Prologo

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Alle volte accadono stranezze anche nel mondo dei portatori di bacchette; basta un incantesimo sbroccato; basta tentare la sorte impugnando il pugnale dei ricordi contro se stessi; perché la materia ama se stessa, e non vuole abbandonarsi. Quei preziosi fantasmi del suo passato non volevano lasciare il mondo. 

Vagarono attorno a lei in un chiarore argenteo, contornarono il letto di Ron, scintillarono vicino a Seamus ma scesero le scale, come il fumo durante l'incendio, alla ricerca di un'anima spezzata. 

Chi sarebbe stato? Ronald dal cuore puro e il temperamento vermiglio? George e i suoi ricordi di Fred? Molly sfiancata dalla perdita del figlio, braccata dai sensi di colpa? La stria argentea esitò a lungo su di lei, esitò a lungo su George e superò Ron accarezzandolo appena, spostandogli impercettibilmente le punte dei capelli, e ben presto trovò un luogo perfetto in cui posarsi. 

C'era qualcuno, in quella casa, che aveva già subito un incantesimo di memoria permanente. 

Quel ragazzo ormai uomo aveva un'insenatura perfetta nell'anima, che quei ricordi coscienti riconobbero come fosse il loro luogo d'origine, perché in un certo senso lo era. Erano ricordi condivisi, di un amore pazzo e sconsiderato, giudicato frettolosamente immeritevole e cancellato dalla faccia della terra. 

La scia argentea si adagiò e i lembi della ferita in quell'anima combaciarono nuovamente. Hermione perse una parte di sé. Lui riacquistò i ricordi, da un altro punto di vista, ma che importanza aveva? La materia ama se stessa, e non si sarebbe più lasciata abbandonare.

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