~Capitolo 2~

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«Benvenuta allo Shameless Cow!» esclamò Caroline, imboccando il vialetto che portava ad una grande fattoria simile a quella di Scott, ma a differenza di quella del rosso questa era tenuta alla perfezione; i campi erano rigogliosi e ben curati, la casa principale, il fienile e le stalle erano tutte come nuove ed anch'esse rosse. Sembrava un quadro, tutti quei colori erano meravigliosi e nemmeno il pungente odore di animali che iniziava a sentire poteva rovinare l'atmosfera.

Il nome della fattoria era un po' strano, ma proprio nello stile di Caroline. Si voltò a fissare la donna in silenzio e lesse nella sua aura tutto il dolore che aveva patito a causa dei figli e dei nipoti, un dolore che quella donna dal cuore così grande non meritava. La conosceva da meno di dieci minuti eppure le sembrava di conoscerla da sempre, anche se sbraitava e all'apparenza sembrava insensibile, Dawn sapeva che era il suo modo per mettere a proprio agio le persone. Anche se poteva essere frainteso ed aveva l'effetto opposto.

«È meravigliosa!» esclamò sorridendo alla donna, che si limitò a ricambiarla con una smorfia che la fece ridacchiare piano.
Caroline parcheggiò di fronte alla casa, scese dall'auto e fece segno a Dawn di seguirla, la ragazza si affrettò a raggiungerla e la seguì dentro casa. Un delizioso odore di biscotti al burro le invase le narici, ed il suo stomaco brontolò rumorosamente, facendola arrossire.

Caroline ghignò al suono di protesta emesso dallo stomaco della ragazza, quel piccolo scricciolo la incuriosiva e la inteneriva.
Aveva saputo da Anderson, uno dei suoi più fedeli dipendenti, che una nuova ragazza era arrivata in paese e che lui l'aveva accompagnata personalmente alla fattoria dei Douglas. In un primo momento, aveva risposto all'uomo che le conoscenze di quei due squinternati non le interessavano, poi Andy l'aveva corretta dicendole che non era un'amica di Ashley e Vincent, ma di Scott e lei aveva subito capito che qualcosa di strano stava per accadere.
Caroline adorava Scott, quando era piccolo passava tutti i giorni nei campi con lei, raccoglieva margherite e gliele infilava nei capelli una volta dello stesso colore del tramonto che si poteva ammirare dal lago.

"Così sei ancora più bella, zia Carol", le diceva, con quel suo sorriso stupendo in grado di far sciogliere il più gelido dei cuori e quelle fossette sulle guance che urlavano di tempestarle di baci.
Ogni giorno il suo sorriso, i suoi gesti affettuosi ed i suoi abbracci, colmavano il vuoto che avevano lasciato i suoi figli ed i suoi nipoti, che non venivano mai a trovarla.
E poi, pian piano, come in un incubo lento e logorante, il sorriso di Scott era diventato sempre più raro fino a scomparire e non le aveva più fatto visita. Il dolore per quella perdita era stata tremenda, ma non ce l'aveva con lui perché sapeva che i colpevoli erano Ashley e Vincent, i suoi genitori. Quei due non avevano mai meritato un angelo come Scott ed alla fine lo avevano distrutto, strappandogli le ali per impedirgli di volare.
Ricacciò indietro le lacrime ed ordinò alla ragazza di sedersi a tavola, prese un piatto di biscotti al burro che aveva sfornato quella stessa mattina e si accomodò accanto alla bionda, piazzandoglielo sotto il naso con poca grazia.

«Allora, non ti chiederò il motivo della tua visita ai Douglas perché non mi interessa, ma prima che tu inizi a lavorare qui credo di dover conoscere almeno il tuo nome e per quanto tempo pensi di fermarti in questo posto.» La ragazza annuì, prendendo un biscotto e mangiucchiandolo piano.

«Io sono Dawn e credo di dover rimanere qui per un bel po'» rispose calma la bionda, dopo aver finito il biscotto.

Le aveva detto che non avrebbe fatto domande sulla sua visita a Yellowknife, ma in realtà moriva dalla curiosità di sapere cosa ci fosse tra lei e Scott e quella risposta non aveva fatto altro che renderla più curiosa. Quella ragazza sembrava dolce e gentile, ma anche sicura di sé, un tipo che sicuramente non si faceva mettere i piedi in testa dal rosso o da chiunque altro.

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