terra di poco, essendo una nana in confronto a lui.

"Ho paura." gli sussurro, e prima che possa chiedermi di cosa lo precedo "ho paura di svegliarmi e realizzare che è stato solo uno stupido sogno"

Moonlight || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora