Capitolo 9

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Stiamo camminando in mezzo ad un sacco di macchine mentre lui non ha ancora lasciato il mio braccio, ma non ha nemmeno aperto bocca da quando siamo usciti dalla casa discografica. D'un tratto si blocca davanti ad una macchina nera molto grande aprendo la portiera del guidatore.
*«Salta sú» mi dice mollando la presa e io giro intorno all'auto per salire dal lato del passeggero. Non appena entro sento subito un buonissimo profumo, segno che l'auto è stata pulita da poco e la cosa mi fa piacere. Non só come avrei reagito se avessi trovato briciole o tranci di pizza di chissá quanti anni, come mi è capitato spesso nelle macchine dei ragazzi.

*«Ah ma io non so come si arriva a casa dei miei zii! Cioè, ho fatto la strada un paio di volte con Breadly ma non l'ho memorizzata, insomma, era lui che guidava no? Adesso come faccio...» inizio a straparlare preoccupata seguendo piú il flusso dei miei piensieri, piuttosto che le cose che vorrei realmente dire a Dallas.
*«Sei sempre cosi ansiosa tu?»
*«Ho un'idea, adesso chiamo Alessio, anche se abbiamo litigato...cosa?!» mi volto verso di lui confusa.
*«Ti ho chiesto, sei sempre cosi ansiosa?» sul suo volto c'è un sorrisetto divertito mentre guarda fisso la strada e io continuo a guardare lui.
*«Ma che cazzo?!» esclamo voltandomi e scuotendo la testa «certo che no..o forse si..e comunque non sono affari tuoi!» sbotto.
*«So dov'è la casa dei tuoi zii» continua calmo «io e tuo cugino eravamo amici una volta, a proposito perchè hai detto che avete litigato?»
Ah giá.
Me n'ero dimenticata e ho appena fatto la figura dell'idiota come al mio solito.
*«Lunga storia» taglio corto e decido perció di rimanere in silenzio, alzando il volume della musica alla radio.

Il viaggio continua nel perfetto silenzio, anche se a volte noto con la coda dell'occhio che lui si gira a guardarmi e inizio a sentirmi a disagio. Poi finalmente arriviamo a destinazione e l'auto si blocca di fronte al grande cancello. Guardo la casa e le uniche luci accese sono quelle in giardino, mentre quelle interne sono spente, segno che nessuno è in casa.
Guardo l'ora, sono le 22.
*«Beh grazie per avermi offerto il passaggio, probabilmente adesso sarei persa in qualche metropolitana a centinaia di metri sotto terra» sorrido.
*«Non la considero un'opzione da escludere» sorride anche lui «non c'è nessuno in casa?» chiede alzando il mento, come per indicarla.
*«Credo proprio di si, mi aspetta una serata di film e popcorn in solitudine» dico guardando le finestre buie.
*«Se vuoi potrei farti compagnia, sai, la casa è vuota..» mi dice e io scoppio in una risata. Dallas non mi va molto a genio, ma un po' di compagnia non mi dispiace per adesso.
Preferisco distrarmi in qualche modo, piuttosto che pensare a tutto il casino che ho in testa per ora.
*«Ok, perchè no?» gli dico sorridendo e gli faccio segno di seguirmi.

Non appena entriamo dentro noto un bigliettino sul tavolino all'ingresso,
"Siamo usciti tutti per una cena di lavoro di John, non sappiamo a che ora tornerai quindi ti abbiamo lasciato una zuppa da riscaldare dentro il microonde. Mandami un messaggio quando torni a casa e leggi questo biglietto.
Zia Gaia" dice.

Le mando subito il messaggio, per tranquillizzarla quando Cameron mi toglie di mano il biglietto e inizia a leggerlo, o almeno ci prova.
*«Italiano?» chiede corrugando la fronte.
*«Si, dice che c'è una zuppa nel microonde» ridacchio.
*«Zuppa? No ordiniamo due pizze» mi fa l'occhiolino e prende il cellulare allontanandosi un po', lo lascio fare dato che l'idea di mangiare quella roba non mi piaceva per niente.

Vado in cucina a prendere una bottiglia di coca cola e due bicchieri e quando torno in soggiorno, trovo Cameron giá seduto sul divano a guardare la tv.
*«Fai pure come se fossi a casa tua, non essere timido mi raccomando» ironizzo guardandolo.
*«Conosco questa casa meglio di te Rebecca, quindi sta zitta e siediti» risponde lui ridendo.
*«Perchè non siete piú amici?» gli domando seria e lui sembra preso alla sprovvista da questa mia domanda.
*«Perchè avete litigato?» controbatte lui.
*«Se tu rispondi alla mia domanda io risponderó alla tua» dico guardandolo negli occhi e lui annuisce.
Sto per sedermi al suo fianco quando suona il campanello e corro a controllare il citofono, sul quale schermo compare il fattorino della pizza, alzo la cornetta e grido un "arrivo subito, aspetti" e lui quasi salta spaventato.
*«Chi hai chiamato, la pizzeria di Flash?» dico ridendo mentre prendo il portafogli dalla borsa.
*«Non conosci le mie doti nascoste e...» mi abbassa le mani, rimettendo a posto il portafogli «vado a pagarlo io» dice uscendo fuori senza darmi nemmeno il tempo di controbattere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 08, 2015 ⏰

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