Nuove scoperte

653 43 19
                                    

Non voglio credere a ciò che ho visto, pensavo che il suo obbiettivo fossi io! Allora perché il secondo colpo, il coltello, non lo sento arrivare. Mi sono beccata di striscio una seconda pallottola, di nuovo sul braccio destro. Non capisco perché ma questo colpo mi fa più male rispetto al primo. Non riesco a capire perché, ma ho paura di muovere il braccio, mi alzo e cerco con lo sguardo il proprietario.

Posso ritenermi fortunata nel dire che sono ancora viva, non so se ha sbagliato mira oppure l'ha fatto apposta, non so che cosa aveva in mente. Cosa cercava in me poi? Assomiglio a qualcuno che vuole uccidere oppure ha altro in testa? Basta che non sia un fanatico di leggende e mi abbia preso per una versione reale di una di quelle!

«Shindou s- SHINDOU!» prima mi chiedevo perché non mi avesse colpito, ora invece desidero solamente che la sua mira mi avesse preso! Non posso crederci, non so se lo ha fatto apposta oppure ha parato il colpo mettendosi davanti.

Cado a terra di fianco al suo corpo e sento di nuovo le lacrime agli occhi, è la seconda volta in una giornata che piango a di rotto per lui, ma questa volta la cosa è diversa, lui rischia di morire per colpa mia, se solo fosse rimasto in spiaggia questo non sarebbe mai successo! È colpa mia!

Lo scuoto e gli urlo di svegliarsi, di aprire gli occhi, non può essersene andato veramente, non si merita tutto questo. Vorrei che fossi io al suo posto, non voglio che lui provi ancora dolore. Lo abbraccio e metto la sua testa sulla mia spalla, le mie lacrime gli arrivano sul volto. Non so se riuscirò a sopportare ancora per molto la vista del sangue su di lui, non riesco a capire dove lo abbia colpito e soprattutto non so come fare ad aiutarlo.

«Ehi, ehm scusa non so il tuo nome, lascia ci penso io. Vai a chiamare un'ambulanza» cosa vuole adesso questa ragazza, gli devo già un grosso favore. Scuoto la testa e lo stringo ancora più forte.

«Chiamo io, tu sai qualcosa di medicina?» la ragazza annuisce come risposta e prende la maglia che teneva nella borsa e cerca in qualche modo di bloccargli il sangue dalla ferita.

Da quello che mi ha riferito, quel coltello non gli ha colpito nessun punto vitale, ma non ne è sicura, non riesce a comprenderlo bene. Io mi sento inutile lei vorrebbe fare medicina e io invece ... non so niente di niente e non so come aiutarla. Ogni tanto sento il suo sguardo addosso e, non so come, finisco per prendere il suo posto: premere la ferita al fianco nel vano tentativo di bloccare la fuoriuscita del sangue.

«Il battito è presente quindi c'è ancora speranza, spero che arrivi quell'ambulanza!» dov'è finito mio cugino? Perché non è qui a cercare di tirarmi su di morale?

Come faccio adesso? Ogni tanto sento la mia mano tremare, non penso riuscirò a fermarmi a meno che lui non si svegli, però cosa posso fare? Sono un'imbranata totale, in confronto a questa ragazza io non sono nulla. Vorrei che questo sia solo un incubo, vorrei svegliarmi e dire che lui è ancora arrabbiato con me per quella bugia, vorrei fare pace con lui in un modo decente, ma questo non penso sia possibile. Per quanto lo desideri ... siamo nella realtà e lui è qui pieno di sangue.

Intanto che io cerco in ogni modo di asciugarmi le lacrime, lei mi passa un'altra maglia, non so per quanto possiamo andare avanti così. Ce, non credo che lei abbia mille maglie in quella borsa e ... ho paura di perderlo veramente.

«Svegliati t-ti p-prego» sento le mani bagnate ed ogni minuto che passa ho come la sensazione che la sua anima stia uscendo dal suo corpo, non ce la faccio più. Svegliati, svegliati.

La mano di qualcuno sembra che mi chiedano di spostarmi per un po'. Scuoto la testa, non mi voglio allontanare, peccato che mio cugino mi blocca e mi allontana da lui. L'altra cerca di disinfettare la ferita del mio amico, ma non so per quale motivo si ferma e lascia stare, butta il cotone e si avvicina a noi. Scuote la testa ed io sento il mondo crollarmi addosso, non ci voglio credere.

Inazuma eleven: Ragazzo o ragazza ... questo é il problemaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora