Capitolo 7

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Era la quinta ragazza che doveva gentilmente accompagnare alla porta dopo che l'amico si rinchiudeva in bagno. Era puntuale come un orologio svizzero : appena la ragazza gli posava mani sulla cinta per sfilarla , lui la scansava malamente e si chiudeva in bagno .
Tutte rimanevano abbastanza interdette dal suo comportamento. Lui doveva raccattare i suoi vestiti,  che erano stati lanciati ovunque, e le incitava ad andarsene. Dopo le prime due la frase era sempre la stessa : "È ora di andare,  qui tira già una brutta aria senza che ci sia tu sdraiata sul letto."
Ormai era stato classificato come lo stronzo guastafeste , ma non si faceva molti problemi.
Aveva parlato anche con Alice Paciock,  una delle migliori amiche della Malfoy , per sapere se stava come James , ma lei aveva detto che la bionda non sembrava dispiaciuta, anzi che ultimamente usciva ogni sabato con Teddy Lupin.
Non si preoccupò nemmeno di quello.
Il suo migliore amico si rendeva troppo tardi delle cose e ci metteva ancora di più ad accettarle. Ma , stavolta,  il tempo non era dalla sua parte. E più passava , più lui si rendeva conto che il ragazzo che conosceva stava scomparendo.
Prima era un ragazzo spensierato che ci provava con le ragazze solo per scherzo, che suonava sempre il piano e che si divertiva a tirare Cacca Bombe nei corridoi dove passava Gazza a fare la ronda.
Ora le ragazze se le portava in camera per dimenticarne una, sul pianoforte si era posato uno spesso strato di polvere e Gazza faceva tranquillo le sue ronde.
***
Aveva la chitarra in mano, ma non stava suonando nemmeno una nota. Era troppo intenta ad osservare Alice che se ne stava sdraiata sul letto a fissare il bordo del baldacchino mosso dal gelido vento invernale.
-C'è qualcosa che ti turba Al?-  chiese mentre chiudeva la finestra e si sedeva sul davanzale.
La ragazza si riscosse dai suoi pensieri e voltò lo sguardo verso la voce. Stava per buttar giù una scusa qualsiasi,  ma sotto lo sguardo penetrante della compagna di stanza, cedette.
-Diciamo che, per ipotesi, ci fosse un ragazzo che mi interessa. Ma diciamo anche che questo non mi fila di pezza e che non sia il tipo più raccomandabile di tutti. Ma io non riesco a smettere di pensare a lui. Tutto ciò ipoteticamente. -
-E magari diciamo ipoteticamente che questo ragazzo ha due pozze d'oceano al posto degli occhi , un fisico da paura e dei capelli scuri e che si chiama Lorcan Scamandro. -
La Paciock divenne bordeaux e la bionda scoppiò a ridere. Si alzò e si diresse verso la porta.
- Io esco per un paio d'orette. Corro che mi aspetta Teddy al cancello.-
Uscì dal quadro della signora grassa,  guadagnandosi un'occhiata di fuoco, e si diresse fuori. Era il solito sabato con il solito splendido programma. 

Era seduto nella neve, la teneva tra le braccia ed affondava il naso nel suo incavo del collo. Non sentiva il freddo  perché il calore della ragazza gli riusciva a scaldare l'animo.
Ricordava la prima volta che l'aveva vista: al suono del suo nome gli era passata un'ondata di rabbia, ma che alla vista del suo viso era svanito com'era venuto. Le voleva bene , un bene dell'anima. Ed ora , che lei si era addormentata tra le sue braccia , si sentiva l'uomo più felice della terra.
Si issò con lei in braccio e si incamminò verso il castello.
***
Il grande tappeto rosso ed oro era invisibile per l'enorme quantità di pergamene sparse sopra.  Tra i fogli si poteva distinguere una piccola figura stesa a testa in giù. Probabilmente si era addormentata mentre controllava i compiti farti durante le vacanze.
James si buttò a peso morto sul divano e con due dita spostò una ciocca dal viso della ragazzina.
-Susan svegliati. Susan è tardi. Devi alzarti. -
Come risposta ottenne solo un piccolo mugolio.
Così decise che non era compito suo portarla nel dormitorio delle ragazze , ma del prefetto.
-Lily! Dì alla Malfoy che deve raccattare una di primo anno dal tappeto. - urlò in modo da farsi sentire fino al dormitorio.
La risposta arrivò pochi secondi dopo, purtroppo non era quella che si era aspettato: - Puoi farlo benissimo tu ! Soprattutto perché io non sono il tuo gufo!-
Alzò gli occhi al cielo e , pur di non dover rivolgere la parola ad Alexandra e di non dover abbandonare quella primina entrata nelle sue grazie a quello spocchioso di Mclaggen, con un colpo di bacchetta impilò tutte le carte sparse a terra e si caricò il piccolo fagotto in spalla.
-James... a te piace Lexie e non quelle tizie che hanno creato traffico davanti alla tua porta, vero?- gli chiese Susan contro la sua spalla.
Il giovane strabuzzò gli occhi e si risedette sul divano poggiandosi la bambina in grembo.
-Io... sfortunatamente si- rispose con aria affranta.
-Tranquillo,  nessuna resiste al tuo fascino.-
-Lei si.-
-No , nemmeno lei. Basta mostrarti per chi sei veramente. - rispose con la voce impastata dal sonno , mentre si dirigeva , dopo un bacio sulla guancia al ragazzo, sulle scale per il dormitorio.
Il buco del ritratto si spalancò e nella sala comune entrò un ragazzo molto familiare.
Ma lui non era solo.
Silenziosamente questo si avvicinò al camino e lasciò la figura , che fino a qualche istante prima era rannicchiata tra le sue braccia, su una poltrona vicino al fuoco.
-Teddy. Cosa ci fai qui? Come sei entrato?-
Il giovane Potter era più stupito che mai.
-Mi ha fatto entrare la signora grassa... sai mi conosce. Poi la dovevo riportare . -disse indicando la figura avvolta nel mantello.
- E da quando questa familiarità con lei? Lei che è imparentata con coloro che hanno ucciso i tuoi? Lei di cui avevi sentito parlare soltanto da me?  Lei che è la ragazza che amo?-
James si era lasciato sfuggire queste parole senza nemmeno rendersene conto.  Naturalmente non ci aveva pensato, tutto era stato dettato dalla rabbia. Quella rabbia provata quando aveva avuto davanti agli occhi la scena a cui non aveva voluto credere : che lei si stava veramente vedendo con lui. Stava iniziando a tremare. Non ci vedeva quasi più. Era la stessa sensazione che provava quando la vedeva abbracciata a quel serpeverde da strapazzo, quando quel viscido di Mclaggen le aveva preso la mano, quando Franck,  con tutte le buone intenzioni del mondo , l'aveva portata in camera, quando era uscita con Lysander . Quando tutte quelle volte non era lui. Quando si voltava a guardare i ragazzi nei corridoi che non era lui , quando sorrideva o rideva con qualcuno che non era lui , quando abbracciava qualcuno come se fosse la sua ancora di salvezza. E quell'ancora non era lui . Probabilmente non lo sarebbe mai stato.
- Ehi,  siamo solo amici. Lei è come la sorella che non ho mai potuto avere. Ci vediamo per parlare , non per baciarci. Ci abbracciamo per mandare via quelle sensazioni brutte che possediamo , non perché necessitamo un contatto con l'altro. Ci stiamo perché ci capiamo. Tutto qua.-
La mole di Lupin sparì dietro il buco e James si andò a sfogare sul quadro.
Stava urlando contro la signora grassa quando una voce lo fermò.
- James basta. James ! Non mi puoi guardare così . Non mi puoi trattare così e poi dare di matto per me. Non puoi giudicarmi per la mia famiglia, per gli errori commessi in passato. Non puoi giudicarmi perché parlo con Teddy,  con Zabini o con Franck . E io non devo scusarmi per come ho scelto di riparare ciò che tu hai rotto. Non ti puoi comportare da stronzo tutto il tempo e poi  puoi dirmi che sei innamorato di me , per tornare come prima un istante dopo. Non puoi non guardarmi più e pretendere che io mi mostri debole ai tuoi occhi. Non puoi perché io... -
Si interruppe bruscamente. Lo guardò, notando la sfumatura che avevano assunto i suoi occhi.
Occhi come la tempesta. Poteva quasi vedere il coltello nel petto del ragazzo. Sapeva che si sentiva come gravemente pugnalato  perché aveva la stessa espressione che aveva lei quando le aveva dato della figlia di magiamorte.  Senza finire la frase , si voltò e se ne andò. Non poteva dirlo. Lo aveva capito quel pomeriggio con Teddy,  ma ancora non riusciva ad accettarlo. Non poteva essere. Non dopo sei anni di odio. Tutti ma non lui. Avrebbe fatto di tutto pur di negarlo.

Perché io ho capito di essermi innamorata di te.

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