-Genetica-

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Ormai Tristan si stava abituando alla sensazione di vuoto allo stomaco in seguito all'utilizzo di una viaggiasfera, e non fu quasi per niente intontito quando si materializzò in un lampo di luce su una distesa erbosa, insieme a Cassy e Camael.
Avvertì un formicolio alla schiena.
Non era più autunno, il cielo era sereno e addobbato con nuvole candide. Il leggero vento primaverile faceva ondeggiare gli steli d'erba, e trasportava un profumo di fiori e miele.
Di fronte a sé, il ragazzo notò che il terreno si inclinava e, d'istinto, prese a camminare in quella direzione.
Passo dopo passo la pendenza aumentava sempre di più finché Tristan non si trovò in cima ad una valle. Una valle enorme, molto ampia, ricoperta di verde erba novella e piccoli fiori. E in fondo alla valle si ergeva maestoso un palazzo bianco, splendente, il cui stile architettonico era del tutto nuovo al giovane angelo. Era uno stile misto tra antico e moderno, che intrigò da subito il ragazzo. Da quella posizione si poteva osservare perfettamente la composizione dell'immenso complesso. Esso era formato da un edificio principale, simile ad un tempio greco, ma con linee più morbide, curve al posto degli spigoli, colonne spiraleggianti e ramificate. E come torri di rami esse si innalzavano verso il cielo terso, per sostenere delle altre strutture sopraelevate, simili a gocce di marmo bianco. Solo in seguito Tristan si accorse che, attorno all'edificio principale, si sviluppavano altre costruzioni molto più piccole, disposte ordinatamente all'interno di una muraglia perfettamente circolare.
-Una città!- esclamò il ragazzo.
Cassidy lo raggiunse immediatamente e si fermò accanto a lui.
-Quella è Eterya- disse lei sorridendo -e il palazzo che sta al centro è l'Accademia- aggiunse per poi respirare a fondo, come per inebriarsi del dolce tepore primaverile -finalmente a casa-
In un attimo, la ragazza spiegò le ali e spiccò il volo, iniziando a volteggiare a mezz'aria e giocando sulle correnti d'aria tiepida.
Tristan la fissava affascinato, perdendosi nei lunghi capelli corvini di lei, dimenticandosi di quel fastidioso prurito tra le scapole, e accorgendosi solo dopo un po' che Camael aveva liberato le sue ali e raggiunto Cassy. L'uomo fluttuava al di sopra della ragazza. Le sue ali erano più grandi di quelle della giovane amica, circa tre metri e mezzo di ampiezza l'una, ricoperte di piume larghe e spesse, color oro rosso, che a Tristan sembrarono un'immensa armatura di fuoco.
-Coraggio, figliolo, andiamo- disse Camael sorridendo.
-Ehm...vi sfugge qualcosa, io non posso volare- commentò il ragazzo, leggermente scocciato, provocando la risata di Cassidy.
-Dai Tris, sei un angelo, ovvio che puoi volare, solo che non lo sai fare- disse lei ridacchiando.
Nel frattempo il giovane angelo aveva buttato a terra i suoi bagagli e aveva iniziato a grattarsi la schiena nervosamente.
-Oh cielo dev'essere l'aria di Eterya- disse Camael osservandolo -le tue ali sono richiamate dall'aria angelica di questo luogo... Cassy, aiutalo tu per cortesia-
-Che palle- rispose lei ridendo, scendendo verso Tristan e prendendolo per le mani -ora calmati e guardami negli occhi-
Egli obbedì e si trattenne più che poté dal grattarsi. Il prurito si era trasformato in una forte pressione pungente.
Cassidy strinse la presa sulle mani del ragazzo e lo sollevò da terra, cosa che lo fece spaventare a morte, e gli fece serrare le palpebre.
-Mettimi giù! Mettimi giù!- iniziò a gridare lui, scalciando per cercare inutilmente di sfuggire alla morsa della ragazza. Nel frattempo continuavano a salire. Erano a circa cinquecento metri da terra.
-Guardami Tris- disse lei con calma e tenerezza -apri gli occhi e calmati...va tutto bene, fidati di me-
Lui eseguì l'ordine, timoroso, e la guardò negli occhi.
-Bravo ragazzino- sorrise prima di lasciarlo, facendolo cadere nel vuoto.
Tristan iniziò a urlare terrorizzato.
L'aria gli sferzava gli zigomi e gli fece lacrmimare gli occhi. Si sarebbe sfracellato al suolo. E come se non bastasse la schiena era ormai straziata da un dolore bruciante. Un calore mai provato prima gli pervase il corpo, come se ogni singola cellula del suo essere stesse prendendo fuoco. Poi tutto finì. Il bruciore era svanito. Il vento non gli feriva più il viso. Era tornata la dolce brezza primaverile.
Un battito d'ali, forse Cassidy l'aveva ripreso al volo. Un altro battito. O forse era Camael. Aprì gli occhi per vedere il suo salvatore, ma era solo, a circa cento metri dalla pianura. Ancora più in basso, nella valle, scorgeva l'Accademia.
Ancora un battito d'ali. Tristan guardò alla sua destra, in direzione del suono, e vide una lunga appendice che partiva dalla sua schiena. D'istinto si voltò a sinistra e vide l'altra ala.
Ali grandi, immense, più di quelle di Camael, lunghe più di quattro metri l'una, con le piume lunghe e dalle punte leggermente arrotondate, nere come la notte, ma screziate da numerose venature dorate.
-Oh cazzo...sono davvero un angelo...- mormorò.
Cassidy lo raggiunse lentamente e si limitò ad un "wow" carico di ammirazione e invidia.
Camael, che aveva recuperato le sacche del ragazzo, gli appoggiò una mano sulla spalla.
-Oh ragazzo mio, lo sapevo che avevi del potenziale- poi osservò il colore delle grandi ali -buffa la genetica a volte- aggiunse ridendo.
-La genetica?- chiese Tris sorpreso e con il fiato corto.
-Il nero lucente delle ali di tuo padre e l'oro abbagliante delle ali di tua madre... genetica- disse ridacchiando.
I tre si diressero così verso Eterya, in volo. Tristan fu ben contento di scoprire di riuscire già a volare discretamente, andando ad istinto.
Era davvero un angelo. E a giudicare dalle ali doveva anche essere forte... lo sfigato del paesino di provincia era davvero un angelo dal sangue nobile, chi lo avrebbe mai detto eh?
Sembrava l'inizio di una nuova vita felice e meravigliosa...sembrava...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 08, 2016 ⏰

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