The Light

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Sono passati tre giorni da quando mi sono promesso che avrei scoperto qualcosa di più sulla morte di Gerard, ma ancora non ho concluso niente. Ho provato a vedere se la mia fidanzata, Jemia, sapesse qualcos'altro, ma ciò che ho ottenuto è stato un terzo grado sul perché mi interessasse così tanto la morte di un "tizio qualunque con cui a stento ci ho mai parlato", tanto per citarla.
E in effetti, da quando mi ha rivolto quella domanda, non faccio che chiedermelo. Perché mi interessa così tanto capire come abbia fatto quel ragazzo a finire col gruppo di Bryar e morire? Alla fin dei conti, pensandoci bene, ci penserà la polizia a scoprirlo quindi perché affaticarsi così tanto?

Eppure eccomi qua, davanti allo schermo del computer a cercare... sinceramente non so bene neanche cosa sto cercando, probabilmente sto solo perdendo tempo, ma nonostante ciò continuo con la mia disperata ricerca di qualsiasi tipo di informazione che possa aiutarmi a far luce su tutta la faccenda.

Ormai sono ore che sto piantato davanti allo schermo e inizio a sentirne gli effetti; gli occhi bruciano e le palpebre sono pesanti, forse dovrei chiudere tutto e riposare la vista per qualche minuto.
Si, chiudo il computer e, girandomi con la sedia, mi accascio sul letto sprofondando la faccia sul materasso. Ho ancora una marea di compiti e di cose da studiare e tutto ciò che ho fatto finora è stato il nulla, complimenti per l'organizzazione Frank.

Chiudo gli occhi stringendo la coperta sotto di me; il letto è così confortevole che se ci rimanessi sopra ancora per qualche secondo, probabilmente mi addormenterei.

Sbuffo facendo uscire tutta l'aria che ho in corpo, purtroppo non posso trattenermi sopra questa calda e comoda superficie ancora per molto, domani ho una verifica e se non decido di staccarmi immediatamente dal materasso col cavolo che avrò una sufficienza.

Mi rigiro su un lato, e proprio nel momento in cui sto per chiudere gli occhi, una voce mi perfora le orecchie.

-Non dirmi che ci hai già rinunciato-

Spalanco gli occhi trattenendo il fiato, quel suono mi è familiare. Deglutisco un groppone di saliva che mi si era formato e sbatto le palpebre più volte; non è possibile, non può essere lui, insomma, non era morto o sparito?
Con movimenti rigidi mi tiro su e mi volto e... come non detto, eccolo di nuovo lì, seduto sulla sedia che neanche cinque minuti fa ho abbandonato: se ne sta con un gamba poggiata sull'altra e un'espressione in volto che mi ricorda un bambino alle prese con i suoi "perché", i suoi occhi sempre gli stessi, grandi e pieni, come se stesse cercando di catturare tutto e niente.

-C-cosa ci fai qui?- è l'unica cosa che riesco a dire.

Le sue sopracciglia si curvano quasi fino ad incontrarsi, piega la testa da un lato e arriccia le labbra. Credo di aver appena fatto la domanda più stupida del mondo, ma cazzo vorrei vedere lui, colto di sorpresa da un... morto?

-Ti ho sentito al cimitero...-

Fermi tutti, cosa? Ha appena detto ciò che penso o cosa?

-S-sei stato carino, credo...- dice aggrottando le sopracciglia e distogliendo lo sguardo per un istante -non credevo potessi essere così... ma a quanto pare vedo che ci hai già perso le speranze- conclude riportando gli occhi su di me.

-I-io... aspetta un momento, da dove spunti?- gli chiedo senza riflettere, e adesso che ci penso, credo proprio di aver appena fatto la seconda domanda più stupida del mondo.

Sbuffa ruotando gli occhi e facendo svolazzare qualche ciuffo corvino che gli pendeva davanti al naso; si, ho appena fatto un altra domanda stupida.

-Se te lo dicessi non mi crederesti-

-Beh prova- lo incito, qualcosa mi dice che forse quella domanda non era poi così tanto stupida.

-Beh a parole è un po' complicato, ma il trucco è semplice...- inizia, gesticolando con le mani -tecnicamente funziona così, se io voglio farmi vedere da te appaio e basta. Invece se non voglio ne essere visto ne sentito, basta concentrarmi un po' e scompaio- conclude fissandomi.

The ghost of youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora