"Something always brings me back to you
It never takes too long.
No matter what I say or do
I'll still feel you here
Till the moment I'm gone."
Taylor.
Il debole sole di Brooklyn combatteva faticosamente contro le nuvole grigie, cercando, per lo meno quella mattina, di portare un po' di calore tra le mura dell'Istituto.
Mossi il braccio in un brivido di freddo, combattendo quella stessa guerra contro il sole che mi illuminava il viso entrando dalla finestra, schermando quella luce fastidiosa con la mano sinistra e urtando così qualcosa sul comodino.
Il rumore secco al contatto di quella che presumevo fosse la lampada con il freddo pavimento mi risvegliò completamente, garantendomi un umore pessimo per l'intera giornata.Mi trascinai fuori dalla stanza, strofinandomi ripetutamente il viso, per abituarmi alla luce che entrava dalla grande finestra in fondo al corridoio e raggiunsi il bagno.
L'urlo stridulo di una ragazzina mi riportò alla realtà.
Quello era il bagno delle ragazze.
Uscii tranquillamente dal bagno, ignorando la ragazzina che mi fissava sconcertata e mi chiusi la porta alle spalle, tornando in corridoio.Soffocai uno sbadiglio per poi precipitarmi all'interno della stanza lì accanto.
Non mi capitava molto spesso di incontrare ragazze mezze nude alle nove di mattina andando in bagno, ma forse ci avrei fatto l'abitudine.
Non mi sforzai nemmeno di aprire maggiormente gli occhi, per cercare di capire se ero veramente dove volevo essere, continuai semplicemente a camminare, imprecando non appena scontrai il fianco destro con il bordo di quello che doveva essere il lavandino.Dopo aver sciacquato il viso più volte, riuscivo finalmente ad aprire gli occhi e a guardarmi attorno.
Il solito azzurro spento tingeva le pareti del bagno, arricchite da alcuni specchi apparentemente antichi e tende color porpora ad ornare l'enorme finestra sulla sinistra. Doveva essere un edificio antico, perché seguiva uno stile molto imponente, quasi in ogni particolare.
Probabilmente sarei stato l'unico ad utilizzare quel bagno, essendo l'unico maschio nell'intero edificio, quindi non mi feci problemi a lasciare la canottiera e i boxer, con cui avevo dormito, accanto al lavandino prima di entrare nella doccia.Arricciai il naso non appena notai il sapone alla vaniglia, mi piaceva quel profumo sulle ragazze ma su di me non era esattamente azzeccato.
Lo usai comunque e, quando ripercorsi il corridoio per tornare nella mia stanza, non sapevo se gli sguardi straniti delle ragazze fossero semplicemente perché ero un ragazzo, o perché avevo solamente un asciugamano legato in vita, o ancora per l'inquietante scia di profumo alla vaniglia che mi lasciavo dietro.Me ne fregai, la mia testa era occupata da un solo pensiero, che non sembrava volermi abbandonare.
Chi era quella ragazza?
Indossai un paio di boxer puliti, dei jeans neri ed una maglietta bianca, e mi precipitai fuori dalla camera.
Prendetemi per pazzo, ma una forza mi ancorava a quella ragazza misteriosa e volevo sapere qualcosa di più sul suo conto.Dovevo scoprire chi era, e l'unico modo che conoscevo per farlo era trovare la Signorina Gray. Percorsi a passo spedito una serie intricata di corridoi, sentendo gli occhi delle ragazze che incrociavo bruciarmi la pelle, fino a che non raggiunsi l'accettazione.
La Signorina Gray era impegnata a soffiare sulle unghie laccate di rosso, quando sbattei non molto delicatamente la mano sul bancone, facendola sobbalzare, per attirare la sua attenzione.
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Insanity || Taylor Lautner
FanfictionDai capitoli: "Significa che sono fuori?" chiesi spazientito, volendo solo andarmene da lì e non doverci più tornare. "Si, ma dovrà prestare servizio e aiuto all' Istituto Femminile di Riabilitazione Elizabeth Parks per un tempo minimo di sette...