"Maybe I’ll get drunk, again
I’ll be drunk, again, I’ll be drunk, again
To feel a little love."
Delilah.
"Sei pazzo. Io non posso uscire." mimai con le labbra, sperando che nessuno ci sentisse.
Se la Signorina Gray avesse visto Taylor steso nel mio letto di notte chissà cosa sarebbe successo.
"Sei così noiosa, Delilah. Non sei stufa di stare chiusa qui dentro?" quasi urlò.Sussultai e gli tappai velocemente la bocca con la mano.
"Shh" sussurrai "Ci sentiranno."
Spostai la mano bagnata e la asciugai sulle coperte.
"Ma sei fuori? Mi hai leccato la mano!" esclamai."Hai intenzione di vestirti o esci in camicia da notte? Fa freddo fuori" mormorò accarezzandomi le braccia nude.
Un brivido mi percorse la schiena facendomi allontanare in fretta. Odiavo sentire le dita di qualcuno toccarmi, accarezzarmi. A maggior ragione se erano quelle di un ragazzo, di un uomo.Tornai alla realtà.
Era così tanto tempo che non uscivo per davvero.
Forse avrei dovuto approffitare di questa situazione. Probabilmente me ne sarei pentita rapidamente, ma se avessi rifiutato avrei avuto un'infinità di ripensamenti.La vera domanda era: mi sarei dovuta fidare di quel ragazzo? Lo conoscevo appena. Anzi, non lo conoscevo proprio.
Lasciai prevalere il mio lato più impulsivo, quello sempre ben celato alla vista di tutti, soffocato dalla me paranoica e impaurita.Mi alzai e camminai in punta di piedi sul pavimento scricchiolante.
"Girati" mimai a Taylor.
Alzò le spalle.
"Domani mi sarò già dimenticato ogni cosa" ridacchiò.
"Non riesco a cambiarmi con te che mi fissi" mi lamentai, arrossendo.
"Va bene" mugolò, dandomi le spalle.Mi infilai velocemente un paio di jeans e un maglione nero.
"Non hai niente di meglio? Un vestito ad esempio?" esclamò Taylor.
Scossi il capo.
Non possedevo vestiti e, anche se li avessi avuti sicuramente non li avrei indossati.
I ricordi erano ancora troppo vividi.
Infilai un paio di converse e slegai i capelli.
"Già meglio. Mi piacciono i tuoi capelli."
Arrossii violentemente."Andiamo?" mormorai.
Taylor si alzò e mi trascinò letteralmente fuori dalla camera.
Attraversammo il corridoio di corsa facendo un rumore infernale.
Pregai che la Signorina Gray avesse il sonno pesante. Ma molto pesante."Dai muoviti" mi intimò Taylor abbassandosi sui talloni. Non sembrava molto stabile, ma mi sarei dovuta fidare.
Mi sedetti a cavalcioni sulle sue spalle e trattenni il fiato fino a che non fu in piedi in una posizione abbastanza stabile.
Mi allungai in avanti e afferrai i bordi della finestra, sedendomi sul davanzale.
"È troppo alto" mi lamentai "Non posso saltare!"Taylor sbuffò e si allontanò di qualche passo, avvicinandosi ad una finestra poco più in là.
Era alla stessa altezza, ma considerato che lui era circa mezzo metro più alto di me non fece molta fatica ad arrampicarcisi e a saltare giù.
Pochi secondi dopo era sotto di me."Salta, ti prendo io" rise, barcollando sull'erba.
Presi un respiro profondo e saltai, atterrando sulle sue braccia.
Indietreggiò di qualche passo per mantenere l'equilibrio e mi posò a terra.
"Sono fuori" sussurrai.
"Oddio. Sono fuori." risi, abbracciandolo.Taylor mi diede una pacca sulla schiena.
"Di cosa sa la libertà?" quasi urlò.
Mi allontanai velocemente.
"La Signorina Gray lo scoprirà. Sono nei guai. Non voglio che mi mandi in un altro Istituto. Oddio, cosa ho fatto? Cosa mi hai fatto fare?" mi presi il viso tra le mani.
"Scusa, non mi ero accorto che avessi dodici anni" rise lui.Lo incenerii con lo sguardo.
"Muoviti, ormai sei fuori" parlò, spazientito.
"Non posso andare via. Devo rientrare" mormorai."Delilah ormai sei uscita, anche se riuscissi a rientrare probabilmente faresti più confusione di quella che abbiamo fatto uscendo. Per una sera divertiti!"
STAI LEGGENDO
Insanity || Taylor Lautner
FanfictionDai capitoli: "Significa che sono fuori?" chiesi spazientito, volendo solo andarmene da lì e non doverci più tornare. "Si, ma dovrà prestare servizio e aiuto all' Istituto Femminile di Riabilitazione Elizabeth Parks per un tempo minimo di sette...