Act 3: Do you remember?

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Certo non era facile vivere con quel peso sulle spalle.

Era passata solo una settimana e già ero distrutta da quella situazione.

Lapis non era certo un fastidio, anzi, mi era di compagnia quando tornavo a casa e la notte era disposta a fare la guardia per permettermi di riposare, ma quella sensazione restava.

Forse era solo una mia impressione ma più tempo passavo a contatto con le gemme, più iniziavo a sentire l'atmosfera carica di tensione, come se stesse per accadere qualcosa di grosso.

Cercai di non farci troppo caso, avevo ben altro a cui pensare.

-'Giorno Lapis...- Sbadigliai salutandola non appena entrai in cucina.

-Buongiorno.- Rispose lei andando a sedersi al tavolo.

-Hai fame?- Le chiesi mentre aprivo il figo per prendere qualcosa da mangiare.

-No, per oggi passo...-

Io alzai le spalle e, notando che avevo completamente dimenticato di comprare qualcosa da mangiare, presi una lattina di Cola e richiusi il frigo.

Andai a sedermi al tavolo della cucina iniziando subito a bere la bibita sperando che saziasse almeno la mia sete di caffeina.

Non appena abbassai lo sguardo verso la gemma notai che non aveva il solito sguardo vispo e attento a quello che le accadeva intorno, sembrava giù di corda o forse stanca.

In effetti non l'avevo mai vista chiudere occhio da quando si era stabilita con me.

-C'è qualcosa che non va? Hai bisogno di una notte di pausa?- Le chiesi, poggiando la lattina sul tavolo.

A quelle parole alzò istantaneamente gli occhi verso i miei, sembrava spaesata.

-Oh, no, no, sono solo...nulla, sto bene.- Rispose distogliendo immediatamente lo sguardo.

-Sei sicura?-

Provai ad insistere ma in risposta la vidi solo annuire con convinzione.

Naturalmente sospettavo qualcosa ma non volevo forzarla a parlare.

Lasciai la lattina sul tavolo della cucina e iniziai a prepararmi, quel giorno Steven mi avrebbe parlato di sua madre.

Non avevo mai toccato troppo l'argomento ma a quanto pare per lui era importante informarmi della situazione. Era un ragazzino così dolce e premuroso, sapere che aveva perso la madre ancora prima di nascere mi stringeva il cuore.

Sapevo bene cosa significava essere soli, perdere un genitore, ma la sua situazione era leggermente diversa.

Mentre mi infilavo una maglietta grigia sopra ai miei soliti jeans scuri vidi Lapis affacciarsi alla porta della camera.

Non aprì bocca, rimase lì a fissarmi mentre finivo di vestirmi.

-C'è qualcosa che non va?- Le chiesi, sedendomi sul materasso mentre allacciavo le scarpe.

Lei scosse la testa incrociando le braccia al petto, come se stesse tenendo qualcosa tra le mani.

Sospirai poggiando i gomiti sulle ginocchia, quel silenzio iniziava a darmi fastidio.

-Senti, so che questa non è una situazione semplice ma ci sono dentro anch'io, perché non vuoi dirmi cosa c'è che non va?- Le chiesi ancora una volta, alzandomi dal letto per avvicinarla.

A quelle parole il suo sguardo si fissò sul mio, la sua espressione cambiò da neutra ad irritata in un istante. Almeno ottenni una reazione.

Anche se quando mi guardava in quel modo faceva paura ora avevo la sua attenzione.

I am Lapis LazuliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora