KLEO
Valli del Pasubio
13 settembre 2015 - 3 giorni prima dell'inizio della scuola
«Tesoro, hanno appena pubblicato una circolare nel sito della scuola.» - mi urlò la zia dalla cucuina.
Andai a dare un'occhiata, niente di che, solo un avviso in cui dicevano che il primo giorno di scuola bisognava essere accompagnati dai genitori, per un incontro in aula magna con il preside alle 9:00.
«Mi discpiace, ma io quel giorno ho un colloquio di lavoro, non posso proprio venre!» - si scusò. - «Ma ho chiesto allo zio Daniele, ha accettato dio accompagnarti lui in auto, presenziare alla riunione e accompagnarti a casa.»
Oh no. Lo zio Daniele no! L'ultima volta che lo avevo visto era vestito tutto di pelle, un cappello da cawboy fuxia, e come cavallo una Ferrari rossa. È quel tipo di persona che non sa come spendere i propri soldi...
Vedendo la mia faccia la zia aggiunse, - «Ti assicuro che ora si contiene, niente più scenate strane.»
«Non sono affatto felice di ciò, ma presumo che non ci sia altra soluzione.»
Quando mi arrabbiato facevo sempre così, parlavo in modo quasi altezzoso, sofisticato, era il mio modo, quello che usavo per non scoppiare.Avevo tutto pronto, libri e quaderni compresi. Avrei studiato materie, che a parere mio sono abbastanza inutili, tipo Scienze degli alimenti, o Fisica in cucina. L'unico libro decente era quello di inglese, tutte cazzate facilissime, ma mi piaceva.
Avevo deciso di non dire a nessuno che ero Italoamericana, se non fosse stato strettamente necessario. Altrimenti avrebbero iniziato tutti a fare domande, e a me le domande non piacciono.
16 settembre 2015,
primo giorno di scuola.
Avevo messo la sveglia alle 6:00, volevo prepararmi con calma, il primo impatto era il più importante, e non volevo dare una brutta impressione.Scelsi di indossare un paio di jeans blu, lisi sulle cosce e sulle ginocchia, una maglietta nera a maniche corte, neutra, leggermente attillata, semplice. Intorno alla vita avevo una felpa grigia con il logo della Chanel, un regalo di un amico. I capelli decisi di lasciarli sciolti, mi misi un bel po' di mascara e del correttore sul brufolo che ovviamente mi era spuntato quella notte sopra ad un sopracciglio. Ai piedi le mie Converse di pelle nere, e i Ray ban blu tra i capelli.
Alle 7:15 circa sentii il suono di un clacson, fuori dalla porta c'era lo zio, vestito in modo normale, da lavoro, giacca e cravatta, appoggiato ad una Lamborghini bianca, tanto per non dare nell'occhio insomma.
Eh che cazzo.
Senza nemmeno salutarlo aprii la portiera, stavo per salire quando mi bloccò:
«Tesoro, ho appena cambiato i tappetini, non è che potresti toglierti le scarpe?»Mi girai e lo guardai con una delle mie peggiori occhiate. Ma che problemi si faceva? Senza tante cerimonie mi buttai sul sedile di pelle color panna, misi lo zaino tra le gambe, quasi non ci stava e chiusi la portiera con uno scatto. Lo guardai dal finestrino, sembrava che avessi tirato un pugno a lui invece che al sedile.
Dio quanto detestava le persone superficiali, pur essendolo pure io, un po'.
Sembrava di essere seduti per terra, ma dovevo ammettere che si stava comodi. Mi infilaii le cuffiette, e feci partire Bad Boys, di Zara Larsson. Riuscii a stare zitta per mezzora di fila, ero ancora mezza addormentata, ma alla fine spensi la musica e mi misi a guardare fuori dalla finestra. Eravamo appena a usciti da un tunnel lungo circa 5 km.
«E la Ferrari che fine ha fatto?» - chiesi. La noia stava iniziando a farsi sentire.
«Mmm, le è caduta un albero sopra. Sono cos'è che capitano quando abiti in montagna, fortuna che l'assicurazione mi ha rimborsato tutto...»
«Hhahaha, solo a te possono capitare certe cose.»
Nel frattempo eravamo arrivati davanti ad una fabbrica dove imbottigliavano l'acqua, c'era già un bel po' di gente in giro, chiaramente tutti si giravano, avrei voluto sprofondare, fortuna che i vetri erano leggermente oscurati.
Lo zio parcheggiò davanti ad un bar, e poi ci incamminammo verso la scuola, su per una lunga salita.
La scuola era formata da più edifici con la forma di "scatole", sovrapposte tra loro. Grigia. Tutta grigia. A parte alcuni murales, molto belli in effetti.
L'aula magna era una grande sala con delle scalinate di legno, il preside, un ometto con i capelli bianchi sembrava simpatico, ma severo. Fece un bel discorso di benvenuto, sottolineando l'importanza dell'impegno in questa scuola; parlò anche di alcune problematiche, come certi atti di bullismo o il fatto che girassero droghe, e cose varie. Poi, uno ad uno ci chiamó tutti, e ci spedí con la classe nelle aule.
._.._.._.._.._.
Questa è la 1ª parte del capitolo 10. Domani pubblicherò la seconda, ora sono troppo stanca per scriverla. Fa schifo, quella di domani sarà meglio, prometto.
Buona notte, lasciate una stellina se vi è piaciuto e un commentino per dirmi che ne pensate.~Nora♠
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KLEOPATRA RIVERA
Fiksi RemajaSi prospetta un'estate favolosa per Kleo, tanto mare e tanto sole in compagnia della sua migliore amica. Ma tutti i suoi piani sono stravolti, la ragazza infatti è costretta a trasferirsi in Italia, in un paesino sperduto, in modo che la zia, con cu...