(Thirteen) I have nothing

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(Ottavo giorno)
P.O.V. BLAINE

Ero in aula, ad ascoltare la lezione di storia del prof. Schuester, una noia, avevo rischiato più volte di addormentarmi, non solo a causa sua ma anche perché era la prima ora di lezione e perché il sole mi arrivava dritto negli occhi, quindi non riuscivo a tenerli aperti e rischiavo di crollare sul banco,
Un altro quarto d'ora e poi sarei passato alla materia successiva sicuramente migliore di quella.
Preparai il mio zaino 5 minuti prima che suonasse la campana, e restai immobile a fissare il vuoto sperando che nessuno si accorgesse della mia palese distrazione, al cambio dell'ora ci precipitammo tutti fuori dalla stanza come ogni giorno, fortunatamente uscii prima che si formasse la calca sulla porta.
Mentre camminavo verso il mio armadietto fui raggiunto da Adam Crawford, un ragazzo carino, altro e biondo, frequentava con me economia domestica, in oltre faceva anche un corso di recitazione e di musical.
-Blaine, hey Blaine aspetta-
-sono fermo Adam vai con calma-
Quando mi raggiunse dovetti aspettare che riprendesse fiato prima di continuare a camminare, a quanto pare sei era fatto una bella corsa.
-ok...possiamo...andare-
Disse tra un sospiro e l'altro
-hey Adam come va la vita-
-va avanti e tu? Ho sentito che hai ospiti a casa-
Si riferiva a Kurt, dove voleva arrivare...?
-già, è una sistemazione provvisoria-
-umh...si dice in giro che tu l'abbia costretto a stare da te perché ti piace-
Spalancai gli occhi, ma che razza di insinuazioni erano queste.
-ma cosa dici, aveva bisogno di un alloggio e l'ho invitato a stare da me e Finn visto e considerando che la sua migliore amica sta comunque sempre da noi, e poi cosa dici, a me non piace Kurt, non sono frocio, mi hai visto, le ragazze sbavano per me-
-bene allora non ti dispiace se ci provo io con lui-
Restai di sasso, forse mi ero perso qualcosa, da quando Adam era gay, cioè lui...non me lo sarei mai aspettato.
-tu...tu-
-in realtà sono più che altro bisex, però in questo momento mi interessa molto quel bel bocconcino di cui stavamo parlando.
Stava parlando di Kurt, voleva provarci con Kurt
-sempre che a te non dispiaccia...cavoli sembra che ti sto chiedendo il permesso, non me ne fotte nulla, io ci provo, magari ci sta...se capisci cosa intendo.
Finì la frase e ammiccò, avevo capito a cosa si riferiva con "ci sta".
Nonostante ogni singola cellula del mio corpo mi stesse quasi costringendo a dirgli che Kurt era occupato, che Kurt era troppo per lui
e che era il mio Kurt, non lo feci, anche perché sapevo che mentre le parole si sarebbero riversate fuori dalla mia bocca l'avrebbero fatto anche le emozioni quali rabbia e disgusto, e non potevo permettermelo.
-sai quanto me ne frega di quello che fa lui sta da me solo perché me l'ha  chiesto Finn, così che Rachel venisse con più voglia e più spesso, ovviamente lui aveva i suoi secondi fini, quindi se ci vuoi provare fai pure, sai che ti dico se vuoi scopartelo sei liberissimo, non potrebbe interessarmi di meno.
Senza aggiungere altro me ne andai, non ero sicuro, ma il mio discorso era probabilmente andato a farsi fottere, tradito dal disprezzo che non poteva non mischiarsi alle parole.

P.O.V. KURT

Il mio armadietto era abbastanza vicino a quello di Blaine, ce ne stavano giusto due tra noi, solo che lui non ci aveva mai fatto caso.
Stavo cambiando il libro di biologia con quello di fisica, non prima di aver dato un'occhiata a tutto ciò che stava attaccato all'armadietto, un copia della copertina di Vogue, un piccolo specchio, foto mie e di Rachel e una di Blaine, quando dal corridoio quasi vuoto sentii la sua voce è quella di un altro ragazzo che riconobbi come "Adam" perché ci avevo parlato il giorno prima, era un anno più grande ma molto attraente, mi intrigavano molto i suo capelli biondo sabbia, i suoi occhi Ambra tendenti al marrone, la sua carnagione dorata e le sue labbra rosee.
Ascoltai la loro conversazione, da una parte ero felice perché interessavo a qualcuno, cioè qualcuno mi trovava attraente, dall'altra ero inorridito dal comportamento di Blaine.
Pensavo di valere più, non sapevo che avermi in casa rappresentasse un tale supplizio. Non gli era mai interessato nulla di me, pensavo di essere importante per lui, che fossi la sua ancora, invece era solo un gioco, un bugia, probabilmente qualche suo amico avrà scommesso con lui qualcosa; in quel momento non mi interessava nulla, mi si stava annebbiando la vista, volevo solo correre, non so dove, solo...lontano.
Non ero mai stato un tipo da corsa ma non appena vidi Blaine voltarsi e andare via, le mie gambe presero e si mossero, come avessero volontà loro, i miei jeans non mi erano molto d'aiuto ma non mi interessava, non avevo chiuso neanche l'armadietto, volevo pensare, ma allo stesso tempo non volevo perché sapevo che sarei caduto in un vortice che mi avrebbe fatto riaffiorare ricordi brutti, a cui non volevo pensare.
Decisi che al cambio dell'ora sarei andato a prendere la mia roba e sarei tornato a casa, o avrei semplicemente camminato, adoravo farlo, da solo, a qualsiasi ora, c'era un certo fascino nella città, qualcosa di misterioso, guardavo le persone e mi chiedevo cosa facessero, in cosa consisteva la loro vita, qual era la loro utilità del mondo, se avevano figli, se avevano genitori e altro; intanto mi sarei limitato a guardare il parcheggio e il celo plumbeo.

P.O.V BLAINE

Durante l'ora di arte la prof. Ci divise in due gruppi, un avrebbe dovuto alzarsi e andare in giro per il college a fare foto artistiche l'altro sarebbe rimasto in classe a dipingere: io facevo parte del primo.
La prof ci diede il materiale: macchina fotografica, rullini e obbiettivi.
Poi tutti quelli del mio gruppo si divisero e come me andarono probabilmente in giro per la scuola a trovare soggetti, luoghi o oggetti da poter fotografare Mi diressi verso il campo da calcio e inizia a fotografare ciò che mi capitava con angolazioni diverse, poi mi diressi all'entrata verso il parcheggio, prima di uscire però vidi una persona seduta sulla scalinata esterna: la sua giacca costosa, il taglio di capelli e la postura ben dritta mi fecero capire subito chi era...Kurt, ma cosa ci faceva là? Non doveva essere a lezione?
Avevo in mente ancora la conversazione avuta con Adam e decisi di evitarlo anche se comunque lo avrei dovuto vedere lo stesso pomeriggio, però prima di andarmene decisi di fargli una foto che lo ritraeva come una sagoma nera illuminata dal sole.
Tornando in classe passai davanti al mio armadietto, vicino ce ne era uno aperto, la curiosità vinse sul menefreghismo e cercai di capire di chi fosse; non appena vidi lo sportello mi si aprì un mondo, era dello stesso ragazzo con cui condividevo il letto da più di una settimana, lo stesso che in poco tempo era riuscito a scoprirmi completamente dal mio involucro esteriore...Kurt.
Mi si sciolse il cuore non appena vidi la mia foto dentro una cornice blu, il vetro era scarabocchiato da cuoricini fatti con pennarelli indelebili.
Le lacrime iniziarono a sgorgarmi dagli occhi, mi sentivo così vulnerabile, e mi sentivo in colpa per ciò che avevo detto, anche se lui non mi aveva sentito, lui era mio, dovevo proteggerlo.
P.O.V ME STESSA

Ok ho aggiornato (in ritardo)
Questo capitolo non è molto bello, ma mi serviva per continuare la storia anche perché non avevo molte idee.
Ho scritto questo capitolo molto in fretta, spero vi piaccia
Comunque...chi si ricorda di Adam?
☺️🚣🏿

You upset my life                             -KlaineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora