POV'S MIRKO.
Era una di quelle notti in cui dormire mi veniva difficile. Ero sul mio letto a guardare il soffitto come se ci fosse qualcosa di interessante da osservare, ma niente mi interessava se non lei. L'avevo cercata tutta la notte, non avevo chiuso occhi per lei, e mi ha trattato in quel modo, ma come posso darle torto? Dovevo dirgli fin dall'inizio chi ero, come mi conoscevano tutti a scuola e non solo. Ero così disperato la scorsa notte che ho dovuto chiamante Denise per sapere qualcosa di lei, ma non sapeva niente, sono scoppiato a piangere come un deficiente, come ho potuto confessare i miei sentimenti a Denise? Ora di sicuro lo andrà a dire a Maria, così lei avrà ancora più paura di me.Flashback.
-Io: cazzo Denise rispondi!- dissi componendo per l'ennesima volta il suo numero, mentre tenevo l'altra mano salda al volante della mia piccola macchina elettrica. Finalmente dopo svariati squilli, Denise rispose.
-Denise: Ma chi è?-
-Io: Denise sono Mirko! Sai dov'è Maria?-
-Denise: non era con te?- disse arrabbiata.
-Io: Era...Oh porca puttana Denise non c'è il tempo di spiegare, allora non l'hai sentita?- più quella conversazione durava, più sentivo la pressione alzarsi.
-Denise: no, non l'ho sentita!- le chiusi il telefono in faccia, non avevo tempo di darle altre spiegazioni, perché non era tornata a casa? E se Brando le avesse fatto qualcosa? No, era impossibile, conoscevo bene Brando, non potevo pensare male di lui. Ma la preoccupazione non cessava, in più mi sentivo uno stupido a vagare per le strade di Pomezia senza una meta, era tutto inutile. Lei stava bene, si stava divertendo, e io, come un coglione ero qui, a preoccuparmi e sbattere la testa sul volante senza un motivo valido, o forse il motivo c'era. Parcheggia di fronte l'entrate di un supermercato locale aperto 24 su 24. Stavo per scendere per andare a comprare qualcosa da mangiare quando il mio iPhone iniziò a squillare. In più notai che erano le 5:30 del mattino.
-Io: si?-
-Mirko! Mi spieghi cosa diavolo sta succedendo?-
-Io: Denise..- ero stanco, la testa mi faceva male e gli occhi combattevano contro la mia volontà di rimanere aperti ancora per un po'. Mi sentii male quando, senza accorgermene, il mio viso era devastato dalle lacrime, ero instabile e non riuscivo nemmeno a parlare. Perché stavo piangendo? Ma cosa mi stava succedendo? L'ultima volta che avevo pianto per una ragazza fu alle medie. Perché questa ragazza, che conoscevo da solo una settimana, mi avevo sconvolto la vita? Dal primo momento che la vidi, presentarsi a me, capii che non le stavo per niente simpatico, io gli feci capire la stessa cosa, ma dal primo secondo che i nostri occhi si erano incrociati, ho capito che il lei c'era qualcosa di speciale. Si, ammetto che inizialmente ero propenso solo ad una bella scopata, ma poi dopo la nostra prima uscita, avrei voluto solo starle accanto e basta. Non la conosco bene é vero, ma in fin dei conti anche il principe gli era piaciuta Cenerentola in una sola notte, ma probabilmente non la conoscerò mai, non saprò mai cosa le piace fare quando ha tempo libero, che gusto di gelato le piace, se ama più l'estate o l'inverno, ero riuscito a farmi odiare dal primo secondo, e adesso, la sentivo lontana, lontana da me.
Denise era ancora al telefono che chiamava il mio nome più volte.
-Denise: Mirko? Mirko? Perché piangi?-
-Io: non lo so Denise..s-solo che lei mi..mi piace così tanto..- era la prima volta che lo dicevo ad alta voce e fu tutto più reale.
-Denise: ascoltami, prima di tutto dimmi dov'è maria?-
-Io: non lo so, so solo che è andata via con un mio caro amico.- solo al pensiero di vederla con Brando mi sentii invadere di uno strano senso di fastidio.
-Denise: okay, tu va a casa, domani le parlo io, stai tranquillo.- io sono tranquillissimo, non si vede?
-Io: si, va bene, però Denise..?-
-Denise: si?-
-Io: non dirle niente di quello che ti ho confessato.-
-Denise: va bene.- la telefonata terminò, sarei tornato a casa se non avessi preso la strana a lungo, per passare davanti casa di Maria, e lì la vidi, scendere dalla macchina di Brando.
Dovevo far qualcosa.Fine flashback.
Mi piantai un cuscino in faccia. Basta! Maria esci dalla mia testa! Ora.
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POV'S MARIA.Mercoledì. Ore 15:20.
Erano passati tre giorni dall'uscita con Brando, in più ieri non ero uscita con lui perché la febbre era ancora parte di me, ma lui mi riempiva sempre di messaggi e continuava a scusarsi per avermi fatto dormire in spiaggia, perché probabilmente era stato quello a farmi ammalare. Ero seduta sul divano con una coperta che mi copriva le spalle, avevo 37 e mezzo, ma la testa continuava a girarmi e avevo ancora i brividi.
