Capitolo 15 - Lezioni di vita

80 6 4
                                    


Dal capitolo precedente:

Dio, che brutta cosa. Che brutta cosa il rimpianto.

Una voce lo scosse. Lo fece voltare.

"Ha bisogno?"

Doveva essere l'addetto al bureau di accoglienza dell'Accademia.

"Sì. Mi chiamo Michael Corner, e vorrei costituirmi."

35.

Camminava svelto per non perdere il passo. I lampioni erano spenti, qualche macchina era parcheggiata accanto al marciapiede, ma c'era buio, veramente buio, ed erano poche le finestre ancora illuminate. Si erano appena materializzati, mano di lei sul suo braccio, senza una parola, ed eccoli arrivati in un vicolo che non aveva niente di familiare. Ronald Weasley non sapeva cosa pensare. Era confuso. Era perso.

"Ehi, pivello. Ti spiace aspettare qui?"

Alzò immediatamente lo sguardo all'appello di Megan Reeves, e scosse la testa in segno di diniego. Si sedette su un muretto di mattoni rossi, dietro di lui i cipressi lo costringevano a stare piegato in avanti, con la schiena curva e il capo chino. Che odio, quei cipressi.

Riuscì a sbirciare Megan, le sue lunghe gambe femminili e l'andatura stanca e altalenante, arrivare davanti alla porta. Lei suonò al campanello più volte, in un modo che avrebbe sicuramente innervosito oltremisura una come Hermione. Lo spiraglio della porta fece uscire una fetta di luce dall'interno. La figura era alta, sovrastava quella della sua Senior, ma non lo lasciò all'immaginazione e uscì allo scoperto, accendendosi una sigaretta.

Ron indietreggiò.

Era Adam Fullbuster, l'ultimo membro della loro squadra. Se avesse un'aria preoccupata, Ron non avrebbe saputo dirlo. Lo guardò mentre portava la mano tremante alla bocca per aspirare altro fumo.

Era nascosto nella siepe, su quel muretto, come un bambino. In disparte, come in punizione. Sentì squarci della conversazione.

"...stabile. Ma tu devi andare a vederlo."

"Cribbio Megan, io non posso."

"Nessuno giudica nessuno. Sono a posto, davvero... fidarti di me."

"No. Non se ne parla."

"...chiesto lui."

"Come? E gli altri?"

"Nessuno ha sentito. Rex... ti prego. Ha bisogno di te."

Ron fissava le sue scarpe e i mattoni ordinati, il respiro piatto e disteso, con la finta calma che conferisce il buio della notte, forse per questo sussultò allo sbattere della porta.

Megan era lì, illuminata dalla fioca luce che sfuggiva all'oblò dell'entrata. Era ancora voltata di spalle, e lui pensò che era strano, che stesse voltata così tanto, ma non disse niente.

Come un bambino, attese. E lei dopo qualche minuto lo raggiunse. I suoi occhi pesti di stanchezza e di trucco gli fecero pena in un modo scomodo, che ti fa venire voglia di scappare, e non di consolare.

"Andiamo, Ronnie."

"...fanculo."

Un po' di nausea ce l'aveva. Doveva essere l'indecisione di lei, durante la materializzazione congiunta. Forse avrebbe voluto essere altrove. Anche lui, dopotutto. Posto sbagliato, persone sbagliate. Al diavolo tutto.
La seguì nel giardino posteriore di due villette a schiera babbane; l'incantesimo che proteggeva la sua casa scomparve e lasciò intravedere una grande villa bianca in fondo a un vialetto.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 22, 2015 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

The Keepsake TalesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora