-Nel vicolo-

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Quel pomeriggio, non appena ebbe preso posto sull'autobus, Tristan si infilò le cuffie nelle orecchie, guardando alla sua destra, fuori dal finestrino.
Un movimento dal lato opposto catturò l'attenzione del ragazzo, che si voltò di scatto.
Inarcò un sopracciglio guardando Cassidy che si sedeva accanto a lui, e si sfilò gli auricolari.
-Non montarti la testa scemo, gli altri posti sono tutti occupati- lo fulminò.
-Potevi pure stare in piedi se ti do così tanto fastidio- ribattè Tristan tornando a guardare fuori dal finestrino.
-Oh, il bimbo ha messo il muso- lo schernì -povero cucciolo, vuoi un biberon con il lattuccio?-
Tristan guardò un secondo il cielo e sospirò, scuotendo appena la testa. Perché Cassidy lo trattava così? Dopo tutto era l'unico a cui la ragazza rivolgesse la parola. Perché doveva essere così scontrosa con lui?
Mentre si tormentava di domande, Tristan non fece nemmeno caso che il pullman era quasi arrivato alla sua fermata. Così si alzò e si diresse alla porta anteriore del mezzo pubblico, per poi scendere e incamminarsi verso casa. Dopo il solito lungo rettilineo, svoltò a sinistra per accorciare la strada, camminando in una piccola via tra due palazzine.
-Oddio, ma hai intenzione di seguirmi fino a casa?- la voce di Cassidy era dietro di lui.
Tristan sobbalzò appena, provocando una risatina di scherno da parte della ragazza.
-Tecnicamente, tu stai seguendo me- le rispose senza voltarsi.
-Beh, tecnicamente- lo canzonò lei, imitandolo -non ti sbagli- qualcosa nel suo tono di voce era cambiato, c'era un pizzico appena accennato di malizia.
Tristan si fermò e si girò verso di lei.
-Che vorresti dire? Che mi stai seguendo?- le chiese incrociando le braccia e guardandola con incertezza.
Cassidy aveva un'espressione meno inquietante del solito, quasi amichevole.
-Eh già ragazzino- disse con un sorrisino ambiguo.
-Perché? Cosa vuoi da me?- domandò lui titubante.
-Oh, io nulla- disse tranquillamente mentre apriva la borsa e estraeva una piccola sfera argentea, grande poco più di una noce -devo solo portarti in un posto-
-Io non vengo proprio da nessuna parte con te- disse il ragazzo con un accenno di ansia -e cos'è quella cosa?-
Cassidy iniziò a ridacchiare divertita.
-Non hai capito ragazzino- in un attimo Cassidy gli fu addosso e lo immobilizzò al muro.
Tristan cercò di sfuggire dalla presa della ragazza, ma questa sembrava possedere una forza sovrumana.
La sfera nella mano di lei iniziò a brillare intensamente di una luce dorata e violacea, illuminando il pallido viso sorridente.
- Cos-cos'è quella cosa?- gridò Tristan, ormai madido di sudore, immobilizzato al muro dal corpo della ragazza.
-È una viaggiasfera- rispose tranquillamente lei -non preoccuparti, non farà male-
-Aspetta, cosa non farà ma-
Ma Tristan non riuscì a finire la frase, che Cassidy gli aveva già premuto la viaggiasfera contro il petto e entrambi scomparvero in un lampo di luce.

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