Mirko, da quella notte non si era fatto più sentire, ma era meglio così, forse. Non sapevo che pensare di lui, ma credo che io e lui dovevamo farci una bella parlata, doveva darmi delle spiegazioni. Denise invece mi aveva contattato qualche volta ma io non le avevo risposto. Se non era sincera con me, non potevamo essere amiche, non ne potevo più di persone false. A rompere i pensieri fu mio fratello che si buttò con tutto il suo peso sul divano, facendomi saltare di poco dal divano. Prese il telecomando e iniziò a girare i canali, pensandoci bene, dopo l'ultima conversazione che avevamo avuto, io e Carlo non c'eravamo più parlati. Non sapevo se chiederli novità o meno, ma era mio fratello, dovevo sapere come gli andavano le cose.
-Io: Carletto! Come ti va la vita?- dissi dandogli una pacca sulla spalla. Lui mi guardò con la coda dell'occhio.
-Carlo: non mi chiamare Carletto.- era così freddo.
-Io: sempre simpatico eh! Comunque... Com'è finita quella storia?-
Il suo viso diventò cupo dopo la mia domanda, mi schiaffeggia mentalmente per averglielo domandato.
-Carlo: io e Erika non parliamo più. Mi ha detto che ama il suo ragazzo.- io suo sguardo era sconfortato, ed era una delle poche volte che mi dispiacevo per lui. Così mi avvicinai a lui e lo abbracciai, lui ricambiò e mi sorrise. Ogni tanto servivano questi momenti di affetto tra fratelli. Dopo poco mi allontanai e alzandomi dal letto, andai in camera mia. Presi il termometro e lo misi sotto al braccio, lo levai solo quando sentii un 'tin' che stava a significare che potevo levarlo.
37.
Per fortuna la febbre stava calando. Non sopportavo più il fatto di non potermi fare una doccia. Puzzavo troppo, e intanto il caldo estivo si faceva sentire sempre di più.
Erano le 16:30 quando il mio telefono vibrò. Un messaggio da Brando.Brando:
Ho voglia di stare insieme a te.Arrossii leggendo quelle parole.
Io:
..la febbre sta passando. Ci vedremo presto.Brando:
Tipo.. Adesso?'Ma cosa..?' Dissi tra me e me.
Brando:
Sono sotto casa tua, aprimi.No. Okay, calma. Brando era qui e io ero impresentabile. Andai di fretta in bagno e mi aggiustano i capelli, raccogliendoli in una coda di cavallo, mi sciacquai la faccia e tornando in camera cercai qualcosa di decente da mettere, dato che ero in pigiama. Presi una maglietta rossa con scritto 'Stilinski 24' e un pantaloncino nero. Misi le infradito, aggiustai il letto e scesi giù, notando che Carlo non c'era più. Grazie al cielo, non avrei saputo casa fare, mi sarei sentita in imbarazzo.
Aprii la porta e di fronte a me ritrovai Brando con un piccolo mazzo di rose in mano, sorrisi a quella vista.
Ci guardammo qualcosa secondo prima di farlo entrare in casa.
-Brando: questi sono per te..- disse porgendomi le rose e mettendosi la mano dietro la nuca in segno di imbarazzo.
-Io: grazie..- li presi e mi diressi in cucina per prendere un vaso, togliere i vecchi fiori e mettere le rose che mi aveva regalato Brando.
-Brando: Ehm.. Come stai?-
-Io: sicuramente molto meglio dai giorni che ho passato con la febbre a 39.- ridemmo, e pregavo Dio che non smettesse perché il suo sorriso era così bello.
Lo invitai a sedersi con me al tavolo in cucina. Lui mi iniziò a raccontare cosa avesse fatto in questi giorni, e io di come mi ero annoiata, passando le ore a guardare serie TV e ascoltando canzoni. Era bello parlare con lui, anche se mi veniva difficile rimanere attenta con quegli occhi che si ritrovava. Era passata una bella mezz'oretta, quando sentii la porta bussare.
-Io: Aspetta che vado ad aprire.- lui annuì, mi alzai insicura, andando a passo lento verso la porta, sperando con tutto il cuore che non fosse mio padre. Non tollerava molto la presenza dei ragazzi che non conosceva, in casa.
Ma quando la porta si aprì, avrei preferito vedere mio padre, e non Mirko.SPAZIO AUTRICE. 🌸
Innanzi tutto, scusate se il capitolo è un po' corto, ma spero vi piaccia comunque.
Volevo ringraziarvi per le visualizzazioni, i voti e i commenti. 💕
Alla prossima, un bacio. ♥️
P.S: scusate gli eventuali errori grammaticali.
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Love will change. ||Mirko Trovato||
Fiksi PenggemarNon credevo nell'amore finché non ho in trovato lui. Non voglio sprecare molto parole a spiegare con mi sono ritrovato nel cerchio dell'amore. Mi chiamo Maria, ho 16 anni, vivo da poco a Pomezia, non sono molto alta, non ho un fisico da modella, ho...