KLEO
Purtroppo l'unica scuola che accettò la mia iscrizione fu un istituto alberghiero, a Recoaro, una cittadina in montagna. Tutte le altre scuole avevano detto di no, era troppo tardi, avevano già fatto le classi, erano pieni, o altre scuse del genere. Alla fine ci consigliarono di andare nella scuola che mi aveva accettato, se mi sarebbe piaciuta bene, altrimenti avrei potuto cambiare istituto, ma non prima di aver finito l'anno.
Avrei fatto cucina, sala, pasticceria, ecc, tutto il primo anno.
Ordinai i libri e andai a prendere le divise in un negozietto.Quella da cucina era formata da un paio di pantaloni neri con delle sottili righe bianche, una giacca di quelle tipiche, che si vedono anche in TV, un grembiule bianco, un paio di scarpe con la punta di ferro e un cappello che ti trasformava la testa in una zucca...
Quella da sala era già più carina: una camicia bianca, pantaloni neri, cravatta nera e un grembiule nero, molto elegante. Avevo da sempre un debole per le cravatte.
Quando da piccola pensavo al mio futuro mi vedevo in una università prestigiosa, laureata con i massimi voti, e poi vestita da uomo, giacca e cravatta, una valigetta ventiquattrore, un caffè in mano, alle sette di mattina in metrò per andare al lavoro. Sarei stata una giornalista, magari al New York Times.
Ed ora eccomi qui, tutti i miei piani svaniti, iscritta ad una scuola dove ti insegnavano a cucinare! La vita è davvero bastarda...
Soprattutto perché sono vegetariana...
CAM
Quando realizzai che volevo fare lo chef avevo forse 6 anni, ero in un ristorante a 5 stelle a Parigi credo, il capo Chef era un amico di mio padre, quindi passai tutta la mattina in questa cucina gigantesca, seduto su una sedia alta un metro e mezzo a osservare questo tizio paffutello sbraitare ordini in francese, che ancora non capivo bene. Ma mi piacque subito, era un gioco di squadra, il modo in cui tutti collaboravano, era una cosa fantastica... Per poi non parlare dei profumi, di tutti i tipi, sia buoni, come quello dei dolci, o cattivo, tipo il pesce...
Verso pranzo Adrién Arnoux Dubois, lo Chef stellato amico di papà mi permise di realizzare un biscotto di pasta frolla, e di glassarlo e di informarlo. Fu uno dei giorni più belli della mia vita, avevo trovato la mia, come dire, vocazione.
Avendo viaggiato molto, avevo provato tutti i cibi più strani, e il mio piacere nel toccare ingredienti, mescolarli, assaggiarli, annusarli, era cresciuto insieme a me, anno dopo anno.
Quindi è abbastanza chiaro che, arrivato nella patria d'eccellenza del buon cibbo, avrei frequentato una scuola alberghiera.
Purtroppo non sapevo bisognasse iscriversi a maggio, e l'unica a non respingere l'iscrizione fu quella di Recoaro...
Non sapevo di certo cosa mi aspettasse...
•MY SPACE•
Ok, so che questo capitolo è una noia assurda, è più che altro descrizione... Bla bla bla. Diciamo che nel prossimo teoricamente racconterò del primo giorno di scuola, quindi chiaramente devo viverlo prima di poterlo raccontare, in modo da essere abbastanza realistica.
I libri li ho appena comprati e così pure le divise, mancano esattamente 20 giorni all'inizio della scuola e sono stra eccitata. Non vedo l'ora che inizi, anche se so già che dopo una settimana mi maledirò per aver scritto una cosa del genere...Comunque, auguro a tutti un buon rientro a scuola, forse pubblicherò il 16 o il 17.
Buona notte

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KLEOPATRA RIVERA
Teen FictionSi prospetta un'estate favolosa per Kleo, tanto mare e tanto sole in compagnia della sua migliore amica. Ma tutti i suoi piani sono stravolti, la ragazza infatti è costretta a trasferirsi in Italia, in un paesino sperduto, in modo che la zia, con cu...