~Capitolo 5~

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«Buongiorno, Susanna. Dormito bene?» Chiese Dawn alla sua interlocutrice, che alzò il muso e muggì in quella che lei tradusse come risposta affermativa. «Mi fa tanto piacere, mi permetti di mungerti?» Le chiese nuovamente, accarezzandole il naso umidiccio.

Quella mattina la ragazza si sentiva felicissima, Caroline le aveva permesso di rendersi utile mungendo le vacche. Be' in realtà solo una; Susanna, che la donna aveva reputato dolce e calma. Non aveva mai munto prima di allora, ma la burbera padrona di casa le aveva mostrato come fare ed era abbastanza tranquilla.

Posizionò il secchio di latta sotto l'animale e si accomodò sullo sgabello che si trovava lì vicino. Non voleva ammetterlo però... dover strizzare le mammelle di quella povera mucca la rendeva un po' nervosa e le faceva un certo senso, ma l'aveva promesso a Caroline e non poteva tirarsi indietro!

Fece un bel respirò ed iniziò a mungere delicatamente la povera Susanna, che se ne stava tranquilla a mangiucchiare del fieno lasciandola lavorare in pace. Non era così male, dopo tutto, e nemmeno particolarmente stancante, forse proprio per quel motivo Caroline le aveva permesso di rendersi utile almeno in quel modo. Avrebbe voluto far molto di più ed imparare più cose, così quando Scott avrebbe finalmente accettato suo figlio - e pregava anche lei - non si sarebbe trovata impreparata alla vita che si conduceva in una fattoria. Voleva essergli utile e non d'intralcio, avrebbe imparato tutto ciò che serviva.

«E tu crescerai in un posto tranquillo e salutare.» Disse, rivolta all'esserino che cresceva nel suo ventre. Non poté far a meno di immaginare un bellissimo bambino dai capelli rossi e gli occhi azzurri che correva dietro il padre, ansioso di imparare qualcosa e di emulare la figura paterna tanto amata. Una parte di lei la rimproverò per quella fantasia, non sapeva se alla fine il rosso li avrebbe voluti nella propria vita e sognare era prematuro e poco raccomandabile per il suo cuore. Non voleva rimanere ferita, ma non sapeva come impedirsi di vagare con la mente in quel modo o di pensare meno a Scott. Lei non era mai stata innamorata, i ragazzi non le erano mai interessati perché tutti quelli con cui aveva avuto la sfortuna di relazionare si erano dimostrati rozzi, indisciplinati e, cosa più importante, non l'avevano accettata per ciò che era né capita. Non che Scott la capisse, ma in qualche modo loro due si somigliavano, entrambi conoscevano la solitudine ed il dolore di non sentirsi accettati per ciò che erano, e questo li univa più di qualsiasi altra cosa. Tuttavia, ora lui aveva trovato qualcuno disposto ad accettarlo ed amarlo, qualcuno che avrebbe sempre voluto il suo bene con l'unica pretesa di essere amata allo stesso modo. Quello era il punto criticò però e lo sapeva, infatti non sperava troppo di essere amata da lui, l'importante era che il ragazzo amasse suo figlio.

Finì di mungere e, con più fatica di quanto avesse immaginato, tentò di sollevare il secchio di latte per portarlo in casa come le aveva raccomandato Caroline. E quella era forse la parte più difficile visto il peso del maledetto secchio, infatti non riuscì nemmeno ad uscire dalle stalle a causa delle braccia doloranti ed addormentate, quindi fu costretta a fermarsi davanti alle porte dell'edificio per riprendere fiato.

«Che diamine stai facendo?» Le chiese una voce fin troppo familiare, la stessa voce che ogni sera perseguitava i suoi sogni e di giorno affollava i suoi pensieri.

Dawn alzò di scatto gli occhi, ritrovandosi davanti la figura sorpresa del rosso. «Scott?»

«No, un folletto irlandese.» Commentò ironicamente il ragazzo, lanciando poi uno sguardo dubbioso al secchio accanto ai suoi piedi. «Serve una mano? Nelle tue condizioni non dovresti alzare certi pesi, giusto?» Commentò con una nota di disappunto.

La bionda rimase imbambolata per un po', prima di riuscire a rispondere, ancora incredula non solo di averlo lì davanti ma anche di vederlo preoccupato per le sue condizioni. «Sì, non dovrei, ma non riesco a starmene in casa a riposare senza far nulla.» Sorrise imbarazzata, indossava una delle camicie a quadri di Caroline, che le stava almeno di due taglie più grande, ed i capelli erano raccolti in uno chignon da cui ormai sfuggivano diverse ciocche. Non era esattamente così che si era immaginata di incontrare il ragazzo, ma tanto che importava? Lei non aveva mai badato al suo aspetto quindi era inutile farlo proprio ora, e poi lui era lì e questo era già tanto. Salvo che Scott non fosse venuto solo per chiederle di andare via, come aveva fatto giorni fa e questa volta non c'era nessuna Caroline a difenderla quindi sarebbe stata messa alle strette. Ma l'avrebbe affrontato, perché non aveva nessuna intenzione di andarsene!

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